3BOND: UNINTESA DAL PROFUMO DI PASSERA VI ACCEDERA'. TANTO,SENZA I CONTROLLI DI BANKITALIA,I COSTI SONO GIA' A CARICO DEI CLIENTI !

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TREMONTI BOND VUOL DIRE IL TRAMONTO DEL POTERE BY PASSERA & PROFUMO - MA ORA VIENE IL BELLUM: VIENNA CONCEDERÀ AIUTI A UNICREDIT SOLO SE ACCETTERÀ IL TRE-BOND - PER INTESA MENO NECESSARIO SE LE CESSIONI AVVERRANNO IN TEMPI RAPIDI – LE 2 BIG STANNO RIDIMENSIONANDO GLI IMPORTI RICHIESTI ORIGINARIAMENTE?... Alessandro Graziani per "Il Sole 24 Ore" UniCredit e Intesa Sanpaolo decideranno in contemporanea, il prossimo 29 settembre, se fare ricorso ai Tremontibond. I consigli delle due grandi banche italiane, forse non del tutto casualmente, sono stati convocati nello stesso giorno. Accentuando la suspence che si è creata sull'eventuale utilizzo degli aiuti di Stato da parte delle grandi banche. A due settimane dalla data dei consigli, nessuna decisione può essere ancora considerata definitiva. «Come da programma, alla fine di questo mese prenderemo la decisione definitiva sui Tremonti bond - ha commentato ieri l'amministratore delegato di Intesa Sanpaolo Corrado Passera - è chiaro che il criterio fondamentale è che la banca abbia tutte le risorse per assicurare tutto il credito richiesto e necessario ». E ha ribadito che la scelta terrà «conto dei nostri risultati, del mercato, di come si è evoluta la situazione». La concreta attuazione del previsto piano di cessioni (Fideuram, banca depositaria, partecipazioni varie a partire da quella in Sia-Ssb) migliorerebbero i coefficienti patrimoniali di Intesa Sanpaolo, rendendo meno necessario l'utilizzo dei Tremonti bond. O quantomeno, potrebbe essere ridotto l'importo rispetto ai 4 miliardi previsti a marzo (quando la crisi dei mercati era al culmine). Le prossime due settimane, dunque, saranno decisive per verificare se le cessioni ipotizzate saranno realizzabili in tempi rapidi. Diversa la situazione di UniCredit. Anche la banca guidata dall'amministratore delegato Alessandro Profumo aveva prenotato lo stesso importo di Bond di Stato (4 miliardi). Ma spalmati, circa a metà, tra Italia e Austria. L'esatto importo non è mai stato quantificato, essendo subordinato alle negoziazioni di Profumo con il Governo austriaco. A Vienna, UniCredit controlla Bank Austria, cui fanno capo gran parte delle banche che il gruppo possiede nel Centro-Est Europa. Pur essendo un gruppo con base in Italia, l'UniCredit aveva e ha diritto ad accedere ad aiuti di Stato anche in Austria. E il Governo di Vienna si è sempre detto disponibile a intervenire - con strumenti analoghi ai Tremonti bond, anche se il Premier austriaco di recente aveva ipotizzato un coinvolgimento azionario -, come peraltro ha già fatto con Raffeisen ed Erste (le altre due grandi banche austriache). Ma proprio per la peculiarità della struttura del gruppo UniCredit, gli aiuti di Stato in Austria sono subordinati a quelli del Paese in cui il gruppo ha la sua sede principale. In sostanza: il Governo di Vienna concederà aiuti all'italiana UniCredit solo se anche il Governo italiano lo fa. Con la conseguenza che Profumo non potrà chiedere i bond a Vienna e non a Tremonti. Mentre è possibile fare l'opposto: sì in Italia, no in Austria. Rinunciare ai Tremontibond, dunque, comporterebbe per UniCredit la rinuncia tout court a qualunque tipo di aiuto di Stato. Forte di un Core Tier 1 del 6,85% a fine giugno, probabilmente in miglioramento ulteriore a settembre per la riduzione degli Rwa, UniCredit non ha grandi attività non strategiche da mettere in vendita (a differenza di Intesa Sanpaolo, che ha un Core Tier 1 del 6,9% elevabile con le cessioni di asset). Che decisione prenderanno i due big italiani del credito? A giudicare dalle insolitamente dure dichiarazioni di domenica del presidente dell'Abi Corrado Faissola («il ricorso ai Tremonti bond vale solo per operazioni di quasi salvataggio») sembrerebbe che le banche stiano preparando il terreno a un dietrofront o, più probabilmente, a un ridimensionamento della richiesta rispetto agli importi prenotati originariamente. Ma forse Faissola si riferiva solo alle due big. Le banche medie, infatti, vanno avanti secondo il programma previsto. Oltre al Banco Popolare, che ha già incassato 1,45 miliardi di Tremonti bond, domani toccherà alla Popolare di Milano formare la sottoscrizione di 500 milioni. E il Monte Paschi conferma di voler procedere nei tempi stabiliti per 1,9 miliardi.

15/09/2009

Documento n.8180

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