TELEFONIA FISSA: SE SI VUOLE ARRESTARE L’EMORRAGIA,DIMEZZARE L’ALTO COSTO DEL CANONE PER ARRIVARE A SUA ABROGAZIONE
COMUNICATO STAMPA TELEFONIA FISSA: SE SI VUOLE ARRESTARE L’EMORRAGIA,DIMEZZARE L’ALTO ED INSOPPORTABILE COSTO DEL CANONE,PER ARRIVARE A SUA ABROGAZIONE. ADUSBEF PUBBLICA SUL SITO FAX SIMILE DISDETTA CANONE TELECOM ITALIA. Come Adusbef aveva già previsto, l’aumento del canone varato da Telecom Italia e scattato dal 1 febbraio 2009, arrivato a 16,08 euro al mese, sta avendo un effetto boomerang sulla stessa Telecom, perché molte famiglie impoverite che non arrivano neanche più alla seconda settimana, per tentare la quadratura dei conti ed arginare le spese, saranno sempre più costrette a tagliare i costi del canone che pesano per quasi 200 euro l’anno (192,96 euro per la precisione),non potendo recuperare neppure l’Iva che pesa per il 20%. Le facili previsioni dell’Adusbef sembrano acclarate infatti dai dati AGCOM trasmessi di recente al Parlamento,secondo i quali gli italiani disertano le sempre più rare cabine telefoniche e ben tre famiglie su 10, anche per ragioni economiche, non hanno più il telefono fisso in casa, ben il 30% delle famiglie ha dato disdetta negli ultimi anni al canone telefonico, con una significativa variabile regionale certamente ascrivibile a ragioni economiche: nelle regioni del Nord e del Centro la penetrazione si aggira sul 70-75%, mentre nel Mezzogiorno il livello medio scende al 55-60% ! Questa progressiva flessione della telefonia pubblica, che va avanti negli ultimi anni e rientra nel generale e progressivo abbandono della telefonia fissa a tutto vantaggio dei cellulari, dovrebbe indurre l’ex monopolista a studiare una progressiva riduzione del canone telefonico (che per le utenze affari è di 27 euro al mese, ben 324 euro l’anno),per tentare di arrestare l’emorragia delle disdette, che tuttavia Adusbef continua a proporre,pubblicando sul suo sito un fac-simile ed alcune istruzioni per poter utilizzare i telefoni a costi contenuti in guisa della telefonia fissa. La miope strategia di procedere all’aumento del canone da parte dei vertici aziendali, soprattutto in una fase di gravissima crisi economica come l’attuale e di tiro alla cinghia per grandi masse di famiglie impoverite è sbagliata e nociva per la stessa Telecom, perché quei margini di ricavi che si riescono ad ottenere dagli aumenti, vengono mangiati e persi con le numerose disdette e perfino con una contrazione di ricavi da traffico. Occorre prendere atto che nella società dell’informazione,i balzelli e gli altri oneri impropri,come è appunto il canone Telecom, non sono più ammissibili perchè respinti dai nuovi consumatori, ormai più maturi, non più disponibili a pagare i costi impropri che prescindano dall’erogazione del servizio. Poiché la telefonia fissa consente il collegamento ad internet, quando ci sarà la diffusione più capillare delle nuove tecnologie che consentiranno di far attivare anche sui telefoni cellulari i collegamenti alla rete,allora resteranno ben pochi a pagare canoni telefonici vetusti e percepiti come tanti microscopici “pizzi”.25/07/2009
Documento n.8089