Adusbef: sabato 13 maggio 2017, il congresso straordinario, ha accolto le mie dimissioni volontarie dopo 30 anni ininterrotte alla guida dell'associazione che avevo fondato il 13 maggio 1987,ed eletto all'unanimità l'avv. prof. Antonio Tanza, mio vice presidente vicario per 20 anni, alla carica di presidente. Queste le ultime 6 righe della mia relazione: "Nel paese immorale, dove cricche, lestofanti, faccendieri e manutengoli del potere marcio vengono premiati, con gli onesti perseguitati, bisogna riscoprire la capacità di indignarsi, il coraggio (che era la prima delle virtù per Aristotele) di battersi per cambiare, restituire speranza, futuro ed onore, specie ai giovani, anche con il buon esempio. “La speranza – diceva Sant'Agostino- ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”. Chi ha paura, dalle minacce del terrorismo e dalle rappresaglie economiche finanziarie, muore ogni giorno. Continueremo le lotte. Continuate le battaglie. L'onestà tornerà. Grazie" Elio Lannutti

in Articoli e studi

BOZZA RELAZIONE DI ELIO LANNUTTI AL DECIMO CONGRESSO STRAORDINARIO ADUSBEF - ROMA 13.5.2017. HOTEL FORUM- VIA TOR DE’ CONTI, 25-30.  

 

Care delegate cari delegati, gentili ospiti,

Oggi, a trent’anni esatti dalla costituzione di Adusbef, avvenuta nella sede storica di Via Farini a Roma il 13 maggio 1987, l’anno precedente alla nascita di Avvenimenti, quel settimanale di inchiesta che denunciò la Milano da bere prima di Mani Pulite, abbiamo l’orgoglio   di rivendicare le numerose battaglie a difesa dei diritti, in un paese divorato purtroppo dalla illegalità, ai primi posti per corruzione, tra gli ultimi per libertà di informazione, le due facce della stessa medaglia.

Adusbef infatti, la più francescana delle associazioni, nata da una idea del sottoscritto, venne fondata da un gruppo di bancari e tecnici il 13 maggio 1987, per arginare il grande potere delle  banche e dei collusi controllori, ha condotto strenue battaglie a difesa dei consumatori, a tutela di diritti e legalità, nonostante potentati economici e pseudo autorità vigilanti (Consob-Bankitalia), hanno cercato più volte di farla tacere, restando una delle poche voci scomode e fuori dal coro, che deve continuare le battaglie contro banche, cricche dei collusi controllori, mandarini di Palazzo.

Adusbef ha denunciato il sistema colluso dei controlli, il “risparmio tradito” con 2 milioni di risparmiatori frodati e 108 miliardi di euro bruciati; gli scandali Parmalat, Cirio, Lehman, Mps e Deiulemar; le Agenzie Debiti, che estorcevano denaro ai debitori perciò arrestati per associazione a delinquere; l’imbroglio di SDL, una sorta di società piramidale dai grandi fatturati sulle promesse di facili vittorie nei tribunali, la truffa dei derivati Unicredit, appioppati ad imprese fatte fallire (Divania di Bari) ed Enti locali anche con sistemi di corruzione, subendo la rappresaglia Consob che sanzionò noi invece dei banchieri truffatori; gli scandali delle banche venete e del padre padrone della BpVi Giovanni Zonin, scelto come spiccia faccende dai governatori di Bankitalia.

In 30 anni, Adusbef si è battuta contro un sistema bancario arrogante, che impone costi dei conti correnti più cari d'Europa (318 euro contro media Ue 114 euro), i tassi dei mutui più elevati, la capitalizzazione degli interessi ‘anatocistici' usurari, vietata dal codice ma consentita dagli ‘usi bancari', contro il cartello petrolifero, elettrico, assicurativo, sfociate in inchieste giudiziarie storiche contro carte revolving American Express; indagini contro i derivati tossici; la manipolazione dei tassi Euribor; ed una oligarchia finanziaria ben radicata ai massimi livelli istituzionali, monopoli vecchi e nuovi, i poteri forti del Paese che lavorano contro i diritti e gli interessi dei cittadini consumatori. In 30 anni, con 178 avvocati specializzati nel settore bancario guidati da Antonio Tanza, Adusbef ha tutelato migliaia di risparmiatori nei processi, ottenuto migliaia di sentenze di Tribunale, Corti di Appello, Cassazione a Sezioni Unite, 4 sentenze della Corte Costituzionale che hanno annullato leggi scritte sotto diretta dettatura delle banche da governi camerieri, non lasciandosi corrompere da banchieri adusi a comperare il silenzio complice, inoltrando migliaia di denunce di usi, abusi, ordinari soprusi, specie contro Consob e Bankitalia, lese nella loro maestà di “capetti”, pseudo Authority senza autorità né dignità, che prima o poi riusciremo a far condannare.

Le battaglie Adusbef hanno limitato l'arroganza di banchieri ed assicuratori, aiutato milioni di cittadini a rinegoziare alti interessi sui mutui, ottenuto dai Tribunali la nullità di contratti capestro sui bond Cirio, Parmalat, tango bond; scoperchiate le malefatte dei “furbetti del quartierino” e di Bankitalia, con il figlio di Lamberto Cardia a libro paga di Fiorani ed altre imprese ‘vigilate' dalla Consob, innescato procedimenti giudiziari su Fondiaria Sai ed il “sistema Ligresti', portato alla luce i santuari del potere bancario con la bancarotta Mps, scongiurata soltanto dai Monti bond.

Rivendichiamo  l’indagine aperta su denuncia Adusbef alla Procura di Milano, dopo averla inoltrata alla silente Consob, che hanno portato il nucleo speciale di Polizia valutaria della Gdf ad eseguire 4 decreti di perquisizione disposti dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e dal sostituto Gaetano Ruta, sui conti del gruppo Sole 24 Ore, con 10 persone indagate per gravissimi reati, metafora perfetta di un paese divorato dalla illegalità,  con settori economici importanti governati da intoccabili e fino ad ora inattaccabili padroni-predoni di Confindustria, che dispensano quotidiane lezioni di etica e pubblica moralità, mentre in privato si comportano peggio dei lestofanti.  Perquisizioni, eseguite dalla Guardia di finanza, nei confronti di Benito Benedini, ex presidente del Gruppo editoriale, Donatella Treu, ex amministratore delegato, e Roberto Napoletano, direttore del quotidiano economico, disposte per il reato di false comunicazioni sociali, mentre altri dirigenti del gruppo, e di società partner, sono indagati con l'accusa di appropriazione indebita, compresa la società Di Source Limited, che avrebbe 'pompato' gli abbonamenti digitali, mentre  l’ultima semestrale del Gruppo di proprietà di Confindustria si è chiusa con un buco di 50 milioni di euro.

