Audizione 11.7.01: cinque mesi all'euro. Lo stato dell'arte

in Articoli e studi
5 MESI ALL'EURO: Lo stato dell'arte. (Documentazione Adusbef relativa all'audizione presso la Commissione finanze della Camera dell' 11 luglio 2001) Intervenuti: Mauro Novelli e Bruno De Vita Sulla qualità di processi e messaggi formativi/informativi posti in essere fino ad oggi, in materia di scadenze e procedure relative all moneta unica europea, Adusbef rileva tre problemi fondamentali: 1. IMPATTO SOCIALE ANSIOGENO: Attorno alla vicenda "euro". si sta generando ansia nel corpo sociale, specie nei settori culturalmente più deboli, dove è alto il grado di descolarizzazione: si consideri che, in Italia, circa il 30 per cento della popolazione soffre del cosiddetto "analfabetismo di ritorno", che crea serie difficoltà nell' affrontare ed intendere le istruzioni scritte. A problemi di questo tipo non giova certo affiancare situazioni di ansia e sensi di incapacità, veicolati da messaggi miranti più a far colpo che ad informare. "Come si stila un assegno in euro?" è il quesito più proposto oggi dai media, con implicito ma intuibile sorrisetto di sfida. Senza sapere che per i futuri assegni in euro avrà maggior validità l'importo scritto in cifre piuttosto che quello scritto in lettere ('opposto di quanto vale per gli assegni in lire), allo scopo di mettere tutti i cittadini di Eurolandia in grado di "leggere" assegni stilati in altre lingue: sarà quindi più facile compilare assegni nella nuova valuta. La minacciosa domanda, come si dice, "fa audience" ma aggrava il problema, invece di risolverlo. Anche perché le (parallele) informazioni quotidiane sull'andamento del cambio euro/dollaro ed euro/yen sono riportate come se fossero i risultati dei "play off", con l'euro sempre perdente. L'accoppiata ansia-negatività non giova certo a porre nella giusta luce una delle imprese più importanti realizzate dai popoli e dai paesi europei. La quale va ben oltre la semplice innovazione finanziaria, per coinvolgere "l'umano sentire" in campo politico, sociale, antropologico di altissimo valore per la koinè europea. sopravvissero?.. Con l'unificazione nazionale, la lira italiana divenne moneta unica del nuovo regno. 139 anni fa quindi, i nostri trisavoli affrontarono, con l'unità del paese, anche i problemi relativi all'unificazione monetaria: sette sistemi monetari, sette banche centrali, sette monete "nazionali" scomparvero per far posto alla "lira italiana", stampata per tutti da sei istituti di emissione. Problemi, quindi, simili a quelli che abbiamo di fronte noi oggi e certamente aggravati da un analfabetismo che coinvolgeva 17 dei 23 milioni contati dal primo censimento del 1861 dei quali, solo l?8 per mille era in grado di esprimersi correntemente e comprendere l?idioma nazionale. I nostri trisavoli furono costretti ad affrontare la novità senza o con pochissime informazioni, quindi con tribolazioni e penosità. Ma sopravvissero. 2. IMPATTO AZIENDALE TROPPO ONEROSO: Le aziende intenzionate ad anticipare i tempi, traducendo in euro il proprio sistema di pagamenti/incassi è penalizzata dai costi imposti dalle banche. Operare -anticipatamente- in Euro attraverso il sistema bancario, significa essere soggetti ad una serie di commissioni e spese (circa dell' 1 percento) come se si stesse operando con una valuta estera. Per inciso, i balzelli sui cambi delle valute di Eurolandia sono addirittura superiori a quelli su dollaro e sterlina, sebbene per franco, marco ecc. non esista più rischio di cambio. E' evidente che gravare dell' 1 per cento le aziende che vogliono anticipare l'introduzione della contabilità in euro, vuol dire diminuirne la competitività. In altri termini, l'azienda esportatrice che decide di farsi pagare in euro, riceverà un accredito sul suo conto in lire, con relativa operazione di cambio e commissioni annesse. sistema bancario: ma quanto ci costi??.. In una audizione parlamentare, il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio perorava la causa delle banche paventando situazioni al limite del fallimento qualora, sui mutui usurari, non