I CONSUMATORI POSSONO CITARE IN GIUDIZIO IN ITALIA LE SOCIETÀ DEL GRUPPO VOLKSWAGEN PER LE MANIPOLAZIONI SUI VEICOLI

in Comunicati stampa

Un altro importante riconoscimento per i consumatori nell’ambito dello scandalo Dieselgate scoppiato nel 2015, quando fu scoperto che la Volkswagen, per ottenere l’omologazione dei veicoli con un motore EA 189 Euro 5, aveva dotato le sue auto di un software in grado di eludere i test sulle emissioni per farle rientrare nei limiti consentiti.

Con l’importantissima sentenza del 9 luglio 2020, la Corte Ue ha definitivamente sancito la facoltà per gli acquirenti di auto del gruppo Volkswagen di proporre azioni di risarcimento contro la società dinanzi ai giudici del proprio Paese e non in Germania.

Si tratta di una decisione importantissima per tutti coloro i quali abbiano acquistato un’auto del Gruppo VW, Audi, Seat e Skoda con motore EA189 Euro 5 dal 15 agosto 2009 al 26 settembre 2015 equipaggiate con i motori incriminati – ha dichiarato il Presidente nazionale Adusbef Avv. Antonio Tanza – in quanto, come azione a tutela dei diritti dei consumatori, attendevamo soltanto l’esito di questa pronuncia per dare definitivamente il via alle azioni che verranno intraprese sul territorio nazionale”.

Con la sentenza “Verein für Konsumenteninformation/Volkswagen”, la Corte UE ha interpretato il reg. n. 1215/2012, a seguito di rimessione da parte di un Tribunale austriaco, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di risarcimento danni per l’acquisto di un veicolo acquistato e consegnato presso un rivenditore austriaco, dovendo sciogliere preliminarmente la questione relativa al luogo in cui il danno si è concretizzato.

Secondo la pronuncia del 09 luglio scorso, il reg. n. 1215/2012 stabilisce la competenza giurisdizionale, in via di principio, degli organi giurisdizionali dello Stato membro in cui il convenuto ha il domicilio; tuttavia, in materia di illeciti civili, il regolamento attribuisce una competenza speciale all’organo giurisdizionale del luogo in cui si è concretizzato il danno e a quello del luogo in cui si è verificato l’evento generatore di tale danno. Di conseguenza, il convenuto può essere citato, a scelta dell’attore, dinanzi al giudice dell’uno o dell’altro luogo.

La notevole portata di tale decisione viene evidenziata dall’Avv. Tanza in questi termini: “Poiché il danno si concretizza al momento dell’acquisto nello Stato Membro del veicolo per un prezzo superiore al suo valore reale, gli acquirenti potranno adire l’autorità giudiziaria italiana per il riconoscimento della diminuzione del valore dei veicoli risultante dalla differenza tra il prezzo pagato e il valore reale della vettura a causa dell’installazione di un software che manipola i dati relativi alle emissioni dei gas di scarico”.

Ad ogni modo, poiché l’inchiesta ha coinvolto le vetture acquistate dal 2009 al 2015, Adusbef invita gli utenti a contattare l’associazione per l’inoltro alla società venditrice di una comunicazione idonea ad interrompere il decorso del termine di prescrizione del proprio diritto; potrà essere utilizzato l’indirizzo mail [email protected] con oggetto “Scandalo Volkswagen”.

 

05/08/2020

Documento n.14944

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