ABI: PATTI CHIARI E LA DECADENZA DEL CAPITALISMO
Acea, Patti Chiari e la decadenza del capitalismo ( Affari e Finanza (La Repubblica) del 09/03/2009 ) Stampa - Guida COPERTINA pag. 1 Acea, Patti Chiari e la decadenza del capitalismo MASSIMO GIANNINI "Il decadente capitalismo internazionale, nelle cui mani siamo finiti, non è un successo. Non è intelligente, non è bello, non è giusto, non è virtuoso". John Keynes lo scriveva nel 1933, su "The New Statesman and The Nation". Ma potrebbe averlo scritto oggi, con la stessa efficacia, sul "Financial Times". Non sta dando bella prova di sé, questo capitalismo in crisi di identità e di liquidità. Un paio di fatterelli colpiscono l?attenzione, in questi ultimi giorni. Il caso Acea è un buon paradigma, in tempi di nostalgia per le nazionalizzazioni. Il nuovo sindaco di Roma Gianni Alemanno, azionista di riferimento della public utility, fa saltare il "ceo" Mangoni e l'intero cda, compromette gli accordi con SuezGaz de France e la joint venture con Electrabel. Fa leva su Caltagirone, socio di minoranza che con appena il 7% del capitale piazzerà al posto di Mangoni un compagno di merende, quel Marco Staderini, già consigliere Rai in quota Udc. Risultato: i francesi si ritirano, il titolo Acea crolla. Alemanno sdrammatizza: "E' normale che in momenti di transizione ci possano essere contraccolpi in Borsa". Transizione, contraccolpi. Parla come Forlani. Cioè non si di cosa parla. Ma così è, se vi piace. Avanti con i nazionalizzatori. Il caso Patti Chiari è un altro cascame di capitalismo autoreferenziale e irresponsabile. Il presidente del consorzio Filippo Cavazzuti scrive una lettera al Sole 24 Ore, per chiarire qualcosa sul famigerato report in cui PattiChiari, tre giorni prima della liquidazione di Lehman Borthers, consigliava proprio le obbligazioni della banca Usa come titoli sicuri. Ora Cavazzuti ci spiega che "PattiChiari non è un marchio di qualità sulla solvibilità dell'emittente di obbligazioni, ma uno strumento che si propone di rendere meglio leggibili e fruibili le informazioni e i giudizi elaborati da fonti esterne". Il Consorzio, cioè, mette informazioni "terze" a disposizione del cliente "favorendone scelte più informate e consapevoli". Perfetto. E infatti, grazie a quel dossier diffuso tre giorni prima del crac, i clienti sono stati più consapevoli della solidità dei titoli Lehman. Qui siamo alla logica delle tre scimmiette: non sento, non vedo, non parlo. Il banchiere con il superbonus non c'entra, perché non sa quello che fanno i suoi dipendenti. Il consorzio non c'entra, perché mette insieme 2informazioni elaborate da fonti esterne". Le autorità di vigilanza non c'entrano mai, per principio. La colpa, alla fine, è sempre e solo del piccolo risparmiatore. Così avido, così amorale. [email protected]09/03/2009
Documento n.7793