Tra le tante, rivendichiamo la giusta battaglia sull’anatocismo, che credevamo di aver sconfitto dopo 20 anni di lotte giudiziarie, in Cassazione e Corte Costituzionale, che un governo maggiordomo dei banchieri ha reintrodotto dal 1 ottobre 2016 e che è stata riaperta dall’Antitrust con tre procedimenti per pratiche commerciali scorrette, aggressive ed estorsive avviati nei confronti di Bnl, Intesa Sanpaolo e Unicredit, volti ad accertare se le tre banche abbiano posto in essere condotte in violazione del Codice del consumo in relazione alla pratica dell’anatocismo bancario,  fino all’entrata in vigore del decreto banche che all’articolo 17 bis ha ribadito il divieto di anatocismo, salvo autorizzazione preventiva del cliente, con le banche che hanno continuato ad applicarlo, nonostante l’espresso divieto contenuto nella legge di stabilità 2014, ed anche dopo il nuovo e definitivo stop del decreto banche del 2016, adottando modalità aggressive per indurre i propri clienti consumatori a dare l’autorizzazione all’addebito.

Adusbef che aveva denunciato la Banca d’Italia per omissione di atti di ufficio e le banche ipotizzando i reati di truffa, ed appropriazione indebita, è tornata alla carica, con una lettera al ministro della Giustizia, al presidente del CSM ed al Procuratore Generale di Cassazione, segnalando la legge n.147/2013, che imponeva il divieto assoluto per le banche di praticare l’anatocismo, ossia capitalizzare interessi sugli interessi dal 1 gennaio 2014, ciononostante gli istituti di credito ben protetti dalla Banca d’Italia, che aveva eretto un illegale sistema di protezione sulle banche ‘socie’ hanno continuato come se nulla fosse a danno della generalità di affidati e prenditori di prestiti, dando luogo ad azioni inibitorie e sentenze dei Tribunali, ha chiesto di intervenire per accertare se banchieri e Bankitalia godano di un regime speciale, o se la legge continua ad essere uguale per tutti.

     Adusbef infatti, il 3 marzo 2017, aveva presentato esposti denunce alle maggiori procure della Repubblica,  ipotizzando l’omissione d’ufficio della Banca d'Italia, che doverosamente informata dalle associazioni dei consumatori presenti nel CNCU (Consiglio Nazionale Consumatori ed Utenti), invece di esercitare la potestà prevista dall'art. 128 del Testo Unico Bancario, per: ‘inibire ai soggetti che prestano le operazioni e i servizi disciplinati dal presente titolo la continuazione dell'attività, anche di singole aree o sedi secondarie, e ordinare la restituzione delle somme indebitamente percepite e altri comportamenti conseguenti', non era intervenuta come di consueto per non disturbare gli interessi delle banche socie, configurando oltre all’omissione in atti d'ufficio, eventuali più gravi reati a danno degli utenti dei servizi bancari.

    Il dottor Fabio Blasi infatti, che ringrazio, facendo un calcolo sul volume medio degli impieghi affidati, dal 1 gennaio 2014 al 30 settembre 2016, ha accertato che la vietata pratica di calcolare interessi sugli interessi a danno delle imprese e di altri soggetti economici che hanno avuto prestiti, fidi, scoperture di conto corrente, ha portato ad incamerare tra 6,7 e 7,8 miliardi di euro, che non dovevano essere percepiti e che in virtù della legge e delle pronunce dei tribunali nelle inibitorie, devono essere restituiti. Dagli impieghi ricapitalizzati con l'illecito anatocismo, si evince un indebito lucro, solo per i fidi alle imprese di 2.410 miliardi di euro dal 1 gennaio 2014 al 31 ottobre 2016 (ossia 811,830 mld di euro nel 2014; 808,338 nel 2015; 790,085 mld di euro tra il 1 gennaio ed il 30 settembre 2016), di 34,33 euro ogni 1.000 euro di scoperto, quindi un somma da rimborsare o compensare, approssimata per difetto, tra 6,7 e 7,8 mld di euro.

LA DITTATURA DEL NEO LIBERISMO

Già Norberto Bobbio, il massimo teorico del diritto che ha lasciato il segno più profondo nella cultura filosofico-giuridica e politica, considerato un maestro da generazioni di studiosi, anche di formazione diversa, aveva colto il segno dei mutamenti economici e sociali quando si soffermava sui tre principi dell’Illuminismo, alla base delle Costituzioni democratiche – libertà, eguaglianza e fraternità –con  il primato dell’eguaglianza, perché senza di essa non ci sono né libertà né fraternità. La diseguaglianza produce guerra, lotta per il potere e odio sociale. La globalizzazione dei capitali, ha creato la globalizzazione della povertà, generato la “gabbia” costituita dalle prescrizioni che vengono imposte da BCE, Commissione  e Fondo monetario internazionale (espressione di enormi capitali “privati” di carattere mondiale).

Oxfam (Oxford Commitee for Famine Relief)  la confederazione di  organizzazioni non governative, che lavora con più di 3 mila partner in 100 paesi, per trovare soluzioni idonee a battere la povertà e l’ingiustizia, nell’ultimo rapporto annuale diffuso a Davos, in Svizzera, mentre i potenti celebravano il consueto  summit, ha diffuso dati sempre più preoccupanti.

Dal 2015 l’1% più ricco dell’umanità possiede più ricchezza netta del resto del pianeta • Oggi otto persone possiedono tanto quanto la metà più povera dell’umanità • Nei prossimi 20 anni 500 persone trasmetteranno ai propri eredi 2.100 miliardi di dollari: somma superiore al PIL dell’India, Paese in cui vivono 1,3 miliardi di persone • Tra il 1988 e il 2011 i redditi del 10% più povero dell’umanità sono aumentati di meno di 3 dollari all’anno mentre quelli dell’1% più ricco sono aumentati 182 volte tanto.

Un’Europa ed un’Italia iniqua e diseguale, dove –secondo OXFAM- “i due fattori chiave che esasperano le disuguaglianze in Europa siano l’austerity e un sistema fiscale iniquo e non sufficientemente progressivo, sono state le misure di austerity introdotte dopo la crisi finanziaria del 2008 – tagli alla spesa pubblica, privatizzazione dei servizi, deregolamentazione del mercato del lavoro – a colpire duramente i più poveri. Allo stesso tempo, le multinazionali hanno potuto sfruttare la differenza tra i sistemi fiscali degli stati Ue eludendo tasse per milioni di euro, privando i governi di risorse da offrire servizi ai propri cittadini”.

Col presidente cinese Xi Jinping, che si ergeva a nume tutelare della globalizzazione e del libero mercato ed il New York Times, si chiedeva se l’appuntamento di Davos riuscirà a portare a conclusioni concrete per colmare queste disuguaglianze, scrivendo che: “il World Economic Forum ha aperto l’annual meeting dei più ricchi e potenti del mondo, con lo sfondo delle rivolte contro le élite globali” e si domandava “se questi campioni dorati della globalizzazione ora sceglieranno di affrontare le disuguaglianze o se continueranno a mangiare e bere come al solito. Ma affinchè Davos sia qualcosa di più, deve affrontare davvero la globalizzazione, e andare oltre le sue solite banalità sul costruire un sistema dinamico, inclusivo e multi-stakeholder di governance globale”.

