SIGNORAGGIO: BANKITALIA PAGA ED EVITA IN EXTREMIS IL PIGNORAMENTO DELLA SCRIVANIA DEL GOVERNATORE FAZIO
SIGNORAGGIO: BANKITALIA PAGA ED EVITA IN EXTREMIS IL PIGNORAMENTO DELLA SCRIVANIA DEL GOVERNATORE FAZIO,DISPOSTA PER DOMANI ORE 10,00. MA,ANCHE SE IMPUGNATA IN CASSAZIONE, RICONOSCE COSI’ IL RISARCIMENTO DI 5 MILIARDI DI EURO DI INDEBITO DIRITTO DI SIGNORAGGIO, QUANTIFICATO DALLA PERIZIA TECNICA,NELLA SENTENZA DEL GIUDICE DI PACE COSIMO ROCHIRA DEL TRIBUNALE DI LECCE,CHE DOVRA’ RISARCIRE AI CITTADINI ITALIANI. La Banca d’Italia ha evitato in extremis, il pignoramento della scrivania del Governatore della Banca d’Italia Fazio,che doveva essere eseguito domattina alle ore 10,00 da un ufficiale giudiziario, per effetto della sentenza n..2978/2005,emessa dal Giudice di Pace di Lecce dr. Cosimo Rochira il 15 settembre 2005,che aveva condannato Via Nazionale,diramazione della BCE, a rimborsare un socio Adusbef, per l’illecito diritto di signoraggio,quantificato da una perizia tecnica in 5 miliardi di euro,ossia 87 euro per ogni cittadino italiano residente. Ha infatti inviato un vaglia cambiario n. 1698016555 di 276,68 euro (87 euro più le spese), corrispondente all’importo precettato,a favore di Giovanni De Gaetanis,il socio Adusbef che assistito dall’avv. Antonio Tanza aveva proposto e vinto il ricorso pilota davanti al Tribunale di lecce,che aveva ha dichiarato,seppur in prima istanza,nullo un diritto feudale di signoreggio (come la carica del Governatore) quantificato in 5 miliardi di euro. Il Giudice di Pace del Tribunale di Lecce dr. Cosimo Rochira,nella causa civile iscritta al n.3712/04, ed intentata da Giovanni De Gaetanis,associato Adusbef difeso dal vicepresidente Avv. Antonio Tanza, ha emesso una clamorosa sentenza depositata in cancelleria il 26 settembre 2005 al numero 2978/05, contro la Banca Centrale Europea e,per essa,la locale articolazione individuata nella Banca d’Italia. Per effetto di tale sensazionale sentenza,la Banca d’Italia,che si è appropriata indebitamente di una somma enorme,pari a 5 miliardi di euro sotto la voce “reddito da SIGNORAGGIO”,dovrà restituirla alla collettività per un importo pari ad 87 euro per ogni cittadino residente in Italia alla data del 31 dicembre 2003, neonati compresi. E’ il primo colpo giudiziario in assoluto al diritto di SIGNORAGGIO,che arriva da un giudice di Pace di Lecce, Cosimo Rochira,che ha condannato la Banca d’Italia a pagare 87 euro a un cittadino italiano,per l’indebita appropriazione di una somma enorme,pari ad oltre 5 miliardi di euro dal 1996 al 2003, che per diritto spetta allo Stato italiano. Il SIGNORAGGIO è un antico istituto derivante dal “sovrano che battendo moneta”, ne garantiva il valore nel tempo ed in cambio di quella specifica garanzia feudale (come la carica a vita del Governatore della Banca d’Italia), tratteneva una parte di quell’oro. Oggi che neppure le riserve auree garantiscono più la moneta,al punto che è sparita la scritta "pagabili al portatore",è rimasto quel diritto feudale di SIGNORAGGIO i cui proventi vengono incamerati dalla Banca d’Italia,che non appartiene più allo Stato ma a banche private ed altri soggetti che incassano parte di tale introiti.I cittadini quindi hanno continuato a pagare quella che è diventata una sorta di tassa agli istituti di credito, in violazione dello stesso statuto della Banca d’Italia che all’articolo 3, comma 3 parla chiaro: la banca appartiene allo Stato". Quindi, è stata la conclusione del giudice la sottrazione del reddito da SIGNORAGGIO in danno alla collettività è di 87 per singolo cittadino residente alla data del 31 dicembre 2003,per un controvalore di 5.023.632.491 euro,che deve essere restituito. Un altro duro colpo ad un Governatore che si continua a comportare come un “sovrano”,un monarca assoluto,arroccato a difendere con le unghie e con i denti assurdi privilegi,che cadranno tutti sotto i maglio della magistratura,sia civile che penale. Sul sito dell’Adusbef fac-simile ed atto di citazione che ogni cittadino può e deve fare,contro la Banca d’Italia,per la restituzione del maltolto. Il Presidente Elio Lannutti Roma,19.12.2005 Il Giudice di Pace di Lecce, Cosimo Rochira, definitivamente pronunciando cosi provvede: a) Accoglie la domanda per i suddetti motivi e condanna la convenuta, anche in via equitativa, a corrispondere all’attore la somma di euro 87,00 a titolo di risarcimento del danno derivante dalla sottrazione del reddito di signoreggio, oltre interessi legali dalla domanda all’effettivo soddisfo” CONCLUSIONIPERITALI Sulla base degli approfondimenti eseguiti, lo scrivente ritiene di poter affermare che la proprietà della moneta, la politica monetaria e i suoi proventi