Ritardi notifiche multe: esposti alle Procure di Adusbef e Federconsumatori
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF - FEDERCONSUMATORI RITARDI CONSOB E TESORO NOTIFICHE MULTE BOND CIRIO ED ARGENTINI: ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI HANNO PRESENTATO OGGI ESPOSTI-DENUNCE ALLE PROCURE DELLA REPUBBLICA DI ROMA E DI MILANO, CHIEDENDO DI ACCERTARE SE ANCHE I PREGRESSI GIOCHETTI DI SCADENZA DEI TERMINI, POSSANO INTEGRARE I REATI DI OMISSIONE DI ATTI D’UFFICIO. Sui giochetti,da tempo adottati da Consob, di notificare in ritardo le sanzioni comminate alle banche per gravissime irregolarità nella vendita di prodotti finanziari bidone,come Cirio ed Argentina disinvoltamente appioppati a 500.000 risparmiatori,per farle invalidare dalla Corte d’Appello,come è già accaduto con il gravissimo scandalo dei Fondi del Gruppo Bancario San Paolo-Imi,denominati Soluzione 6 e Soluzione 7,Adusbef e Federconsumatori hanno depositato 2 esposti denunce alle Procure della Repubblica di Roma e di Milano. Le due associazioni ripercorrendo le tappe del decreto del ministero dell’Economia pubblicato sul bollettino della Consob in data 11.2.2005,in cui veniva resa nota l’applicazione di sanzioni pecuniarie,per oltre 10 milioni di euro, a carico di 396 esponenti di 10 primarie banche,per aver appioppato bond Cirio ad ignari risparmiatori in deroga dei regolamenti Consob e del Testo Unico della Finanza.Una delle dieci banche, Banca Intesa, era sanzionata anche per il suo ruolo nella vendita delle obbligazioni argentine. Tecnicamente, le sanzioni erano a carico di persone fisiche, ovvero tutti i componenti dei consigli e dei collegi sindacali. Nell´elenco figurava quasi tutto il gotha del sistema bancario (da Cesare Geronzi a Giovanni Bazoli, da Alessandro Profumo a Corrado Passera fino a Gabriele Galateri di Genola e Luigi Abete) e buona parte di quello imprenditoriale (Marco Tronchetti Provera, Roberto Colaninno, Maurizio Romiti, Carlo Pesenti. Tra i multati figuravano anche Enzo Berlanda,ex presidente Consob (vice presidente Vicario Banca Popolare di Ancona) e Tancredi Bianchi,ex presidente Abi,nella sua qualità di consigliere del Credem (Credito Emiliano). Non è la prima volta che Consob commina sanzioni ritardando la notifica prevista dalla legge. E’ già accaduto con il gravissimo scandalo dei Fondi del Gruppo Bancario San Paolo di Torino,denominati Soluzione 6 e Soluzione 7. Nel corso del 2000, il gestore di tali fondi è stato artefice del più grave scandalo riguardante fondi comuni mai accaduto in Italia. Si tratta, come molti ricorderanno, dei giochetti contabili riguardanti i fondi Soluzione 6 e Soluzione 7, i cui possessori furono danneggiati dall’attività del gestore, Vittorio Grimaldi (oggi ai fondi Gestnord del gruppo Sella), interessato a gonfiare la performance del fondo Azioni, prodotto di punta della casa: Consob accertò le irregolarità,ma le sanzioni per circa 1 miliardo di vecchie lire irrogate dal ministero dell’economia vennero poi annullate dalla Corte di Appello di Milano per il ritardo nella notifica nei termini stabiliti dalla legge,rendendo molto più difficili le sacrosante pretese di risarcimento avanzate dai possessori dei fondi irrimediabilmente danneggiati. Adusbef e Federconsumatori infine,che nei ripetuti incontro avuti con la Consob,dal presidente Spaventa al presidente Cardia alla presenza dell’intera commissione, avevano chiesto ben 3 anni fa di aprire una rigorosa istruttoria sui disinvolti metodi di scaricare sulla clientela titoli inadeguati corredata da circa 800 lettere di reclamo,chiederanno che in caso di annullamento delle sanzioni,siano Consob e Ministero dell’Economia,a risarcire i danni inferti all’Erario ed ai risparmiatori. Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,4.4.2005 SOLUZIONE 6 E SOLUZIONE 7 SAN PAOLO IMI: UN GRAVISSIMO SCANDALO FINANZIARIO SUL QUALE BISOGNA TORNARE AD INDAGARE ! Adusbef e Federconsumatori hanno inviato alle Procure della Repubblica di Roma e di Milano, la seguente nota integrativa su cui indagare. Nel mirino della Divisione Intermediari della Consob, all’esito di un’indagine durata più di un anno, alcuni fondi gestiti dalla Sgr Sanpaolo Imi Asset Management, del gruppo bancario Sanpaolo Imi S.p.A., specificatamente i fondi “Azioni Italia”, “Soluzione 6” e “Soluzione 7”. L’Autorità di Vigilanza ha verificato che, nel periodo dicembre 1999-maggio 2000, il fondo Soluzione 7 ha subito ingenti perdite per 53,5 milioni di Euro, il fondo Soluzione 6 perdite per 6,4 milioni di Euro, a fronte di un cospicuo guadagno per 81,7 milioni di Euro sul fondo Azioni Italia, nonostante i tre fondi si avvalessero del medesimo benchmark (indice di riferimento). Tale risultato si sarebbe verificato in virtù di una politica del gestore mirata a sostenere la performance del fondo Azioni Italia a scapito degli altri due citati fondi. Ciò è avvenuto in concreto con artificiose operazioni di compravendita di azioni per pari quantità tra i tre fondi, tese ad annullare gli effetti negativi sul prezzo per il fondo Azioni Italia, ovvero grazie ad operazioni a quantità differenziate finalizzate ad ottenere prezzi più vantaggiosi per il fondo Azioni Italia, che immetteva l’ordine in quantità minore rispetto a quelli disponibili sul mercato, ovvero ancora attraverso il meccanismo della mancata pre-imputazione dell’ordine, attribuendo a posteriori il risultato delle operazioni in base alla convenienza: se l’azione acquistata saliva finiva nel paniere di Azioni Italia, in caso di discesa il contenitore finale diventava uno dei due fondi Soluzione, utilizzati, potremmo dire, come vere e proprie pattumiere. Dall’indagine Consob è emerso che spesso la registrazione degli ordini di compravendita dei titoli non avveniva all’atto della trasmissione ma in tempi successivi, dando al gestore ampia facoltà di movimento nell’attribuzione dei pacchi di titoli a uno o all’altro fondo, secondo la convenienza. La stessa banca capogruppo, intermediaria nel collocamento delle quote dei fondi, sarebbe stata a conoscenza di tali illegittime operazioni, o comunque delle lacune nei controlli. Già nel primo semestre del 2001 la funzione di audit interno della Sgr aveva rilevato anomalie nell’operatività. Recentemente, la gravità delle illiceità riscontrate dall’autorità di vigilanza a seguito dell’ispezione ha costretto il Ministro dell’Economia ad emettere nei confronti dei manager della Sgr onerosissime multe, per l’importo complessivo di 499.000 Euro. Le violazioni contestate sono: inadeguatezza del sistema dei controlli interni, inaffidabilità del contenuto informativo del registro delle operazioni, mancanza di pre-imputazione degli ordini, nonché agevolazione di un fondo a scapito degli altri. Alla luce delle pesanti accuse mosse dalla vigilanza, comprovate dalle risultanze dell’ispezione Consob, tutti gli investitori che abbiano posseduto quote dei fondi Soluzione 6 e Soluzione 7 nel periodo che va dal dicembre 1999 al maggio 2000, possono chiedere il rimborso delle perdite subite su tali fondi in quel periodo alla Sanpaolo Imi Asset Management Sgr, responsabile civilmente per le gravi violazioni della normativa finanziaria in cui è incorsa. Segnatamente, la Sgr dovrà rispondere del totale difetto di responsabilità professionale per non aver agito in modo indipendente e nell’interesse dei partecipanti al fondo (cfr. art. 36, comma 4 e 5, TUIF), per non aver operato con correttezza, diligenza e trasparenza nell’interesse dei medesimi, per non aver adottato misure idonee a salvaguardare i loro diritti, per non essersi organizzata in modo tale da ridurre al minimo il rischio di conflitti d’interesse tra i fondi (art. 40, comma 1, TUIF), ma soprattutto per aver avvantaggiato un fondo a scapito di altri (art. 48, lett. c, Reg. Consob n. 11522/98), infine per non aver predisposto un’adeguata ed imparziale vigilanza interna (artt. 56 e 57 Reg. Consob). Ma la Corte di Appello di Milano,annullava le sanzioni,per ritardo nella notifica ! Roma,4.4.200504/04/2005
Documento n.4589