L’ultimo rapporto Istat sulla povertà (dicembre 2016), racconta una Italia ‘diseguale’, con 17 milioni 469 mila  persone a rischio di povertà ed esclusione sociale, (oltre il parametro di 12 milioni 882 mila stabilito da Europa 2020), con famiglie con figli sempre più a rischio povertà ed esclusione sociale. Il tasso sale al 48,3% per le coppie con tre o più figli rispetto al 39,4% dell'anno scorso e raggiunge il 51,2% se si tratta di minorenni. Il reddito medio è di 29.472 euro, ma la metà delle famiglie non va oltre i 24.190 euro, mentre al Sud si scende a 20.000 euro.

IL DRAMMA DELLA LUDOPATIA

   In questo paese diseguale, dove lo Stato biscazziere non si pone il problema delle gravissime patologie prodotte dalla ludopatia, che pubblicizza il gioco d’azzardo e registra la crescita delle entrate dai giochi, nel mese di gennaio 2017 con un  + 19,2 percento e 14,6 miliardi di euro nel 2016,  con circa 100 mld di euro l’anno di incassi da lotto, lotterie ed altre attività da gioco, questa Italia sempre più povera e derelitta, costretta a pietire un pasto alla mensa, un letto all'ostello, un pacco di viveri, una scatola di antibiotici, affollare le mense della Caritas, (50 mila famiglie nel 2016 solo a Roma); cerca il palliativo della Fondazione Italia Sociale, come ulteriore inganno.

   In questa Italia, priva di efficaci contrappesi per consentire ai cittadini di potersi tutelare dalle quotidiane  aggressioni di banche, finanza e fornitori di beni o di servizi,  invece di introdurre strumenti incisivi presenti negli altri ordinamenti come la class action, formidabile deterrente per difendersi da usi, abusi ed ordinari soprusi,  si resta affascinati dall’imposta forfettaria, messa a punto dall’Agenzia delle Entrate per indurre gli stranieri a trasferire la loro residenza fiscale in Italia, sfruttando la "flat tax" - per tentare di dirottare in Italia i ricchi, l’ennesima violazione, della Costituzione, schiaffo a famiglie e contribuenti, perseguitati dal fisco e taglieggiati dalle banche, non per lenire la povertà, ma per offrire occasioni e vantaggi ai ricchi. 

   La flat tax promossa perfino dal presidente Consob Vegas (tassa piatta, uniforme o forfettaria) ideata per la prima volta nel 1956 dall'economista USA Milton Friedman, ripresa nel 1985 da Alvin Rabushka, come un sistema tributario basato su di un’unica aliquota fissa, che trova applicazione sia ai redditi societari che a quelli maturati in capo alle persone fisiche, a misura di ricchi e stranieri, è l’ennesima violazione dei diritti sociali, per scardinare la progressività dell’imposizione sancita dalla Costituzione che, all’art. 53, espressamente recita: “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, ossia chi più ha, più deve pagare. Dal 2013, governi e parlamento, hanno legiferato nel solco di scardinare diritti economici e sociali, con decine di provvedimenti a favore di banche ed imprese, nel solco di una dottrina totalitaria denominata neo liberismo- ben descritta dal magistrato Paolo Maddalena nel libro “Gli Inganni della Finanza”-, introdotta negli USA da Milton Friedman, che ha sostituito la sovranità popolare con la sovranità di mercato, la prevalenza dell'economia sul diritto e sulle costituzioni, relegando gli uomini a merci (con il Jobs Act ed i voucher), una ideologia che ha corrotto la società, favorito le disuguaglianze, privatizzato i beni comuni, condotto l'economia in una delle più gravi recessioni della storia.

Gli italiani, impoveriti da politiche economiche recessive di governi, fedeli esecutori dei programmi di troika e cleptocrazia europea su fiscal compact, pareggio di bilancio, bail-in, con l’esproprio criminale del risparmio di intere vite di lavoro di 130.000 famiglie, con vecchi che non si possono  curare  e vivono sulla propria pelle condizioni di sofferenza e grave disagio sociale, non credo possano condividere scelte sbagliate, come il reddito di inclusione spacciato per lotta alla povertà, 480 euro mensili per 400 mila famiglie, con uno stanziamento di 1,6 mld di euro, rispetto ai 20 mld di euro per salvare le banche e le responsabilità di Bankitalia, Bce, cleptocrazia europea.

Bisogna saper guardare oltre,  nel paese che promuove il gioco d’azzardo il cui fatturato è di circa 100 miliardi l’anno di spesa, con lo Stato biscazziere che invece di contrastare la dipendenza da gioco, con oltre 1 milione di persone afflitte da ludopatia, promuove l’azzardo, gli spot, la pubblicità, consente  allo psichiatra Paolo Crepet di infestare le principali trasmissioni delle TV pubbliche, per propagandare tesi a favore della lobby dei giochi, per santificare l’azzardo, sostenendo che sale slot, videopoker e slot machine creerebbero effetti positivi sulle persone quali “la  socializzazione,  il  diritto  al sogno, la possibilità di alleviare la propria amarezza e la propria  tristezza”, in definitiva luoghi prescelti di aggregazione e felicità.

GOVERNI NON ELETTI: 1.000 GIORNI DI DANNI

La funzione sociale del credito e del risparmio, garantito dalla Costituzione, ha subito pesanti attacchi dal governo Renzi, disattento alle esigenze delle famiglie e dei cittadini. Prestito vitalizio ipotecario, decreto ‘salva banche’ che ha espropriato 130.000 famiglie, decreto legislativo sui finanziamenti ipotecari del ministro Boschi, che ha spianato la strada per espropriare le case dei legittimi proprietari in temporanee difficoltà economiche, agevolando le vendite forzose degli immobili da parte delle banche, senza passare per lo scrutinio di legittimità dei giudici, riforma delle banche popolari per offrire alla finanza criminale ed alle Black Rock di turno il risparmio dei territori, per fortuna bocciata dal Consiglio di Stato anche dietro impugnativa Adusbef, ed una serie di norme e decreti recepite da governi camerieri dei banchieri.

L’ultimo provvedimento che regala 20 miliardi di euro alle banche, per impedire che i bancarottieri e le dormienti autorità di vigilanza potessero rispondere penalmente del loro operato, è del governo Gentiloni, sul presupposto erroneo e l’ingannevole narrazione che gli istituti di credito non possono fallire, a differenza delle altre imprese portate al fallimento proprio dai comportamenti fraudolenti dei banchieri, sia  nella concessione allegra, spesso senza garanzie dei prestiti, che nella revoca dei fidi con preavviso di 24 ore.

  Ma tutti gli interventi realizzati nel corso di questa ultima legislatura dai Governi non eletti (Letta, Renzi, Gentiloni), dalla rivalutazione delle quote di Bankitalia, al prestito vitalizio ipotecario, dalla riforma delle banche popolari (bocciata dal Consiglio di Stato ed in attesa di una pronuncia della Consulta), al credito cooperativo, ai decreti salva banche ed all’esproprio criminale del risparmio col ‘bail-in’, al ripristino dell’anatocismo bancario, dettati da una ideologia mercatista ed interessi estranei ai valori ed alla cultura del risparmio tutelati dall’art.47 della Costituzione, sono sbagliati e deleteri per  risparmiatori e famiglie.

