SCALATA ANTONVENETA: LA PROCURA DI ROMA INDAGA SU CARENZA DI REQUISITI PATRIMONIALI DI BPL
SCALATA ANTONVENETA: LA PROCURA DI ROMA,SU DENUNCIA ADUSBEF (CHE HA CHIESTO AL PROCURATORE AGGIUNTO DOTT.TORO DI ESSERE ASCOLTATA), INDAGA SU UNA CARENZA DI REQUISITI PATRIMONIALI DI BPL; LA PROCURA DI MILANO SI ACCINGE A SEQUESTRARE 500 MILIONI DI EURO DI PRESTITI ALLEGRI ELARGITI DAL RAG. FIORANI AD ALCUNI “AMICI” PER EFFETTUARE LA SCALATA CLANDESTINA,MENTRE IL GOVERNATORE FAZIO SI TRASTULLA INVIANDO GLI ISPETTORI,INVECE DI REVOCARE L’AUTORIZZAZIONE OPA ALL’AMICA BANCA ! Mentre la Procura di Roma,anche in merito alle denunce Adusbef,ha ascoltato ieri come persone informate sui fatti,il dottor Frasca ed altri 2 alti dirigenti di Bankitalia, chiedendo di chiarire lo scandalo della scalata clandestina di BPL ad Antonveneta autorizzata anche se priva dei necessari requisiti patrimoniali; la Procura di Milano,ha trovato numerosi riscontri all’azione di “concerto”,si accinge a “congelare” circa 500 milioni di euro di allegri prestiti elargiti dal ragionier Fiorani ad alcuni “amici”, per assecondare i disegni di far controllare ad un’ex banchetta di provincia (come ha scritto Alberto Statera),una banca molto più grande; il Governatore della Banca d’Italia Antonio Fazio,che continua a non rispondere ad alcuno del suo operato,si trastulla inviando ispettori “fumo negli occhi”,invece di revocare l’autorizzazione Opa all’amica banca. In un Paese serio con una libera stampa e con un’opposizione che fa veramente opposizione (è illuminante anche l’intervista dell’on.le Francesco Rutelli uscita oggi sul Corriere della Sera che Adusbef condivide in alcuni punti),lo scandaloso comportamento del Governatore Fazio e dei suoi sodali, sarebbe già stato censurato con richieste di immediate dimissioni,mentre nell’Italia ecumenica, dove specie sulla finanza, non sembra esserci un confine tra coloro che brigano per raggirare gli azionisti di minoranza ed i risparmiatori, resta minoritario lo sdegno sull’accaduto. Adusbef continuerà comunque a battersi, per difendere quei principi di legalità e di rispetto delle regole, messe sotto i piedi proprio da quelle istituzioni che invece di avere il senso dello Stato,non esitano ad esporle al ridicolo. Per questo ha inviato oggi una richiesta al procuratore aggiunto Toro,di essere ascoltata,settimana prossima,sulla scandalo Fazio-Fiorani-BPL: “In merito all’audizione avvenuta ieri del capo della vigilanza della Banca d’Italia dott. Francesco Frasca, e di due altri funzionari della banca centrale come persone informate sui fatti ex art.377 c.p.p. da parte di codesto Ufficio del Pubblico Ministero rappresentato da Lei e dal sostituto dott.ssa Lori, riguardo ai controlli fatti dalla Banca d’Italia sul capitale Bpl per verificare il rispetto dei criteri prudenziali nelle operazioni di incremento della partecipazione a fini di controllo sul capitale sulla banca Antonveneta, nell’ambito di un fascicolo aperto contro ignoti a seguito, si legge sulla stampa, di un esposto presentato anche dalla scrivente associazione ,si rende noto quanto segue. In base a quanto esposto dai legali di Bipielle nel corposissimo ricorso al TAR avverso il provvedimento CONSOB 10 maggio c.a. che ordina all’Istituto lodigiano il lancio dell’OPA sull’intero capitale Antonveneta ex art. 102 d.lgs 53/98 (TUF) e in riferimento al quale ADUSBEF si è costituita in giudizio con un intervento ad opponendum, risulta che BIPIELLE in data 3 febbraio 2005 formulava alla Banca d’Italia istanza per aumentare la partecipazione azionaria al 14, 9% di Antonveneta sulla base di un progetto che prevedeva la presenza di altri soci che erano – a detta proprio di BIPIELLE - gli olandesi di ABN AMRO con cui erano in corso trattative per la costituzione di un nuovo patto di sindacato destinato a sostituire quello in scadenza il 15 aprile. Banca d’Italia, undici giorni dopo, il 14 febbraio dava il suo assenso all’operazione garantita proprio –si legge in motivazione – dall’aiuto di questi soci essendo il patrimonio di Lodi,insufficiente. Successivamente come è ampiamente noto le cose vanno diversamente. Le trattative Bipielle –AbnAmro si arenano, l’accordo salta e ABN AMRO il 30 marzo lancia l’OPA sull’intero capitale dell’istituto patavino a 25€ ad azione. A questo punto avviene l’imponderabile in capo a Bankitalia.Il 4 aprile Bipielle chiede l’autorizzazione a Bankitalia a salire al 29,9% di Antonveneta. In appena 72 ore, il 7 aprile Banca d’Italia autorizza. Dunque in febbraio Banca d’Italia aveva giudicato rispondente a criteri prudenziali di sana gestione l’accrescimento della partecipazione al 14,9% del capitale di Antonveneta subordinato alla presenza di altri soci.In aprile Banca d’Italia dà autorizzazione a raddoppiare la partecipazione malgrado il venir meno di quelle condizioni pregiudiziali per il primo più modesto aumento”. Con la presente a nome di ADUSBEF impegnata fattivamente a tutela dei piccoli azionisti,quindi della trasparenza dei mercati finanziari, chiede di poter dare il suo contributo e, conseguentemente di poter essere sentita al più presto da codesto Ufficio. Elio Lannutti (presidente Adusbef) Roma,10.6.200510/06/2005
Documento n.4691