TELECOM: DELUDENTE PIANO DI RIASSETTO CON ANTICA LOGICA PREDATORIA.
COMUNICATO STAMPA TELECOM: DELUDENTE PIANO DI RIASSETTO CON ANTICA LOGICA PREDATORIA. DEVASTANTE POLITICA DEI DIVIDENDI, CHE PER PAGARE I DEBITI CONTRATTI CON LE BANCHE, SACCHEGGIA IL CORE BUSINESS DI UN’AZIENDA CHE NON INVESTE PIU’ IN RICERCA E INNOVAZIONE,TRASCURANDO QUALITA’ SERVIZIO PEGGIORATO E DEGRADATO AL PUNTO TALE, DA FAR RIMPIANGERE I “BOIARDI DI STATO”. UN’AZIENDA CHE DIFENDE LO SCATTO ALLA RISPOSTA, ODIOSISSIMO BALZELLO CHE REMUNERA INEFFICIENZA E CADUTE DI LINEA,NON PUO’ AVERE UN FUTURO. Sono deludenti e preoccupanti le linee strategiche emerse dal cda di Telecom Italia, vera e propria continuità con l’antica logica predatoria e di devastante politica dei dividendi,offerti sempre dal 1999 (anno della privatizzazione) ed a prescindere dagli utili, per remunerare principalmente il patto di sindacato, che si era indebitato con le banche per dare la scalata ad un’azienda strategica per gli interessi del Paese ed i diritti dei consumatori. I bilanci di Telecom Italia,già scrutinati dal 1999 al 2006 dalla Banca della Solidarietà e da Practice Audit, che dovrebbero suscitare l’attenzione d’ufficio della magistratura penale per un saccheggio continuo e devastante degli asset e del patrimonio aziendale, dimostrano la disattenzione e la trascuratezza nell’innovazione, nella ricerca,nell’ammodernamento delle reti per migliorare la qualità di un servizio,così nettamente peggiorato e degradato da far rimpiangere i vecchi “boiardi di Stato”,che almeno garantivano tempi certi nell’attivazione delle linee e nella riparazione dei guasti. Un’azienda come Telecom Italia che continua a percepire un gravoso canone telefonico, certamente da abrogare perché non offre un corrispettivo adeguato di servizio,che difende lo scatto alla risposta,odiosissimo balzello premiale direttamente proporzionato all’inefficienza della rete (quale interesse all’investimento per ammodernarla, quando si incassano 2,5 miliardi di euro di scatti alla risposta,spesso commisurati alla caduta delle linee per il degrado della rete ?), non può avere un futuro,né una prospettiva di recuperare con i consumatori, un servizio di qualità. Troppi gli addebiti indebiti,i servizi non richiesti,i disservizi telefonici,i pacchi di internet veloce rifilati ad anziani che non sanno utilizzare la rete,i disservizi quotidiani,la lentezza esasperante nella riparazione dei guasti,il muro di gomma dei consenter eretto per sfiancare e sfinire i cittadini che reclamano. Adusbef è favorevole quindi all’abolizione dello scatto alla risposta, per far recuperare alle aziende efficienza nell’erogazione dei servizi,perché come ha affermato il presidente dell’’AGCOM Calabrò:. "Lo scatto alla risposta costituisce un'ulteriore anomalia". Spesso capita che in assenza di campo o a causa di problemi legati al servizio, la linea cada. E quando l'utente richiama è costretto a pagare nuovamente lo scatto alla risposta. Secondo il presidente dell'Agcom "ciò contraddice il principio secondo il quale è giusto pagare solo per il consumo effettivo. In tal senso - ha affermato - abbiamo inviato una segnalazione al Governo affinché in sede di conversione del decreto Bersani si provveda anche su questo punto". Ma oltre all’abrogazione dello scatto alla risposta e ad una trasparenza tariffaria verso il cartello europeo del roaming internazionale,vero e proprio salasso a danno degli utenti che vanno in giro per l’Europa,il Governo deve abrogare la tassa di concessione governativa, che grava per 5,16 euro la mese per le utenze famigliari,12,9 euro mensili per le utenze business, riequilibrando così quei rapporti contrattuali tra Stato ed aziende concessionarie. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,9.3.200709/03/2007
Documento n.6484