SUB-PRIME,DERIVATI AVARIATI E FINANZA CREATIVA DEI BANCHIERI: AZZERARE L'OLIGARCHIA FINANZIARIA E COSTRUIRE DALLE MACERIE UNA NUOVA BRETTON WOODS
IL G8 PER UNA NUOVA BRETTON WOODS Noi proponiamo che la riforma della Nuova Bretton Woods, cioè la riorganizzazione del sistema monetario e finanziario internazionale in crisi di collasso, sia messa come primo punto dell’agenda al prossimo summit del G8 programmato all’Isola della Maddalena in Sardegna nel luglio 2009. Sosteniamo anche che si debba da ora lavorare perché tale progetto arrivi in fase di elaborazione avanzata a questo tavolo di decisione. Le convulsioni finanziarie scatenate dal crollo dei mutui subprime dell’estate 2007 sono solo un anello di una lunga catena di momenti di una crisi finanziaria ed economica sistemica. La tanto decantata autoregolamentazione del mercato si è dimostrata totalmente incapace di mantenere il sistema su binari funzionanti. Il fatto che anche i fautori e gli organizzatori della deregulation economica siano giunti a questa conclusione non dovrebbe creare l’illusione che esiste un consenso di analisi e di contromisure necessarie. La crisi, che ha avuto una accelerazione esponenziale negli ultimi 10-15 anni, è in realtà partita con la decisione del 15 agosto del 1971 di sganciare il dollaro, moneta dei pagamenti internazionali e del commercio mondiale, dal valore delle riserve auree. L’oro, che non ha qualità magiche, serviva solamente ad ancorare il valore del dollaro e delle altre monete a un riferimento reale. Da quel momento si è permesso la crescita cancerosa di capitale fittizio, un sistema di cambi monetari fluttuanti e il progressivo sganciamento della finanza, soprattutto quella speculativa, dagli andamenti sottostanti dell’economia reale produttiva. Il sistema finanziario e monetario sempre più deregolamentato e sottratto ai controlli preposti, ha minato ogni forma di governance dando così origine ad una serie di bolle finanziarie, fagocitando i settori industriali commerciali e agricoli produttivi. La bolla speculativa finanziaria più pericolosa e fuori da ogni controllo è quella dei cosiddetti prodotti finanziari derivati. Secondo le stime della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea, il valore nozionale dei derivati Over The Counter (OTC), cioè quelli trattati fuori dai mercati ufficiali e non registrati sui bilanci delle banche e degli altri operatori finanziari, ammonta a oltre 600.000 miliardi di dollari, con un aumento medio esponenziale annuo del 25%! Basta paragonare questa bolla speculativa, inesistente 20 anni fa, al PIL mondiale, calcolato intorno a 55.000 miliardi di dollari a prezzi correnti, per avere la fotografia della crisi. Più recentemente, e con una pressione sempre crescente, questa speculazione in derivati (futures, ecc.) si sta impadronendo di settori produttivi strategici come l’energia, il petrolio, le materie prime e i prodotti alimentari, provocando artificialmente impennate inflazionistiche sui prezzi che avranno conseguenze drammatiche anche sul piano sociale, migratorio, ambientale, politico e militare. Gli Stati e i Governi, le banche centrali e altre simili istituzioni, che sono stati sempre più esautorati dal processo di deregolamentazione, adesso sono chiamati dalle stesse banche e finanziarie in crisi a intervenire con i soldi pubblici a coprire le perdite, a iniettare nuova liquidità in un sistema fallimentare. Per cui sempre più governi e istituzioni chiedono a gran voce una nuova architettura monetaria e finanziaria globale, una Nuova Bretton Woods, come il governo russo e quello cinese, tutti i paesi emergenti e recentemente, a nome di grandi organizzazioni politiche e sociali, anche un gruppo di leader della socialdemocrazia europea guidato dall’ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt. L’Italia è stata pioniera in queste iniziative: recentemente è stato il ministro dell’economia Giulio Tremonti a farsi promotore