  Vadano a raccontare agli imprenditori vessati e taglieggiati dalle banche, che hanno ricevuto  ‘pizzini’ ed intimazioni di pagamento degli interessi ricapitalizzati, per evitare spiacevoli incomprensioni, in virtù del ripristino dell’anatocismo bancario, debellato da 20 anni di battaglie giudiziarie Adusbef, di pagare l’annualità in unica soluzione entro il 1 marzo 2017, compreso l’addebito semi-estorsivo degli interessi di mora, il cui “mancato addebito degli interessi potrebbe portare al recupero legale, alla sospensione o revoca dei fidi,al blocco dei conti correnti”.

1) Nel 2013 il primo provvedimento a favore delle banche dal Governo di Enrico Letta, la fiscalità di vantaggio sulla deducibilità delle perdite, passate da 18 anni a 5 anni, valutato da Mediobanca 19,8 miliardi di euro, portato dal Governo Renzi ad 1 anno;

2) Le garanzie sulle obbligazioni tossiche appioppate dalle banche allo Stato per 160 miliardi di euro, che hanno generato esborsi alle banche di affari di 25,7 miliardi di euro dal 2011 al 2016;

3) La pubblica malleva sulla Cassa Depositi e Prestiti per consentire alle banche di pagare i dividendi alle Fondazioni bancarie;

4) La rivalutazione delle quote di Banca d'Italia, da 156.000 euro a 7,5 miliardi di euro per offrire dividendi pari a 1.060 miliardi di euro alle banche socie;

5) Il recepimento della direttiva BRRD (bail-in) per l'esproprio criminale del risparmio approvato in Europa all'insaputa del Governatore di Bankitalia Ignazio Visco e del Ministro Pier Carlo Padoan, che ne hanno chiesto la successiva revisione;

6) Il decreto salva-banche (22 novembre 2015), che ha azzerato i risparmi di una vita a 130.000 famiglie, truffate e prese in giro da un Governo ostile, prova di odio feroce verso le vittime che reclamano i propri diritti, con manifestazioni, presidi e sit-in;

7) L'esproprio delle case in mancanza di 7 rate (portate a 18 dopo le dure proteste) di mutuo non pagate, direttamente dalla banca, senza passare per la legittimità di un giudice terzo;

8) Lo sconto per i trasferimenti immobiliari nelle vendite giudiziarie con l'imposta di registro, ipotecaria e catastale, non più assoggettata da un'aliquota del 9%, ma nella misura fissa di 200 euro;

9) Il prestito vitalizio ipotecario a tassi esagerati e ricapitalizzati con l’anatocismo, per sottrarre agli eredi i risparmi immobiliari di intere generazioni;

10) La Bad Bank con la garanzia statale sulle cartolarizzazioni dei crediti morosi (la Gacs), concessa a banche ed intermediari finanziari, con la dotazione iniziale di 120 milioni di euro;

11) La ricapitalizzazione degli interessi, (2 miliardi di euro l'anno a favore delle banche), disposto dal nuovo art.120 del Tub (Testo Unico Bancario) entrato con legge dello Stato nella prassi bancaria, trionfalmente figurata dalla stampa di regime, come norma che ha determinato 'la fine dell'anatocismo”, prima vietato nel 2014 e poi resuscitato a cadenza annuale, in pieno spregio della Giurisprudenza unanime che ha vietato la possibilità di configurare l'anatocismo ex ante, ovvero anteriormente alla scadenza degli interessi;

12) Il pegno non possessorio, alias ‘patto marciano', che consente l'esproprio dei beni delle imprese, senza passare per i tribunali, in assenza di 3 rate non pagate;

13) la riforma delle Banche Popolari ad uso e consumo di scalate ostili, per rendere espropriabile il risparmio dei territori, solennemente bocciato dal Consiglio di Stato;

14) la riforma del Credito cooperativo, con le analoghe motivazioni delle banche popolari;

15) l’elargizione di 20 mld di euro,con aumento del debito pubblico, per MPS, BpVi,Veneto Banca.

BAUMAN ED IL MONDO DORATO DELLE VITE A CREDITO

La proposta elaborata dall’Abi del ‘prestito ipotecario vitalizio', approvata definitivamente dal Senato, per consentire di convertire parte del valore della proprietà immobiliare in contanti senza necessità di lasciare l'abitazione o a ripagare il capitale e gli interessi sul prestito fino alla scadenza del contratto, con interessi e spese ricapitalizzati periodicamente sul finanziamento originario e rimborsati alla data di decesso del mutuatario, ha lo scopo di gettare nelle grinfie dei banchieri migliaia di vecchi ed il sudato risparmio di intere generazioni, rendendo tossico-dipendenti del denaro facile apparentemente elargito gli stessi eredi, che difficilmente riusciranno ad estinguere i debiti bancari, liberare l'immobile dall'ipoteca, vendere l'immobile o lasciare che la banca mutuataria venda l'immobile per rimborsare il proprio credito.

Il prestito ipotecario vitalizio, garantito da una proprietà immobiliare che consenta ai proprietari over 60 di convertire parte del valore dell'immobile in contanti per migliorare il tenore di vita, soddisfare esigenze di consumo, è l'ennesimo tentativo di saccheggiare il sudato risparmio dei vecchi, spogliando gli eredi con spese, interessi e provvigioni da parte di un sistema bancario avido e spregiudicato, tra i peggiori d'Europa. Le banche italiane che praticano tassi di interessi più elevati della media Ue sui mutui prima casa e costi annui dei conti correnti pari a 318 euro l'anno, contro una media di 114 euro, non contente di saccheggiare i consumatori, le famiglie e le piccole e medie imprese sono – come spiega Zigmunt Bauman nel ‘mondo drogato della vita a credito' alla ricerca di nuove terre vergini da esplorare: ”Vivere a credito dà dipendenza come poche altre droghe, e decenni di abbondante disponibilità di una droga non possono che portare a uno shock e a un trauma quando la disponibilità cessa. Oggi ci viene proposta una via d'uscita apparentemente semplice dallo shock che affligge sia i tossicodipendenti che gli spacciatori: riprendere (con auspicabile regolarità) la fornitura di droga”.

Il prestito ipotecario vitalizio rappresenta l'ennesima fornitura di droga, che si aggiunge alle carte di debito, al denaro dal nulla di plastica e delle carte revolving, per rendere ancora più schiavi milioni di famiglie gettate nelle grinfie di banche e società finanziarie, con l'illusione di condizioni più felici con vite scandite da rate e ratei di interessi anatocistici che non si riusciranno mai a pagare, ipotecando così il futuro dei giovani, con il risparmio di intere generazioni investito nelle proprie abitazioni con duri sacrifici e costosi mutui, che rappresentano ‘quelle nuove terre vergini' del patrimonio immobiliare privato costituito dalle case, pari a 4.837,8 miliardi di euro, come nuova frontiera da saccheggiare. L’ideologia mercatista, che svende a banchieri e finanza criminale i beni comuni, mettendo all’asta perfino la vita delle persone, ha così permeato la società, da far ritenere naturale a rappresentanti di partiti gloriosi come il PD erede di Berlinguer e della questione morale, diventati geneticamente modificati, di alienare beni e case di proprietà se non si riesce a vivere con le magre pensioni, invece di battersi per redditi e pensioni più dignitose.