avessero avuto l' "aiutino di Stato", poi offerto magnanimamente da Amato. Dalla Relazione di Fazio, tenutasi a fine maggio, abbiamo ricavato alcuni dati quantitativi e di bilancio sul sistema bancario italiano. Scopriamo che superato il periodo di crisi (generale) del 1997, l'utile netto del settore passò da 2.700 miliardi di lire ad oltre 14.700 miliardi del 1998, con un aumento del 445 per cento. Il consistente aumento si è mantenuto anche negli anni successivi: oltre 19.200 miliardi nel 1999 ( + 31 per cento) e circa 27.450 miliardi nel 2000 (+ 42 per cento). I buoni risultati sono da imputare ad una continua e forte crescita dei ricavi da servizi a carico delle famiglie e del sistema economico nazionale, approfittando anche dell'euro. 2000 1999 1998 1997 RICAVI DA INTERMEDIAZIONE 4.905( - 14,6 % ) 5.744( - 41,25 % ) 9.778( + 13,91 % ) 8.584 RICAVI DA SERVIZI 28.131(+ 21,4 % ) 23.179( + 22,94 % ) 18.853( + 61,38 % ) 11.682 RISULTATO DI GESTIONE 56.212(+ 26,7 % ) 44.379( + 4,81 % ) 42.342( + 39,11 % ) 30.438 UTILE NETTO 27.454(+ 42,48 % ) 19.269( + 30,97 % )14.712( + 445,70 %) 2.696 UTILE NETTO MEDIO PER BANCA32,64(+ 48,36 % ) 22,00( + 37,84 %)15,96( + 432 % ) 3,00 3. DEPRESSIONE DEL CORSO DELL'EURO. I primi due problemi danno luogo a ripercussioni notevoli sul corso dell'euro: se le famiglie, cioè gli utenti bancari sono scoraggiati dal richiedere operazioni in euro, dal quale anzi si tengono timorosamente a distanza; se le aziende esportatrici, per non pagare salate commissioni bancarie, non vogliono essere saldate in euro, la domanda di euro è necessariamente depressa. Per inciso, le aziende esportatrici hanno vantaggi economici da un euro debole. L'immagine della moneta unica europea risultante da questa spirale perversa è fortemente negativa: migliorerà però dal gennaio 2002, quando le aziende dovranno esprimere tutto ed obbligatoriamente in euro, quando circoleranno materialmente monete e banconote, quando scopriremo che si potrà sopravvivere anche in ambiente euro. Abbiamo sempre sostenuto che l'introduzione della moneta unica europea non poteva limitarsi ad una operazione asetticamente finanziaria, ma che doveva essere valorizzata da adeguate attenzioni "politico-sociali". Aver lasciato ai soli tecnici della BCE il compito di curare il parto e la sopravvivenza dell'euro è stato fin da subito da noi giudicato azzardato, riduttivo e foriero di negatività complessive. Certo, queste verranno superate col tempo, ma a costi maggiori di quelli che si sarebbero dovuti affrontare se agli aspetti puramente finanziari si fossero affiancate azioni politiche di respiro internazionale e momenti di serio coinvolgimento sociale di Eurolandia. Di fatto si è lasciato intuire che dietro la semplice facciata, l'euro non avesse corpo. EURO: ECCO LE RACCOMANDAZIONI DI ADUSBEF. Adusbef fornisce alcuni suggerimenti utili per non giungere impreparati al 1° gennaio 2002, quando avranno corso legittimo banconote e monete in euro. Uno dei problemi certamente da affrontare è quello relativo al meccanismo degli arrotondamenti. Proprio su di esso si produrranno piccoli e grandi raggiri (ma verranno definiti "errori") sempre a danno del consumatore. Abbiamo già casi reali di arrotondamento con destrezza: dal 1° gennaio 2002, il costo di una giocata al Superenalotto passerà da 1.900 lire ad 1 euro, con un aumento dell' 1,92 per cento: le centinaia di milioni di giocate, faranno lievitare le somme spese dagli scommettitori che cresceranno, per questo arrotondamento, di quasi 200 miliardi. Mentre per le altre giocate, quali Totocalcio Totip ecc., che passeranno da 1.600 lire ad 1 euro (+ 21 per cento), ci sarà un aumento complessivo di circa 210 miliardi di lire a danno dei giocatori. Le banche, ad esempio, già stanno sotterraneamente aumentando spese e commissioni, nel tentativo di recuperare le "perdite" derivanti dalla eliminazione delle commissioni di cambio sulle valute nazionali di Eurolandia, fuori corso dal 1° marzo 2002. Da metà dicembre 2001 sarà possibile entrare in possesso di un "sacchetto" con monete in euro (controvalore di 25.000). Banche e Poste ne distribuiranno 30 milioni. EURO: ISTRUZIONI PER L'USO, PER EVITARE SPECULAZIONI E RAGGIRI. 