ALITALIA: LE DICHIARAZIONI DI VOTO DI LANNUTTI

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Bozza intervento senatore Elio Lannutti,Gruppo IDV sul decreto Alitalia Signor Presidente, onorevole colleghi, con questo decreto di 300 milioni che il passato Governo è stato costretto a varare per dare respiro breve ad Alitalia, abbiamo infilato in un buco nero miliardi di euro di soldi pubblici dei cittadini che pagano le tasse. La cordata italiana,annunciata durante la campagna elettorale, ancora non si è materializzata,ma nel frattempo il titolo Alitalia ha avuto pesanti oscillazioni di borsa,tali da configurare ipotesi di insider trading, aggiotaggio,turbativa dei mercati. L’ipotesi di una cordata capeggiata da Air One, rischia di provocare un danno alla concorrenza ed ulteriori oneri ai consumatori. Voglio solo ricordare che qualora Alitalia venisse aggiudicata alla compagnia di volo italiana, verrebbe rafforzato il monopolio sulla ricca rotta Roma Milano, dove un biglietto costa più di un volo Roma New York. Alitalia infatti con il 60% ed Air One con il 34,2%, hanno il 94,2 per cento del mercato sulla Milano Linate Roma, mentre solo Alitalia aveva fino a poco tempo fa il 92,5% sulla Milano Malpensa-Roma, con prezzi imposti dei biglietti più elevati di quelli offerti da altre compagnie per un volo Roma New York. In una puntata di Report in onda il 27 aprile scorso, Milena Gabanelli sintetizzava in questo modo la vicenda Alitalia. Con i 300 milioni,si sale 4,6 miliardi di euro infilati in un colabrodo e chissà se saranno mai restituiti. Se l’Europa non blocca, il prestito ponte perché viola le norme sulla concorrenza, l’italianità per chi ci crede e ci tiene è salva. La cordata di imprenditori italiani che la dovrebbe rilevare è ancora oscura, però si è fatto avanti il costruttore Salvatore Ligresti, un passato non bellissimo, ma ha saldato i suoi conti con la giustizia, il nome però più ricorrente è quello di Carlo Toto, un imprenditore abruzzese proprietario di Air One. Non tirerebbe fuori un euro, ma conferirebbe opzioni su un certo numero di Airbus, e poi la sua azienda, che non ha mai prodotto utili. I debiti al 31/12/2007 inclusi i leasing degli aeromobili superano i 200 milioni. Il patrimonio netto, secondo la valutazione commissionata al perito di Chieti è di 900 milioni. Se però si applicassero alla sua società i criteri di valutazione che si applicano alle compagnie aeronautiche, tenendo conto dei debiti, il valore non superebbe i 100 milioni. Come dire che una topolino comprerebbe un elefante. Vedremo. Certo è che Alitalia è inserita in un contesto dove manca un piano generale dei trasporti. Vuol dire che ognuno fa un po’ quel che gli pare. Gli aeroporti in Italia sono 101, di cui 45 per il traffico commerciale. A Siena vogliono ampliare il piccolo scalo di Ampugnano e farlo diventare un grande aeroporto per traffico internazionale. A pochi chilometri di distanza c'è un altro piccolo scalo civile, Grosseto, e anche lì vorrebbero ingrandirsi. E a soli 100 chilometri di distanza ci sono gli aeroporti di Firenze e Pisa, che da soli sarebbero sufficienti a coprire il traffico regionale.A Roma, oltre a Fiumicino, c'è Ciampino: la pista è a poche centinaia di metri dalle case e il traffico civile in aumento. Lo trasferiranno, forse, a Viterbo. Nella pianura Padana c'è un aeroporto ogni 50 km, perché ognuno vuole il suo sotto casa, anche se è in perdita. Intorno a Malpensa ce ne sono addirittura una decina. Gli aeroporti sostituiscono gli investimenti nelle strade e nella rete ferroviaria o il servizio navetta che collega i maggiori aeroporti. Sono 45 gli scali aperti al traffico civile commerciale. Conti alla mano i piccoli aeroporti sono più un costo che un beneficio, e contribuiscono a disperdere i finanziamenti. Alcuni hanno solo 100 passeggeri l'anno, altri poche migliaia. Le società di gestione, che in gran parte sono pubbliche, spesso sono in perdita, pensano di risanare i loro bilanci ingrandendo gli aeroporti. La strada è quella di aprire alle compagnie “low cost”. La società di gestione applica a queste compagnie tariffe scontatissime e gli accordi sono segreti. Su tali accordi, però, sta indagando l'Unione Europea”. Signor (a) presidente, onorevoli colleghi, IDV voterà a favore di questo decreto ma sarà vigile per evitare che il buco nero di Alitalia continui ad allargarsi. Vogliamo un nuovo Piano nazionale degli Aeroporti la liberalizzazione degli slot,ossia i diritti di decollo ed atterraggio,limitati per legge, che non consentono ulteriori ingressi ad altre compagnie per avviare tiepide pratiche di concorrenza. Non siamo contro l’italianità e non abbiamo pregiudizi verso cordate italiane, purchè vengano presentati piani industriali credibili che consentano il risanamento di Alitalia e non il risanamento delle esposizioni bancarie degli acquirenti,la salvaguardia dei posti di lavoro, buone pratiche di concorrenza, standard di qualità accettabili per utenti e consumatori. Grazie per l’attenzione Roma,21.5.2008

22/05/2008

Documento n.7312

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