Poiché questa è un’epoca priva di statisti, tornano alla mente le parole di Papa Francesco nella LaudatoSi. Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l'intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura. La crisi finanziaria del 2007-2008 era l'occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell'attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale. Ma non c'è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo”. Ecco, bisognerebbe tornare alle origini del problema, costruendo modelli sociali ed ordinamenti basati sul primato della politica e degli Stati sovrani frutto della volontà popolare e del suffragio universale rispetto alle sovrastrutture di oligarchi e tecnocrati, che non rispondono mai del loro operato (basta guardare a Bankitalia  nel collasso di un sistema bancario pieno di buchi spacciato per solido), l’esatto contrario dell’ordoliberismo e mercatismo da far west, del dominio di banche di affari, finanza criminale, che dettano a governi maggiordomi l’agenda dei loro esclusivi interessi. 

LA CRISI FINANZIARIA NON E’ FINITA

La gravissima crisi economica mondiale, cominciata il 7/7/2007 con l’esplosione dei mutui sub-prime, della bolla immobiliare, dei prodotti derivati e del denaro dal nulla, in una fase di crisi di leadership politica globale da parte dei governi, che hanno delegato importanti funzioni ad una ristretta cerchia di oligarchi e tecnocrati irresponsabili, cedendo loro pezzi di sovranità, com’è accaduto in Europa, con la costituzione di un mostro giuridico denominato Banca Centrale Europea, il cui statuto bisogna urgentemente cambiare.

E’ una crisi lunga e difficile, più grave per intensità e durata della grande depressione del ‘29, che ha devastato l’economia reale, distrutto il risparmio delle famiglie, falcidiato - secondo le stime del Fondo Monetario - ben 40 mln di posti di lavoro, ipotecato il futuro dei giovani e di quell’esercito ricattato di precari, che invecchiano senza un domani e che si ribellano in tutto il mondo contro i massimi responsabili della crisi sistemica: banche, borse e banchieri centrali, veri e propri criminali seriali. I giovani lottano perché - come diceva Karl Marx fotografando le condizioni dei proletari a fine ‘800 - chi è privato del proprio futuro non ha da perdere che le proprie catene.  In questi ultimi anni è cambiato il mondo, sono peggiorate le condizioni di vita e di lavoro di centinaia di milioni di uomini e donne, sono cresciute le disuguaglianze sociali, è crollata l’illusione salvifica della finanza e dell’ideologia del debito. Il modo di produzione della vita materiale condiziona il processo generale di vita sociale, politica e intellettuale. La finanza rappresenta una sovrastruttura volta a soggiogare gli uomini nella speranza di facili arricchimenti e di soluzioni ai problemi della disoccupazione. Milioni di giovani, messi ai margini da una ‘struttura politica e sociale’ che pensa all’esistente senza curarsi del futuro, protestano in tutto il mondo contro le cattedrali della finanza, banche e banchieri centrali artefici della crisi.

A questi giovani  bisogna dare una risposta ed un messaggio di speranza, non potendo rispondere solo con la repressione. Sempre Marx, nelle teorie del plusvalore, scriveva: ‘Un filosofo produce idee, un poeta poesie, un prete prediche, un professore manuali. Un delinquente produce delitti. Il delinquente non produce soltanto delitti, ma anche il diritto criminale e con ciò anche il professore che tiene lezioni sul diritto criminale con l’inevitabile manuale in cui getta i suoi scritti in quanto merce sul mercato generale. Il delinquente produce inoltre tutta la polizia e la giustizia criminale, gli sbirri, i giudici, i boia, i giurati e tutte queste differenti branche di attività che formano altrettante categorie della divisione sociale del lavoro, sviluppano differenti facoltà dello spirito umano, creano bisogni e nuovi modi di soddisfarli. Il delinquente rompe la monotonia e la banale sicurezza della vita borghese. Egli preserva così questa vita dalla stagnazione e suscita quella mobilità e quella tensione inquieta senza la quale anche lo stimolo della concorrenza si smorzerebbe. Egli sprona così le forze produttive’. La crisi sistemica è la crisi di un modello sociale fondato sulla sopraffazione, l’egoismo, l’uso individuale della violenza per preservare il profitto di pochi.

L’ideologia del debito, delle piramidi finanziarie, l’illusione della finanza capace di generare risorse illimitate, la nuova Eldorado dei bisogni e delle loro soddisfazioni genera rivolte sociali da parte degli esclusi che per sfuggire alla loro condizione di disoccupazione e sottoccupazione, costretti a cercare un lavoro nelle grandi città e nella Mecca del benessere Occidentale, così com’è dipinta dai mass media, se vengono respinti non hanno altra strada che infrangere le leggi. La politica ed i governi riflettano sui modelli sociali e sui sistemi economici in crisi fondati sull’ideologia del debito, conseguenza dall’ordoliberismo da far west.

In un’epoca priva di statisti, sostituiti da piazzisti, imbonitori, venditori di fumo e di pentole bucate che fanno persino rimpiangere Vanna Marchi e Mago do Nascimiento,  nell’Italia di Matteo do Nascimiento, che rappresenta un pericolo per la democrazia, tornano le parole di Papa Francesco:

“La politica non deve sottomettersi all'economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia. Oggi, pensando al bene comune, abbiamo bisogno in modo ineludibile che la politica e l'economia, in dialogo, si pongano decisamente al servizio della vita, specialmente della vita umana. La produzione non è sempre razionale, e spesso è legata a variabili economiche che attribuiscono ai prodotti un valore che non corrisponde al loro valore reale. Questo determina molte volte una sovrapproduzione di alcune merci, con un impatto ambientale non necessario, che al tempo stesso danneggia molte economie regionali. La bolla finanziaria di solito è anche una bolla produttiva. In definitiva, ciò che non si affronta con decisione è il problema dell'economia reale, la quale rende possibile che si diversifichi e si migliori la produzione, che le imprese funzionino adeguatamente, che le piccole e medie imprese si sviluppino e creino occupazione, e così via”.

IL REFERENDUM DEL 4 DICEMBRE 2016; JP MORGAN E LO SCAMPATO PERICOLO

Come affermava la scrittrice inglese Agatha  Christie:  “Un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza,  ma tre indizi fanno una prova”. E l’art. 192, comma 2, c.p.p., sancisce che: "l'esistenza di un fatto non può essere desunta da indizi a meno che questi non siano gravi, precisi e concordanti". Da ciò si ricava che un solo indizio non permette di accertare un fatto; ricavando, inoltre, le caratteristiche che debbono assumere le varie prove critiche, affinché possano essere poste a fondamento del fatto storico che deve essere provato. Essi devono essere: Gravi (indizi che abbiano un elevato grado di persuasività, in quanto resistenti alle obiezioni); Precisi (ampiamente provati); Concordanti (indizi che si orientano verso una medesima conclusione), con le prime due caratteristiche che attengono ai singoli indizi, mentre il terzo si riferisce alla totalità delle prove critiche a disposizione del giudice per la ricostruzione del fatto storico.