1. Formula. Dal 1° gennaio 2002 avrà corso legale l'euro (scritto minuscolo, come indicato dalle autorità monetarie europee), pari a 1936,27 lire. La formula per passare da lire ad euro e viceversa è la seguente: DA LIRE A EURO: lire xxxxxx diviso 1936,27 = euro yy,yyyy DA EURO A LIRE: euro yy moltiplicato 1936,27 = lire xxxxxx 2. Moneta unica. L'euro sostituirà le valute nazionali di 12 dei 15 paesi dell'Unione Europea: Austria, Belgio, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Olanda, Portogallo, Spagna. Gran Bretagna, Svezia e Danimarca non hanno aderito all'Unione Monetaria: con l'euro continueranno a circolare, quindi, la sterlina inglese, la corona svedese e quella danese. 3. Monete e banconote. Le banconote (sette: da 5-10-20-50-100-200-500 euro) saranno uguali per tutti i 12 paesi; le monete (otto: da 1-2-5-10-20-50 centesimi di euro e da 1-2 euro) avranno una faccia uguale per tutti e l'altra diversa per paese, con una immagine decisa da ogni singola nazione. Banconote e Monete avranno corso legale nei 12 paesi dell' "area euro". Quindi, potranno circolare in Italia anche, oltre che le banconote, anche monete coniate presso gli altri 11 paesi, con una delle facce diversa da quella dei nostri coni. 4. Privati ed euro. Dal 15 dicembre 2001, banche e uffici postali distribuiranno ai privati 30 milioni di "sacchetti" con monete in euro, per un importo di 12,91 euro ciascuno, pari a 24.997 lire di controvalore. Tali monete non potranno comunque circolare prima del 1° gennaio 2002. Le banconote non verranno distribuite anticipatamente ai privati (scopo: evitare contraffazioni della prima ora). Spingeva invece per la loro distribuzione la Commissione Europea (scopo: familiarizzarsi anche con le banconote). 5. Esercenti ed euro. Dal 1° dicembre, le banche riforniranno di banconote in euro la grande distribuzione, dal 15 dicembre verranno riforniti anche i dettaglianti. 6. Assegni e bonifici. Dal 1° gennaio 2002 al 28 febbraio 2002 (periodo di doppia circolazione) per i pagamenti in contanti potranno essere utilizzate ancora monete e banconote in lire, ma assegni e bonifici dovranno essere espressi in euro. 7. Bancomat. Il giorno 31 dicembre 2001 (lunedì) gli sportelli automatici Bancomat resteranno chiusi per permettere la sostituzione delle lire con banconote in euro. E' opportuno rifornirsi delle lire necessarie entro il 30 dicembre (domenica). Si sta discutendo dell'opportunità di mantenere aperti gli sportelli bancari anche il 1° gennaio 2002. 8. Pagobancomat. Nessun problema per il Pagobancomat: dal 1° gennaio 2002 le transazioni presso gli esercizi convenzionati verranno espresse in euro dal sistema. Le procedure di pagamento alle casse restano le stesse. 9. Depositi. Dal 1° gennaio 2002 tutti i servizi di deposito (Libretti, Conti correnti bancari e postali, Certificati di deposito ecc.) verranno automaticamente espressi in euro. La trasformazione avverrà senza costi per l'utente. 10. Scorte. E' opportuno non avere o fare consistenti scorte di monete e banconote in lire a ridosso di fine febbraio 2002. Occorre giungere al 28 febbraio 2002 senza più lire in tasca, a meno che non si intenda conservarle per motivi numismatici. Dal 1° marzo 2002, infatti, nessuno accetterà più o potrà essere obbligato ad accettare pagamenti in lire. 11. Lira fuori corso. Dal 1° marzo 2002, infatti, la lira non avrà più corso legale. Da quella data, sarà possibile cambiare lire in euro per dieci anni, fino al 28 febbraio del 2012, ma esclusivamente presso le Filiali della Banca d'Italia. 12. Condizioni contrattuali. Ogni voce finanziaria (commissioni, tassi ecc.) espressa in percentuale rimarrà invariata. Tutte quelle espresse in lire verranno tradotte in euro. Ogni tipo di contratto continuerà ad essere valido. 13. Calcolatrice. E' opportuno munirsi di calcolatrice (prezzo inferiore alle 10.000, spesso data in omaggio) per la trasformazione precisa di lire in euro e viceversa. 