siano di competenza esclusiva dello Stato e per riflesso della collettività nazionale.Conseguentemente, per il periodo preso in esame 1996/2003, la sottrazione del reddito di SIGNORAGGIO in danno della collettività (quota attribuita a soggetti privati dalla Banca d’Italia) può determinarsi, alla luce dei criteri precedentemente esposti e dei prospetti analitici di calcolo sopra riportati, in complessivi €uro 5.023.632.491 , corrispondente a un danno medio rilevato per cittadino residente alla data del 31.12.2003 di €uro 87 SINTESI DELLA PERIZIA CORREDATA DA TABELLE A SUFFRAGIO DELLA CLAMOROSA SENTENZA DEL GIUDICE DI LECCE COSIMO ROCHIRA Alla luce di quanto sopra analizzato, in merito alla determinazione del reddito monetario conseguito dalla Banca d’Italia ai fini del calcolo del danno medio subito dalla collettività nazionale per la relativa sottrazione e attribuzione a soggetti privati, è opportuno fare alcune considerazioni.In primo luogo si deve considerare che la Banca d’Italia è una azienda e il reddito monetario rappresenta la principale componente positiva del reddito – dalla quale peraltro conseguono tutte le entrate dell’Istituto. Tale entrata, però, non può essere valutata separatamente estrapolandola dal bilancio e dal conto economico della Banca, in quanto solo attraverso la somma algebrica dei suoi componenti positivi e negativi si determina il risultato d’esercizio, che rappresenta il reddito netto generato dall’attività monetaria svolta dalla Banca. Inoltre, come si è visto, la Banca d’Italia distribuisce l’utile di esercizio conseguito, ai sensi dello statuto, parte allo Stato e parte ai partecipanti privati del suo capitale sociale. E’ evidente che solo questa ultima parte, integrata dagli accantonamenti dell’utile alle riserve ordinaria e straordinaria e dagli accantonamenti del fruttato delle stesse riserve, rappresenta una sottrazione di risorse allo stato (e per esso alla collettività nazionale), al quale compete esclusivamente la politica monetaria ed i suoi proventi.Pertanto, se da un lato è complesso, in particolare da quando la titolarità della politica monetaria si è trasferita alla BCE per gli articolati meccanismi di distribuzione del reddito di signoreggio alle BCN, quantificare la parte di reddito monetario sottratta alla competenza esclusiva dello Stato, dall’altro, anche ove questa fosse esattamente determinata, non terrebbe conto dei componenti negativi di bilancio e quindi dei costi sostenuti dalla Banca per realizzare tale reddito.Una rappresentazione prudente del danno sostenuto dalla collettività per la sottrazione del reddito monetario maturato deve, quindi, riferirsi esclusivamente agli utili di bilancio netti conseguiti dalla Banca d’Italia (rettificati come sopra descritto con gli accantonamenti e la distribuzione delle riserve) e non assegnati allo Stato.D’altra parte, applicando tale modalità di calcolo, una corretta remunerazione degli apporti effettuati dai partecipanti privati alla Banca d’Italia, e relativi esclusivamente alle quote di capitale sociale conferito (€uro 156.000), non può alterare in misura significativa il valore, così determinato, del reddito monetario sottratto alla collettività.In ogni caso, ai fini del calcoli effettuati, lo scrivente ha ritenuto di considerare, quale corretta remunerazione del capitale sociale, la distribuzione deliberata ai partecipanti dell’utile d’esercizio, corrispondente (in ossequio allo statuto) al 10% del capitale sociale.A questo proposito deve osservarsi che la media della distribuzione di dividendi annuali ai titoli bancari quotati (inclusi i partecipanti alla Banca d’Italia) non supera il 5%, per cui la remunerazione del 10% del capitale sociale, stabilita dallo statuto e deliberata annualmente, deve ritenersi congrua.Inoltre il sottoscritto, nell’elaborazione dei calcoli, ha tenuto conto, per i riflessi della distribuzione complessiva dei redditi della Banca d’Italia, della percentuale del capitale sociale (5%) detenuto dall’I.N.P.S., che in quanto Istituto Pubblico totalmente controllato e governato dallo Stato, non può essere considerata una partecipazione privata.Lo scrivente ha potuto esaminare i Bilanci e relativi allegati pubblicati dalla Banca d’Italia degli esercizi 1997-1998-1999-2000-2001-2002-2003, che si allegano sub D; ha potuto inoltre estendere l’analisi all’esercizio 1996, in quanto i dati sono desumibili dalla comparazione con l’anno precedente del Bilancio 1997. Nella seguente Tabella sono stati analiticamente riportati i calcoli del reddito monetario sottratto allo Stato, elaborati dallo scrivente sulla base dei criteri sopra esposti, per il periodo 1996/2003….19/12/2005
Documento n.5436