RISPARMIO TRADITO: CONTINUANO- SEPPUR CON GRANDE FATICA PER MANCANZA LEGGE CLASS ACTION- LE VITTORIE DEI RISPARMIATORI.

in Comunicati stampa
RISPARMIO TRADITO: CONTINUANO- SEPPUR CON GRANDE FATICA PER MANCANZA LEGGE CLASS ACTION- LE VITTORIE DEI RISPARMIATORI. STAVOLTA IL TRIBUNALE DI CATANIA,CON LA SENTENZA N. 4276/05 HA CONDANNATO BNL A RISARCIRE LA SOMMA DI 51.138,82 EURO INVESTITA IN PARMALAT,OLTRE AD INTERESSI LEGALI ED A 6.875 EURO DI SPESE. LA SENTENZA E’ ANCOR PIU’ CLAMOROSA PERCHE’ IL SIGNOR. B.A. (OGGI IN PENSIONE) E’ STATO PER OLTRE 30 ANNI FUNZIONARIO DI BANCA. Il vento giudiziario del sud comincia a far sentire la sua forza anche nei tribunali,consolidando l’orientamento univoco della magistratura a risarcire,singolarmente però e con grande fatica e dispendio di energie -per mancanza di una legge sull’azione collettiva- centinaia di risparmiatori traditi dai cattivi consigli delle banche. Stavolta il Tribunale di Catania – presidente dr. Giovanni Macrì- giudice relatore dr. Nicola La Mantia- con la sentenza 4276-05 emessa nel dicembre 2005- ha condannato la Banca Nazionale del Lavoro a risarcire B.A. iscritto Adusbef ed assistito dall’avv. Elisabetta Freni (funzionario di banca con 30 anni di esperienza) vittima del crack Parmalat e dei cattivi consigli della banca, dell’intera somma investita in obbligazioni Parmalat Finance, tasso 5,50 per cento scadenza 30.3.2009- sottoscritto in data 11.3.1999 (prima del default avvenuto quattro anni dopo,nel dicembre 2003). La novità della clamorosa sentenza,che ha dichiarato la totale nullità dell’ordine di acquisto delle obbligazioni Parmalat Finance,condannando BNL a risarcire 100 milioni di vecchie lire a suo tempo investiti oltre interessi legali e spese (la banca ha comunque già pagato), è rappresentato da un elemento fondamentale che per lungo tempo il sistema bancario ha cercato di minimizzare: se i truffati erano funzionari di banca e/o esperti di finanza,dovevano per forza conoscere il rischio dell’investimento,assumendosi tutte le responsabilità e non dovevano,né potevano considerarsi, vittime delle banche ! La difesa della BNL aveva basato il suo impianto proprio su tali fattispecie: nessuna violazione dei doveri di diligenza e correttezza; nessuna sussistenza della violazione degli obblighi informativi previsti dall’art. 21 TUF (Testo Unico Finanziario); nessun conflitto di interesse; nessuna nullità dell’ordine di acquisto delle obbligazioni avvenute alle migliori condizioni di mercato per la particolare :“conoscenza del mercato dei titoli mobiliari da parte dell’attore,il signor B.A. già funzionario della banca per oltre un trentennio”. Il Tribunale avendo ritenuto imperative le norme che disciplinano la materia dell’intermediazione finanziaria,contenute nel TUF (Testo Unico Finanziario),perché poste a tutela di un bene di rango costituzionale come il risparmio,costituiscono il contenuto specifico dei comportamenti esigibili di obblighi inderogabili degli operatori professionali abilitati che offrono l’investimento. Nella fattispecie,l’omessa produzione da parte della banca di un “contratto quadro” per la negoziazione,ricezione e trasmissione degli ordini relativi a strumenti finanziari,determina la carenza di un requisito di legittimazione dell’intermediario,necessario per eseguire l’ordine di acquisto impartito dal cliente,con la conseguente nullità dell’operazione. Per almeno 600.000, del milione di risparmiatori traditi, indotti dai cattivi consigli delle banche ad investire in Cirio (35.000),Argentina (470.000),Parmalat (145.000),ecc.,privi del “contratto quadro” e del prospetto informativo,si riaprono grandi speranze giudiziarie,ma per evitare sforzi e costi enormi sia per la giustizia che per i cittadini,bisogna approvare definitivamente la legge sulla “class action”,per offrire la possibilità di risarcimenti collettivi,evitando così alle banche di farla franca perchè certe di sfiancare,nei meandri dei tempi lunghi della giustizia,la resistenza dei risparmiatori al sacrosanto diritto al risarcimento. Il Presidente Elio Lannutti Roma,19.1.2006

19/01/2006

Documento n.5580

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