     Poiché i tre indizi sono sufficienti a creare una prova, Adusbef ed i portavoce del M5S, che avevano presentato esposto a Procura di Roma il 12 ottobre 2016 ipotizzando anche il reato di alto tradimento,  hanno rintracciato  almeno 10 solidissimi indizi, per suffragare e testimoniare la ‘manina’ di JP Morgan nella modifica della Costituzione, che essendo 'troppo socialista', intralcia l'agire economico dei banchieri di affari, che vorrebbero imporre l'egemonia degli esclusivi interessi della finanza di carta e del denaro dal nulla, su sistemi democratici fondati sulla sovranità popolare, condizionando il Governo Renzi ad approvare leggi liberticide dei diritti e delle conquiste dei lavoratori, a cominciare dal Jobs Act.  I fatti, accertati dalle cronache giornalistiche mai smentiti.

“Scrive il quotidiano britannico "Daily Mirror": «Renzi è il Blair italiano non solo nelle intenzioni politiche, ma anche nelle alleanze economiche. Un esempio? La JpMorgan». Riforma delle Provincie, riforma del Senato, riforma del lavoro, riforma della pubblica amministrazione, riforma della Giustizia, riforma del consiglio dei ministri, riforma elettorale. La Costituzione italiana, quella votata dopo la vittoria sul fascismo e la fine della seconda guerra mondiale, quella pensata per impedire una futura svolta autoritaria nel Paese deve essere stravolta, come deciso dall’ex presidente del consiglio Matteo Renzi, recependo i suggerimenti di JpMorgan.

Subito recepito dal Ministro dell’economia Padoan: “I mercati temono che si interrompa l'azione di politica economica. Lo spread sale per timore fine Governo” Le manovre per manipolare gli spread in attesa del referendum del 4 dicembre 2016, confermato perfino dall'imprudente ministro Pier Carlo Padoan, prova lampante interessi di Agenzie Rating, banche affari, potenze economiche, a manipolare i mercati per tentare di tenere in vita governo impopolare, che dopo aver espropriato i risparmiatori per salvare le banche; saccheggiato ed impoverito le famiglie con un’alta pressione fiscale, sottratti i diritti col Jobs Act ai lavoratori, reprime ogni forma di protesta, in ossequio ai desiderata di JPMorgan e della banche di affari per svilire e rendere la Costituzione un inutile orpello funzionale interessi della finanza per successive  svolte autoritarie.

 

LA  CUPIDIGIA DI SERVILISMO

La “cupidigia di servilismo”, come venne definita da Paolo Sylos Labini, è una malattia contagiosa che sta toccando istituzioni e mass media. Una gara spasmodica a chi arriva prima nel lodare il nuovo padrone del vapore, identificato nell’ex presidente del Consiglio non eletto dai cittadini.

Scrive Marco Travaglio sul “Fatto Quotidiano”: “Sono servi volontari, gratuiti, felici: lo leccano anche se lui non vuole e manco li conosce, i giornali provvedono col pilota automatico. La leccata al nuovo padrone del vapore è lo sport nazionale di intellettuali organici e pennivendoli orgasmici che non hanno idee da difendere, ma solo padroni da incensare”. Anche l’Istat non può fare a meno di partecipare all’olimpiade della saliva, sfornando nuovi rapporti sulla fiducia accresciuta dei consumatori, sui posti di lavori creati (con gli incentivi triennali dello Stato), sui bilanci famigliari non più in perdita, su recessione, ripresa, possibilità di risparmio. Chi non è d’accordo è annoverato come gufo, sciacallo, menagramo, guastafeste nell’orgasmo della più grande opera di mistificazione mediatica di tutti i tempi. Anche la Rai, servizio pubblico di informazione, che dispensa ‘pacchi’ in prima serata, delegando alla tv commerciale ed ai programmi di Striscia la Notizia, alla satira ed alle veline di Antonio Ricci, l’informazione e la cultura, sforna cinegiornali a misura del nuovo condottiero. Il sonno della ragione, continua a generare mostri.

UN CARRO ARMATO CHIAMATO “TISA”

Come ha ascritto sulla Voce delle Voci Andrea Cinquegrani: “Non può mancare, però, la classica ciliegina sulla torta. Confezionata con ingredienti unici: o meglio, altrettanto segreti (come si conviene per le ricette dei veri chef). Si chiama TISA, che sta per “Trade in Services Agreement”, denominazione all’apparenza asettica, a prima vista destinata ai commercianti. E’ invece il grimaldello per andare al cuore delle economie nazionali, minarne ogni autonomia residua e renderle facile preda di moloch della Finanza – Jp Morgan, ma non solo.

La bozza del trattato “Tisa” è andata parzialmente in rete a metà 2014 grazie ai Wikileaks di Julien Assange. “Un accordo segreto a livello internazionale che punta a smantellare il ruolo dei governi nella finanza e aprire la strada a politiche ultraliberiste”, firmato nel 2014 dai leader di 50 paesi, Renzi compreso, non sottoscritto dai Brics, ossia Brasile, Russia, India e Cina. Secondo i patti, tutto deve restare strettamente segreto per almeno 5 anni dalla firma (per cui si arriva al 2019).

Dettaglia Jane Kelsey: “il Trade Agreement è in grado di determinare le politiche dei maggiori Paesi a capitalismo avanzato evitando qualsiasi discussione nel merito nei parlamenti degli stati interessati. Qualcosa di simile a quello che accade per il TTIP, rispetto al quale il TISA si muove su una sorta di ‘binario parallelo’ e segreto”. L’obiettivo è semplice: “eliminare  tutte le leggi nazionali che sono considerate ‘ostacoli’ al commercio dei servizi in ambito finanziario, eliminando anche quelle norme che sono state introdotte, o suggerite, in seguito alla crisi del 2008. Per esempio, i limiti alle dimensioni degli istituti finanziari, imposti in alcuni Paesi per evitare il ripetersi di operazioni di salvataggio obbligate nei confronti di quei soggetti troppo grandi per fallire.

Continua l’analisi di Wikileaks: “Le proposte presentate nella bozza del Tisa si occupano anche di altre questioni, come la privatizzazione della previdenza e delle assicurazioni, l’eliminazione degli obblighi di divulgazione delle operazioni off shore nei paradisi fiscali, il divieto di imporre un sistema di autorizzazioni per nuovi strumenti finanziari (come i derivati) o di regolamentare l’attività dei consulenti finanziari”. Lo stesso copione messo in scena con il segreto di stato proprio sui derivati. Altra sorpresa dal magico cilindro di Tisa. Si potrà arrivare addirittura a “un sistema sanzionatorio che corre su binari e canali ‘paralleli’ rispetto alla giustizia ordinaria. Se un’azienda ritiene che lo Stato estero in cui opera viola il trattato, può far ricorso a un tribunale speciale che agisce come organo arbitrale, in cui non sono previste udienze pubbliche. Lo Stato condannato ha due scelte: cancellare la legge in questione o risarcire l’azienda”.

