ALITALIA: AZIONI ED OBBLIGAZIONI CARTA STRACCIA,CON LA COMPLICITA' DEL GOVERNO E DELLA CONSOB

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"E' COME CIRIO E PARMALAT, ROBA DA REPUBBLICA DI BANANAS. DAL GOVERNO NEANCHE UNA PAROLA" Massimo Giannini per "La Repubblica - Affari&Finanza" Da oggi le azioni e le obbligazioni Alitalia non esistono più. Entra in vigore la revoca delle quotazioni, disposta una settimana fa da Borsa Italiana. Amen. Come diceva la canzone: chi ha dato ha dato, chi ha avuto ha avuto, e «scurdammoce o passato». Ma come si fa a scordare il passato? Come si fa a dimenticare che prima dell'estate il presidente del Consiglio e il ministro dell'Economia, in occasione del via libera al decreto sulla liquidazione della bad company, dichiararono solennemente che «nessun risparmiatore ci rimetterà un euro»? Come si fa a dimenticare che dal 4giugno del 2008, quando la Consob dispose la sospensione dell'ora defunta compagnia aerea in «via cautelativa», «a tutela del mercato» e per scongiurare il rischio di «eventuali speculazioni», i poveri cristi che avevano in mano quel titolo non solo non l'hanno più potuto negoziare, ma non hanno neanche saputo nulla su cosa il destino gli avrebbe riservato? Ora gli sventurati risparmiatori che si ritrovano in portafoglio quelle azioni sanno con certezza ciò che temevano: è carta stracca, a tutti gli effetti. E sono testimone diretto del simpatico trattamento che alcuni di loro hanno ricevuto in qualche agenzia bancaria, alla quale si sono rivolti in questi giorni per chiedere «che dobbiamo fare»? «Niente - si sono sentiti rispondere - questo è l'equivalente del caso Cirio e Parmalat...». A Tremonti, che tiene sempre sulla scrivania il famoso barattolo di pomodori pelati, devono essere fischiate le orecchie. Eppure, il vero scandalo è che dal governo non viene ancora una sola parola, per spiegare cosa ne sarà di quei titoli, e soprattutto dei soldi di chi li aveva comprati. Anche Lamberto Cardia tace: sorprendentemente lesto nel sospendere i titoli, ieri. Incomprensibilmente lento nel difendere i piccoli azionisti, oggi. Si può dire che siano stati incauti, a comprare o a tenersi i titoli di una società che per un anno intero ha volato sull'abisso. Ma che spiegazione è? I fondi previsti i per gli eventuali risarcimenti (inizialmente ricavati dal recupero dei «conti dormienti» presso gli istituti di credito) si sono già polverizzati. Dovevano ammontare a 2 miliardi di euro, secondo le sempre rosee previsioni del Tesoro. Ammontano invece a meno di 800 milioni, buona parte dei quali già dirottati a coprire i costi della Social Card. Questo sarebbe «il mercato», secondo i nostri governanti scrupolosi e i nostri controllori rigorosi. Un mercato veramente libero. Anzi liberissimo, praticamente anarchico. Roba da Repubblica di Bananas.

26/01/2009

Documento n.7731

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