UNICREDIT: LE VENTILATE NOMINE DI NICASTRO ED ERMOTTI (DIRETTORI GENERALI) E FIORENTINO, NEL SEGNO DI PROFUMO.

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COMUNICATO STAMPA UNICREDIT: LE VENTILATE NOMINE DI NICASTRO ED ERMOTTI (DIRETTORI GENERALI) E FIORENTINO, NEL SEGNO DI PROFUMO. Mentre la banca è stata recentemente condannata dal Tribunale di Rimini a restituire 651.632,43 euro, più interessi legali,per la nullità di alcuni contratti derivati (tre contratti derivati, del tipo 'interest rate swap', con finalità di ammortamento del debito tra il 2001 ed il 2003) stipulati dal Comune di Rimini con il gruppo UniCredit, le ventilate nomine di riassetto ai vertici di Unicredit avvengono nel segno della continuità con l’ex amministratore delegato recentemente licenziato. L’ex UBM,oggi UnicreditSpa,scelto dall’amministrazione riminese come affidatario dell'incarico di advisor e, per effetto dell'attività di consulenza svolta per il Comune,aveva consigliato la stipulazione a più riprese dei tre contratti derivati (con diversa scadenza 2007, 2011, 2015, alcuni dei quali rinegoziati in costanza di rapporto contrattuale) prima con il Credito Italiano e poi con UniCredit Banca d'Impresa (oggi UniCredit Corporate Banking spa),aveva fatto registrare nel portafoglio derivati del Comune di Rimini flussi differenziali complessivamente negativi. Contrariamente alle indicazioni del presidente della Fondazione Cassamarca,Dino De Poli, che si è già pronunciato per un solo direttore generale, affermando che: “sono troppi non solo i due direttori generali ma anche i vice direttori. Unicredit deve stare attento, deve essere capace di una gestione forte, unitaria e pubblicizzabile, altrimenti - ha aggiunto- si rischia la divisione delle spoglie del caro estinto”, il comitato nomine dovrebbe portare al cda di domani le nomine di Nicastro ed Ermotti direttori Generali, Fiorentino direttore delle operazioni, nel segno della continuità con Profumo. Alla “spartizione delle spoglie del caro estinto”,Adusbef auspica che possano partecipare anche i vessati utenti, ai quali Unicredit continua ad applicare condizioni intollerabili in un mercato concorrenziale, che registra in Italia costi di gestione dei conti correnti più cari del mondo pari ad una media di 300 euro, con la Spagna,seconda classificata dei Paesi più cari con 211 euro,contro una media di 114 euro dei 27 paesi europei, con Bulgaria,Belgio,Olanda, Portogallo e Danimarca al di sotto dei 70 euro l’anno. Elio Lannutti (Adusbef) Roma,25.10.2010

25/10/2010

Documento n.8748

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