TTIP, TISA, CETA: GLI STATI SOSTITUITI DA TRATTATI. LA GIUSTIZIA DA ARBITRATI

Il CETA è un trattato lungo e laborioso. Più di duemila pagine di testo (2.256 per essere precisi). Un “libero” commercio che, secondo i proponenti, dovrebbe favorire le aziende e le economie delle nazioni interessate con la riduzione drastica delle conquiste sulla sicurezza alimentare.  Desta preoccupazione la “convergenza normativa” tra Ue e Canada: se per esempio in Europa sono previsti controlli più stringenti su determinati prodotti alimentari, potrebbe doversi adeguare all’impostazione più “lassista” del Canada. Mentre le controversie saranno decise da una corte arbitrale, la cosiddetta Ics (Investment Court System) senza alcun controllo pubblico e democratico. Ogni legge nazionale che ostacola i liberi scambi commerciali dovrà passare al vaglio dell’Ics, che qualora ritenesse a suo insindacabile giudizio la normativa indebita, o che danneggi gli interessi delle aziende ricorrenti, potrà anche imporre dei risarcimenti pesanti allo Stato “inadempiente”.

Secondo Coldiretti si mette a rischio il Made in Italy. Nel nostro Paese arrivano 2,3 milioni di tonnellate di grano duro, ogni anno. E il primo esportatore verso l’Italia è proprio il Canada. Tra l’altro non c’è alcun obbligo di introdurre in etichetta la provenienza del grano.

Il principio fondante dei nuovi trattati ‘Frankstein' (Ttip e Tisa) è la libertà di mercato e del libero arbitrio di imprese, assicurazioni, banche, per sottrarre agli Stati sovrani la loro giurisdizione, delegando le controversie ad organismi sovranazionali (Organismo di risoluzione) alle quali le multinazionali potranno appellarsi per rivalersi sui governi che, a loro giudizio, siano colpevoli di ostacolare il raggiungimento del profitto. Le pericolose limitazioni sulle leggi che i governi partecipanti potrebbero adottare per regolamentare diversi settori economici, in particolare banche, assicurazioni, commercio, telecomunicazioni e servizi postali, introdurrebbero norme in grado di consentire alle multinazionali americane di intentare cause per «perdita di profitto» contro i governi dei paesi europei, qualora questi portassero avanti legislazioni a tutela dell'ambiente (per esempio contro la diffusione degli OGM), o a favore dei diritti sociali. Abrogati il principio di precauzione; la tracciabilità sulla filiera alimentare ed i requisiti igienici per non intossicare i consumatori presenti nella legislazione UE; la denominazione di origine dei prodotti; consentiti l'uso di ormoni e sostanze chimiche e dosi di antibiotici per consentire maggiore crescita al bestiame; gli Ogm senza dichiararla in etichetta; i trattamenti di igienizzazione chimica con la clorina, finora proibiti.

Sarà ammessa la libera circolazione dei lavoratori in tutte le nazioni firmatarie, ed è stato proposta l'ammissibilità, per i soggetti economici privati, di muovere azioni legali contro i governi le cui legislazioni prevedano la tutela dello stato sociale e dei diritti inviolabili della persona. Ulteriore pericolo il ribasso dei salari, dal momento che per la libertà di circolazione, le imprese di un paese potranno applicare in un altro paese i salari vigenti nel proprio generando un vantaggio solo per le imprese statunitensi, acclarato che i salari dei lavoratori europei sono più elevati di quelli americani. Anche i diritti sindacali europei non avranno valore se contrari alle norme sul libero scambio e libera circolazione contenuti nel TTIP, senza possibilità per i lavoratori vessati, di rivolgersi al giudice del lavoro locale. E qualora un'azienda americana volesse iniziare un'attività considerata pericolosa in Europa (come una centrale nucleare o l'estrazione dello shale gas), nessun tribunale locale potrebbe opporsi, con le stesse multinazionali agroalimentari americane che potrebbero fare incetta di terreni acquistati a poco prezzo dagli agricoltori locali per impiantarvi piantagioni OGM, al posto delle coltivazioni dell'agricoltura tradizionale, smantellando così il principio di precauzione sugli organismi geneticamente modificati previsto dalla legislazione italiana ed europea.

Tra i rischi concreti l'ingresso di merci e alimenti di cattiva qualità prodotti dalle multinazionali americane, come vegetali e carne OGM, o prodotti imbottiti di ormoni e fitormoni, contro le quali le leggi nazionali e le comunità locali non potranno opporsi in quanto le leggi e i regolamenti devono sottostare al trattato. Con il Mes, lo status di economia di mercato alla Cina, che non sembra rispettare i diritti minimali sociali e sindacali, il definitivo colpo di grazia, poiché con le barriere tariffarie salteranno anche altri ostacoli quali regole, controlli e standard minimi richiesti per la circolazione della merce, norme sulle sostanze chimiche tossiche, leggi sanitarie, prezzi dei farmaci, libertà di Internet e la privacy dei consumatori, l'energia, i brevetti ed i copyright.

ONORE AI MAGISTRATI CORAGGIOSI

Paolo Borsellino – dopo l’assassinio del suo amico e collega Giovanni Falcone il 23 maggio 1992 – fino alla fine restò coerente con il suo motto: “Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola”. Nei giorni in cui per essere considerati colpevoli, la politica afferma la necessità della condanna definitiva, Paolo Borsellino diceva:

L'equivoco su cui spesso si gioca è questo: si dice quel politico era vicino ad un mafioso, quel politico è stato accusato di avere interessi convergenti con le organizzazioni mafiose, però la magistratura non lo ha condannato, quindi quel politico è un uomo onesto. E NO! questo discorso non va, perché la magistratura può fare soltanto un accertamento di carattere giudiziale, può dire: beh! Ci sono sospetti, ci sono sospetti anche gravi, ma io non ho la certezza giuridica, giudiziaria che mi consente di dire quest'uomo è mafioso. Però, siccome dalle indagini sono emersi tanti fatti del genere, altri organi, altri poteri, cioè i politici, le organizzazioni disciplinari delle varie amministrazioni, i consigli comunali o quello che sia, dovevano trarre le dovute conseguenze da certe vicinanze tra politici e mafiosi che non costituivano reato ma rendevano comunque il politico inaffidabile nella gestione della cosa pubblica. Questi giudizi non sono stati tratti perché ci si è nascosti dietro lo schermo della sentenza: questo tizio non è mai stato condannato, quindi è un uomo onesto. Ma dimmi un poco, ma tu non ne conosci di gente che è disonesta, che non è stata mai condannata perché non ci sono le prove per condannarla, però c’è il grosso sospetto che dovrebbe, quantomeno, indurre soprattutto i partiti politici a fare grossa pulizia, non soltanto essere onesti, ma apparire onesti, facendo pulizia al loro interno di tutti coloro che sono raggiunti comunque da episodi o da fatti inquietanti, anche se non costituenti reati”.