14. Microinflazione. Con l'euro, si ritorna ai centesimi. Negli acquisti, fare attenzione agli arrotondamenti effettuati con grossolane semplificazioni: ad un prodotto prezzato 1850 lire potrebbe essere imposto un prezzo di 1 euro (=1936,27 lire). Un caso già verificato: Il costo per giocare al Superenalotto, dal 1° gennaio 2002, passerà da 1900 lire ad 1 euro (+ 1,92 per cento), mentre il costo di una singola colonna di Totip, Totocalcio ecc. passerà da 800 lire a 0,5 euro ( + 21 per cento). Se del caso, denunciare ogni scorrettezza di esercenti, negozianti, fornitori di servizi ecc. nel trasformare in euro i vecchi prezzi in lire. 15. Pagamenti e resti misti. Nel periodo di doppia circolazione (gennaio-febbraio '02) evitare di effettuare pagamenti o di ricevere resti parte in lire e parte in euro: si andrà incontro solo a complicazioni e si offrirà il fianco ad "errori" quasi sempre a danno del consumatore 16. Arrotondamento a fine spesa. Se si acquistano più prodotti contemporaneamente (è il caso della spesa alimentare, ad esempio), imporre un arrotondamento unico sul totale finale e rifiutare che siano effettuati arrotondamenti per ogni prodotto acquistato. 17. Minuteria. Attenzione ai prodotti dal costo unitario inferiore ad 1 centesimo di euro (19,36 lire). E' il caso, ad esempio, della confetteria, della carpenteria, della merceria. Se acquistiamo una caramella che costa 15 lire, dovremo pagarla almeno 19,36 lire (1 cent di euro). Ma se compriamo 10 caramelle, dovremo pretendere di pagare 8 centesimi di euro (corrispettivo di 150 lire) , non 10 centesimi. 18. Arrotondamento ufficiale. E' bene familiarizzare col calcolo per l' arrotondamento (da lire a euro). Ecco il procedimento ufficiale: ARROTONDAMENTO Quando convertiamo in euro il prezzo di un bene espresso in lire ( Lire xxxxxx diviso 1936,27 = Euro yy,yyyy ), occorre guardare alla terza cifra decimale del risultato: - se la terza cifra decimale è pari a 0-1-2-3-4, la seconda cifra decimale rimane invariata; - se è pari a 5-6-7-8-9, la seconda cifra decimale viene aumentata di uno. Esempio 1: Costo di un quotidiano: Lire 1.500 : 1936,27 = 0,77468 Euro La terza decimale è 4, perciò il prezzo sarà di 0,77 euro, cioè 77 centesimi di euro (seconda cifra decimale invariata). Esempio 2: Costo di un quotidiano con allegati: Lire 2.200 : 1936,27 = 1,1362 Euro La terza decimale è 6, perciò il prezzo sarà di 1,14 euro, cioè 1 euro e 14 centesimi (seconda cifra decimale aumentata di uno). 19. Saldi gennaio 2002. Attenzione ai saldi di gennaio 2002: già in tempi "normali" è problematico riuscire a comprendere se l'affare proposto è un affare per entrambe le parti, figuriamoci con i vecchi prezzi in lire (del dicembre 2001) trasformati in saldi con i valori espressi in euro. E' forse questo il momento più delicato sul fronte commerciale. La definizione del calendario dei saldi è incombenza regionale. Per quelli invernali del 2002, si dovrebbe cercare di imporre un inizio quanto più lontano possibile dal 1° gennaio ed obbligare alla espressione in lire ed in euro del vecchio prezzo e del nuovo in saldo. Adusbef consiglia di munirsi di fotocamera o telecamera per fissare negozi e prodotti di probabile futuro interesse in caso di saldo. 20. Falsificazioni. La problematica è estremamente seria e generalizzata in Eurolandia perché, com?è noto, la qualità delle banconote oggi in circolazione varia da paese a paese, quindi le "informazioni" (anche tattili) dei cittadini sono attinenti alle vecchie banconote. Si consideri, comunque, che le nuove banconote hanno adottato tutti i presidi di sicurezza usati dalle dodici zecche per stampare quelle nazionali oggi in circolazione. Attenzione: mentre le monete hanno una faccia "nazionale", le banconote sono identiche in tutti i dodici paesi: eventuali diversità possono derivare solo da falsificazione. 21. Investitori. Attenzione dovrà essere data agli investimenti. Molti saranno gli pseudo specialisti che consiglieranno gli investimenti più strani, meno opportuni, se non truffaldini. Roma, luglio 2001

11/07/2001

Documento n.3067

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