ALITALIA: E' IL CAVALIERE IL COMANDANTE VERO

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TRATTO DA WWW.DAGOSPIA.IT Il Cavaliere, vero comandante di bordo della nuova Alitalia (BOSSI STEWARD) - Schisano, Di Stefano, Di Francesco, Ciccone, Sammartino: l’organigramma CAI - Bernabè ZAC!: licenzia in tronco Lucio Golinelli, IL responsabile Mercato Tim 1 - Schisano, Amato, Di Stefano, Di Francesco, Rita Ciccone, Sammartino: l'organigramma "ufficioso" della nuova ALITALIA Era bella e commovente l'immagine di Augusto Fantozzi che il giorno prima della Befana pranzava con la mamma nell'Autogrill di Aosta.L'ineffabile tributarista ha trascorso la sua vacanza ai piedi del Monte Bianco dove ha potuto esibirsi nello slalom, lo sport che gli ha consentito di navigare per tanti anni in mezzo alla politica. Sul volto del 68enne Commissario splendeva ancora la soddisfazione per l'intervista concessa a Paola Pilati dell'"Espresso", un testo che sarà ricordato nelle scuole come un capolavoro di vanità e di leggerezza. Nelle tasche di Fantozzi cascano fiocchi di denaro grossi come palle di neve e lui stesso in quel colloquio ha spiegato di non essere un "fesso che ha intenzione di lavorare gratis". Nell'attesa che gli venga pagata la parcella di 15 milioni di euro (destinata a crescere in misura esponenziale quando fra sette anni il suo mandato sarà concluso) il tributarista dei Parioli ha pagato il conto all'Autogrill di Aosta ed è tornato a Roma per trasferire la sua scrivania dal sesto al quinto piano della Magliana. Nel suo ufficio siederà probabilmente Roberto Colaninno, mentre Rocco Sabelli e gli altri top manager della nuova Alitalia occuperanno le stanze nelle quali un tempo furoreggiavano i vari Sebastiani, Cempella, Mengozzi e Zanichelli, accusati da Fantozzi di una gestione sprecona e "troppo signorile". L'occupazione totale del piano nobile della Magliana avverrà nella notte di martedì 13 quando la squadra dei manager capeggiata dal tandem Colaninno-Sabelli prenderà in mano la cloche della nuova Compagnia. Nell'orrido palazzone di cemento per il quale qualcuno ha evocato il bisogno di un esorcista, scatteranno le procedure per consentire che alle 6 del mattino decolli da Fiumicino il volo AZ205 con destinazione Londra. Se tutto andrà bene e se i 50 ispettori dell'Enac non avranno da ridire, sarà questo il volo inaugurale di Cai, la società dei patrioti che ieri ha annunciato in due incontri a Palazzo Chigi l'irresistibile voglia di mettersi sotto le ali di AirFrance. Chi sono i manager di prima fila scelti da Colaninno e Sabelli per affrontare la grande avventura concepita dalla mente fertile di Corradino Passera e del suo sponsor politico Silvio Berlusconi? Nella sua infinita miseria Dagospia è riuscita a raccattare l'organigramma "ufficioso" della nuova Compagnia. Oltre al presidente Colaninno e all'uomo forte, Rocco Sabelli, è già stato individuato un gruppo di uomini che ha alle spalle esperienze industriali. Per il momento rimane a capo delle Operazioni e del Traffico Giancarlo Schisano, uno dei pochi sopravvissuti della vecchia Alitalia che dopo l'uscita del marmoreo Giancarlo Cimoli, è stato valorizzato da Berardino Libonati, l'avvocato di via Condotti che per pochi mesi ha gestito la presidenza. Schisano è un ex-ferroviere che nel 2005 lavorava nella Direzione Passeggeri delle Ferrovie guidata da Massimo Ghenzer (un manager decapitato da Mauro Moretti). Un ruolo chiave l'avrà Paolo Amato, l'uomo che fino a poco tempo fa gestiva la finanza alla Merloni TermoSanitari e che con grande gioia si è fatto arruolare con lo stesso incarico da Rocco Sabelli. Per la Direzione Risorse Umane è sceso in pista Giovanni Di Stefano, un manager che è stato alle Ferrovie e all'Eni con la fama di profondo conoscitore della psiche (una qualità che lo ha portato a scrivere un libro nel 2007 e che gli servirà moltissimo per trattare con i 10mila sopravvissuti di Alitalia). Un altro ex, proveniente dall'Enel, dovrà occuparsi dell'Information Technology, cioè di quel settore nevralgico che garantisce il funzionamento dei voli. Si chiama Gianluigi Di