LASCIO SENZA RIMPIANTI

Dopo 30 anni, lascio la rappresentanza legale di una associazione, il cui format di indipendenza, legalità, ideali di lotte alle ingiustizie, restano intatte e rappresentano il buon esempio anche per movimenti che saranno destinati a governare l’Italia, facendola uscire da sudditanza, subalternità ai banchieri ed ai predatori spacciati per imprenditori, movimenti presenti nelle istituzioni che per riparare le macerie di corruzione, illegalità, hanno bisogno di un esercito di spartani con lo spirito di francescani, che si spoglino soprattutto di arroganza, supponenza, libero arbitrio riacquistando l’umiltà, lo spirito di servizio della politica come bene comune ed interesse generale.

“L’uomo è nato libero e ovunque si trova in catene”, diceva J.J. Rousseau, nel contratto sociale, quest’uomo moderno, frutto delle grandi conquiste e delle grandi ferite del progresso scientifico e culturale, un “uomo scisso”, che ha risorse e potenzialità enormemente più sviluppate dell’uomo di natura, ma che al tempo stesso è vittima di violenze e soprusi contro la propria libertà.

Il Contratto Sociale, trattato filosofico-politico di Jean-Jacques Rousseau (1712-1778) pubblicato nel 1762, risponde alle questioni sollevate nei due famosi Discorsi del filosofo ginevrino, quello Sulle scienze e sulle arti (1749) e quello Sull’origine della disuguaglianza tra gli uomini (1754): con l’obiettivo di definire un modello politico di società che  garantisca la costituzione di uno Stato democratico e assicuri la tutela della libertà individuale di ciascuno.

Due le questioni collegate: l’individualismo dei cittadini, da cui deriva l’origine del potere politico, e il contrattualismo, ovvero l’idea che alla base dell’associazionismo politico vi sia un accordo razionale e convenzionale, che permette di superare la semplice legge del più forte (che Rousseau definisce “patto leonino”). L’individuo, nella teoria politica di Rousseau, non è  dipendente e sottomesso ad un altro individuo,  ma è un membro di un corpo politico definito  “io comune” - che si fa garante dei diritti e delle libertà individuali, per risolvere la condizione di ineguaglianza che si è instaurata tra gli uomini e quindi la possibilità di raggiungere un ordine sociale strettamente connessa alla giustizia politica e ad un valore morale. La volontà generale è per Rousseau la volontà dei cittadini costituitisi come corpo comune, all’interno del contratto di associazione; la volontà generale è quindi una forma di decisione collettiva legislativa,  che deve avere cura delle problematiche generali con il fine ultimo e supremo del bene pubblico. L’esercizio della volontà generale viene espresso dalla sovranità, mediante la promulgazione di leggi, su quella sovranità popolare presente nella Costituzione, ceduta o barattata a cleptocrati, tecnocrati, oligarchi non eletti, per un piatto di lenticchie o piccole briciole di potere. L’intero impianto della dottrina politico-economica sul quale si fonda l’Ue, che sostituisce gli Stati coi Trattati, la giustizia con gli arbitrati, assegnando ad un segno monetario, l’euro, funzioni di unità tra culture ed ordinamenti contrapposti, che ha accentuato povertà, miseria, disuguaglianze schiavizzando popoli antichi, è da rivedere. 

 

ADUSBEF, ASSOCIAZIONE A SCHIENA DRITTA

 

Siamo stati testimoni e principali protagonisti nella tutela dei diritti su servizi delicatissimi, quali banche,  assicurazioni, telefonia, risparmio, swap, derivati e denaro dal nulla con denunce serie sui mancati processi di liberalizzazione dei monopoli e cartelli che tengono in ostaggio il paese.

Abbiamo saputo svolgere, pur nella cappa dell’indifferenza e della censura preventiva del servilismo mediatico, nella cornice di un’informazione di regime asseverata ai suoi azionisti di riferimento (quindi alle banche), oppure ai padrini politici, come nell’informazione pubblica Rai adusi ad assecondare il potere e a non registrare mai le voci fuori dal coro - un ruolo importante di riferimento, una leadership indiscussa, anche quando le controparti si sceglievano associazioni di comodo nelle materie bancarie, finanziarie, assicurative.  Autonomia ed indipendenza, sia dal potere politico che da qualsivoglia altro potere, caratteristica che deve rappresentare ragione e peculiarità di chi difende gli interessi diffusi, è ben marcata nel DNA di Adusbef. La nostra storia, seppur misurata in un arco di tempo  lungo 30 anni, è una storia di autonomia, indipendenza, inflessibilità. Abbiamo resistito alle macchine del fango che volevano screditare le nostre limpide azioni di denuncia contro i banchieri ed un potere affaristico che trova sempre sponda nei governi, di qualsiasi colore politico essi siano. Voglio ringraziare tutti gli uomini e le donne che con spirito volontaristico lavorano all’Adusbef, che mi sento di definire la più rigorosa, tenace, preparata ed importante delle associazioni. Chi ha paura, dalle rappresaglie economiche finanziarie del potere finanziario,  muore ogni giorno.

Cari delegati, nella relazione all’ultimo congresso ordinario, del 2015, avevo affermato: ”Mi ricandido per l’ultima volta e per il tempo necessario, orgoglioso di aver tutelato i diritti, la legalità, il bene comune e gli interessi generali del paese”. Sia perché non abbiamo mai piegato la testa di fronte ai potentati, ma anche perché non ci siamo mai lasciata tentare dalle lusinghe di quel potere economico-finanziario, che cerca sempre di acquisire nuovi adepti alla sua causa, né lasciati intimidire dalle rappresaglie dei potentati, giganti dai piedi di argilla come Consob e Bankitalia.  E’ quindi arrivato il tempo di lasciare, nell’occasione del trentennale e del congresso straordinario di oggi, restando immutati eletti e cariche del 2015, fino al congresso ordinario di fine 2018.

“L’amor di sé è da intendere come un sentimento naturale e positivo, che mira alla conservazione della vita, in opposizione all’amor proprio, sentimento negativo che nasce invece dal conflitto con l’altro e dall’impulso alla comparazione con gli altri” diceva Rousseau. Lascio senza rimpianti, se non quello di non aver potuto far comprendere il ruolo legittimo delle minoranze nelle associazioni democratiche, che invece di sbattere i pugni e le porte, avevano il dovere del confronto per ambire con atti, fatti, proposte ed idee più convincenti a diventare maggioranza. Lascio dopo 30 anni la guida di Adusbef che ho fondato, proponendo l’avv. Antonio Tanza alla carica di presidente, l’unico dirigente in grado di portare avanti principi, lotte ed ideali, affinché possano resistere e restare nel tempo, oltre i fondatori. Gli uomini passano, le idee e gli ideali devono restare, resistere, rimanere. Nel paese immorale, dove cricche, lestofanti, faccendieri e manutengoli del potere marcio vengono premiati, con gli onesti perseguitati, bisogna riscoprire la capacità di indignarsi, il coraggio (che era la prima delle virtù per Aristotele)  di battersi per cambiare, restituire speranza, futuro ed onore, specie ai giovani, anche con il buon esempio.  “La speranza – diceva Sant’Agostino- ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”. Chi ha paura, dalle minacce del terrorismo e dalle rappresaglie economiche finanziarie,  muore ogni giorno. Continueremo le lotte. Continuate le battaglie. L’onestà tornerà. Grazie a tutti/e

15/05/2017

Documento n.10530

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