SCANDALO ANTONVENETA: IL PRESIDENTE CONSOB CARDIA,OLTRE AD ESSERE INCRIMINATO,DEVE ESSERE IMMEDIATAMENTE DIMISSIONATO !

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA SCANDALO FIORANI-BPI: BANKITALIA E CONSOB ERANO A CONOSCENZA DELLA SCALATA OCCULTA ED ILLEGALE AD ANTONVENETA DENUNCIATA DA ADUSBEF. PER QUESTO, INVECE DI ESSERE ACCOLTI COME PARTI CIVILI NEL PROCESSO PENALE,DEVONO STARE,COME ADUSBEF CHIEDE, SUL BANCO DEGLI IMPUTATI. IL PRESIDENTE CONSOB CARDIA,DEVE ESSERE IMMEDIATAMENTE DESTITUITO ! Dalle carte processuali depositate dai Pm della Procura della Repubblica di Milano, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti nel processo penale ai “furbetti del quartierino”,sono emerse responsabilità gravi ed oggettive della Consob e della Banca d’Italia,in merito alla scalata ad Antonveneta. Consob e Bankitalia,che hanno il dovere di vigilare sulla correttezza e trasparenza dei mercati e che chiedono spudoratamente di essere considerate parti offese nel procedimento penale, erano a conoscenza fin dalle origini,del progetto del ragionier Fiorani che aveva rastrellato illegalmente,fin dal 5 febbraio 2005,il 15% delle azioni Antonveneta tramite 19 correntisti, mentre il primo atto formale per bloccare la scalata,avvenne il 10 maggio successivo, ben 95 giorni dopo,anche a seguito delle denunce (ben tre esposti) presentate dall’Adusbef alle Procure della Repubblica di Roma e di Milano tra fine marzo e gli inizi di aprile 2005. Adusbef,presente all’udienza odierna a Milano, tramite gli avv. Prof. Alfredo Galasso, avv. Licia D’Amico e avv. Marisa Costelli, chiederà ai magistrati che i vertici di Consob e di Bankitalia, che vorrebbero addirittura avere la spudoratezza di costituirsi parti lese (ma non contro l’ex Governatore Fazio), e che viceversa sono complici di un misfatto delittuoso di Fiorani & Soci, vengano incriminati d’ufficio, perché ben a conoscenza di un disegno criminoso a danno del mercato, degli azionisti,risparmiatori ed utenti dei servizi bancari,che solo le indagini della magistratura, sono riuscite a fermare. Scrive Walter Galbiati su La Repubblica di oggi,pag.63: “Che la Consob e la Banca d'Italia sapessero da tempo cosa stesse accadendo in Borsa ai titoli Antonveneta, lo dimostra un appunto della Banca d'Italia firmato da Claudio Clemente, allora vice capo del Servizio di Vigilanza. In quel documento si dà conto di una riunione avvenuta il 23 febbraio 2005 e viene messo nero su bianco che secondo la Consob, "dalle informazioni acquisite a seguito della richiesta di chiarimenti risulta che la popolare lodigiana avrebbe acquistato azioni dell'Antonveneta per conto di 19 soggetti terzi, per una percentuale complessiva oscillante intorno al 15% del capitale". Alla riunione parteciparono per la Consob, il funzionario generale Antonio Rosati e Massimo Ferrari, responsabile della divisione Emittenti. Per la Banca d'Italia, lo stesso Clemente, il capo della Vigilanza, Antonio Frasca, e i funzionari Castaldi, Zeloni, Serata e Vacca. La Consob di Cardia, il cui figlio allora era consulente di Fiorani, aveva già raccolto tutte le informazioni necessarie per agire, ma interviene solo tre mesi più tardi. Banca d'Italia si comporta da complice, tanto che oggi l'ex governatore Antonio Fazio siede sul banco degli imputati, mentre il ministro tace, nonostante abbia ricevuto una lettera chiarificatrice dallo stesso Cardia. L'11 febbraio 2005, infatti, il giorno in cui la Popolare di Lodi chiede ufficialmente alla Banca d'Italia di salire al 14,9% nel capitale Antonveneta (autorizzazione arrivata in un tempo record di tre giorni), Cardia firma una lettera protocollata con il numero 5008843 con la quale rende edotto Siniscalco della situazione: "Con riferimento alla vicenda Antonveneta, segnalo in particolare che dai più recenti accertamenti effettuati è risultato che la Popolare di Lodi ha effettuato acquisti in conto proprio per circa il 5% del capitale (si ricorda che la partecipazione ad oggi comunicata è pari al 2,1%) e ha effettuato acquisti per un ulteriore 15%, riferiti a 19 clienti. Su questi clienti sono stati avviati tempestivi accertamenti". Tanto "tempestivi" che per bloccare la scalata servì la denuncia di una "gola profonda" alla magistratura milanese”. In un Paese normale che rispetta la legalità e le regole, un presidente della Consob come Lamberto Cardia, il cui figlio,avv. Marco Cardia, come denunciato da tempo dall’Adusbef in altri esposti alle Procure della Repubblica,era consulente strapagato di Fiorani (20.000 euro mensili), se non ha la coscienza e la sensibilità istituzionale di dimettersi,deve essere sfiduciato e destituito immediatamente dal suo incarico dal Governo, perché dagli atti depositati dai PM Fusco e Perrotti, emerge una chiara responsabilità oggettiva,non riferibile solo all’omessa vigilanza, nel disegno criminoso di essere compartecipe della truffa a danno dei risparmiatori e del mercato.

18/01/2008

Documento n.7093

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