Francesco, ha iniziato la sua carriera in Alitalia nel 1975, poi è passato in Italcable e in Telecom per finire all'Enel nel '99 come direttore dei sistemi informativi. Nel 2004 quest'uomo, che ha il vezzo di barba e capelli lunghi e biondi, è stato vicepresidente e amministratore delegato della società di informatica Atos Origin, e piacerà ai francesi di AirFrance perché ha conseguito un master presso INRIA, l'Istituto di Informatica di Parigi. Nello staff che la notte del 13 occuperà il sesto piano della Magliana dove sprechi, dolori e piaceri si sono mescolati per la gioia degli italiani, c'è anche una donna che in questi giorni ha avuto un ruolo molto importante nella trattativa con AirFrance. È Rita Ciccone, il nuovo capo dell'Area Legale e Societaria che viene dall'Authority di Catricalà dove nel luglio 2000 è stata nominata Segretario Generale. Chi l'ha vista al tavolo dello Studio Bonelli, Erede, Pappalardo (dove gli avvocati stanno preparando parcelle strabilianti per la nuova Alitalia) la definisce una donna tosta e preparata con assoluta padronanza di almeno tre lingue e alle spalle un'esperienza di diritto Comunitario accumulata dal '90 al '98 presso la Corte di Giustizia. Accanto a Rocco Sabelli c'era bisogno di un'assistente e la scelta è caduta su un altro ex conosciuto negli ambienti romani. Si tratta di Giuseppe Sammartino, un manager dal profilo asciutto che ha lavorato in Tim quando don Vito Gamberale era capo azienda e aveva tra i suoi collaboratori anche Rocco Sabelli. Il momento di gloria di Sammartino è stato durante il processo subito da Gamberale per accuse assurde finite nel nulla; in quell'occasione Sammartino diede una testimonianza decisiva per la quale don Vito gli è riconoscente a vita. Prima di arrivare nella nuova Alitalia come capo dello staff di Sabelli, Sammartino è stato in H3G, e per ultimo alle Generali dove per pochi mesi ha diretto le relazioni esterne e la comunicazione. Questa della comunicazione è una casella ancora vuota che dovrà essere riempita in gran fretta per dare smalto alla società dei patrioti italiani. Basta vedere la brutta pubblicità che sta uscendo in questi giorni sui quotidiani per capire che la nuova Alitalia ha bisogno di ricostruire la sua verginità con l'universo dei passeggeri. È un universo scettico e incazzato per i 4 miliardi di costi che dovranno pagare per la privatizzazione più sconcia della storia italiana. L'epoca dei comunicatori-lobbisti come Egidio Pedrini e Marco Zanichelli è finita, ed è chiusa anche la pagina delle vezzose fanciulle (czarine e sottomesse) che scatenavano la fantasia di Cimoli. Adesso si volta pagina e si riparte con l'aiuto determinante dell'esorcista di Palazzo Chigi. Il Cavaliere dai capelli cremolati, che ieri ha avuto l'impudenza di affermare la sua estraneità rispetto alla scelta industriale di Cai per AirFrance, è il vero comandante di bordo della nuova Alitalia. L'accusano di essere diventato "romano" a tutti gli effetti, ma questa tremenda insinuazione arriva da una città dove 40 centimetri di neve hanno definitivamente archiviato il mito dell'efficienza. Per ingannare la fame di potere della Lega che ha visto totalmente assente in queste ore il suo delfino Giulietto Tremonti, può bastare un pugno di slot alla Malpensa. L'equivalente di quel sacchetto di sale che Letizia Moratti di Rivombrosa non è riuscita a buttare nelle strade di Milano. 2 - Bernabè ha firmato il licenziamento in tronco di Lucio Golinelli, responsabile Mercato Tim Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che alla vigilia di Natale Franchino Bernabè ha lasciato il suo ufficio di Corso Italia a Roma con aria molto soddisfatta. Il manager di Vipiteno ha raccolto le carte in una borsa di pelle nera, ha dato un'occhiata al quadro di Marilyn Monroe dipinto da Andy Warhol, e ha spento il maxischermo che trasmette Bloomberg Tv. E prima di chiudere la luce, il buon Franchino dall'animo deciso e la mano ferma ha firmato il licenziamento in tronco di Lucio Golinelli, responsabile Mercato Tim".

08/01/2009

Documento n.7690

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