della Nuova Bretton Woods, ma già nel 2005 una mozione per una Nuova Bretton Woods presentata dall’ex Sottosegretario alle Finanze Mario Lettieri, venne dibattuta e approvata dalla maggioranza della Camera dei Deputati. Come nella conferenza del 1944 tenutasi nella città di Bretton Woods nello stato del New Hampshire (USA), dove si incontrarono i rappresentanti dei governi del mondo occidentale per definire un sistema di relazioni economiche e monetarie per regolamentare la ricostruzione del dopoguerra e i futuri rapporti internazionali, oggi i capi di stato e di governo di tutto il mondo, affiancati da istituzioni internazionali e anche da gruppi privati interessati, devono ritrovarsi per esercitare la loro autorità congiunta e collettiva, per definire le nuove regole di un sistema monetario e finanziario capace di sostenere lo sviluppo di tutti i partecipanti e affrontare le sfide globali del futuro. Ecco alcuni punti della Nuova Bretton Woods. Riforma del sistema monetario, reintroducendo tra l’altro: a) la stabilità di un sistema moderno di cambi fissi, modificabili solamente nel contesto di accordi sottoscritti dalle parti e agganciati agli andamenti delle economie reali, b) l’ancoraggio ad un sistema di riserve auree oppure a un paniere di materie prime e/o di monete da stabilire, c) la definizione di una nuova moneta o di un paniere di monete (quindi non più solamente il dollaro) accettato nel sistema dei pagamenti internazionali, d) controlli contro la speculazione sui cambi, e) controlli sui movimenti di capitali, f) creazione di una sistema di credito a doppio sportello con tassi di interessi bassi e a lungo termine per gli investimenti produttivi e tassi alti e punitivi per le operazioni puramente finanziarie, g) definizione dei nuovi compiti delle organizzazioni internazionali come il FMI e la Banca Mondiale, il cui ruolo è stato stravolto nelle crisi recenti. Riforma del sistema finanziario, attraverso tra l’altro: a) il congelamento dei prodotti derivati esistenti, b) l’introduzione di regole per vietare gli accordi privati OTC, per prosciugare la bolla dei derivati, e per definire il loro funzionamento futuro, c) l’obbligo di negoziazione in borsa dei derivati, di standardizzazione, di autorizzazione da parte di un’autorità di controllo, d) la soppressione dei centri off-shore, e) l’interdizione delle attività speculative degli hedge fund, delle operazioni di cartolarizzazione (emissione di titoli sulla base di altri titoli di debito), f) l’aumento della tassazione per sia sulle operazioni finanziarie speculative che sui redditi provenienti dalle suddette operazioni, g) il sostegno del settore bancario e creditizio pubblico e privato necessario e indispensabile alla politica di investimenti reali e produttivi. Riforma del sistema commerciale, attraverso tra l’altro: a) la revisione dell’accordo del World Trade Organizations che ha deregolamentato anche le produzioni e i commerci a scapito dell’efficienza e della produttività dell’intero sistema, b) la promozione e il sostegno di grandi investimenti infrastrutturali a livello continentale nei settori dei trasporti, energia, comunicazioni, R&D ecc., c) creazione di organismi di finanziamento (bond produttivi) di simili progetti come ad esempio previsto dal “Piano Delors”, d) riforme fiscali favorevoli agli investimenti e al riutilizzo virtuoso dei profitti nel sistema produttivo; definizione di principi doganali, di protezioni sociali e di garanzie ambientali in un nuovo trattato di unione commerciale globale. Vogliamo quindi promuovere con più forza la libertà di azione e di decisione dei veri attori della crescita economica e sociale, della stabilità monetaria e di quella finanza impegnata nello sviluppo produttivo. Roma, giugno 2008 Elio Lannutti, Presidente Adusbef,Senatore IDV, membro Commissione Finanze Paolo Raimondi, economista, presidente Ass. “Diritti Civili – Nuova Frontiera”20/06/2008
Documento n.7361