RISPARMIO TRADITO. CASO CIRIO: CAMBIA IL VENTO E FIOCCANO CONDANNE PER LE BANCHE

in Comunicati stampa
RISPARMIO TRADITO: CAMBIA IL VENTO E FIOCCANO CONDANNE PER LE BANCHE ! IL GIUDICE DEL TRIBUNALE DI TREVISO FRANCA BIGI,ANNULLA UN ACQUISTO DI BOND CIRIO E CONDANNA VENETO BANCA, A RESTITUIRE 125.957 EURO DI CAPITALE INVESTITO OLTRE INTERESSI E 11.094 EURO DI SPESE DI GIUDIZIO ALLA SIGNORA B.C.,DIFESA DALL’AVV. PAOLO POLATO,DELEGATO ADUSBEF VENETO. SENTENZA ESTREMAMENTE INNOVATIVA, PERCHE’ NONOSTANTE L’INVESTITRICE AVESSE DICHIARATO LA PROPENSIONE AL RISCHIO,LA BANCA NON E’ ESENTATA DALL’INFORMARE CON LA DILIGENZA DI UN OPERATORE QUALIFICATO,LA RISCHIOSITA’ DI UN INVESTIMENTO (CIRIO),SENZA RATING EMESSI ALL’ESTERO. Cambia e si consolida quel vento giudiziario che sempre più spesso si pronuncia contro le banche,annullando contratti bidone di bond disinvoltamente appioppati ad 1 milione di risparmiatori anche se avevano dichiarato la propensione al rischio,e la sentenza n.1715/05 emessa dal giudice di Treviso dott.ssa Franca Bigi,che ha condannato Veneto Banca a risarcire 125.957 euro,oltre interessi legali e 11.094 euro di spese di giudizio,per bond Cirio acquistati nel 2001,ne rappresenta un esempio innovativo. La signora B.C. che aveva investito con tre distinte operazioni,125.957 euro in bond Cirio,senza essere dovutamente informata sul rischio che comportava quell’investimento,nonostante avesse dichiarato la propensione al rischio,si era rivolta all’avv. Paolo Polato,delegato Adusbef Veneto,che intentava giudizio contro Veneto Banca,nell’ambito di 1 migliaio di citazioni contro le banche (promosse in tutta Italia dall’Adusbef) che avevano disinvoltamente appioppato bond bidone Cirio, Parmalat, Argentina,ad 1 milione di risparmiatori. “La dichiarata esperienza e la propensione al rischio,non esonera l’intermediario da fornire una informazione precisa sulle caratteristiche delle singole operazioni: la banca non si può limitare a ricevere gli ordini di acquisto o di vendita dei titoli,ma è tenuta all’informazione con la diligenza di un operatore che deve essere particolarmente qualificato ed informato” recita la sentenza che ha condannato Veneto Banca ad una pronuncia che esclude la “buona fede della banca”. “Posto che non c’è conflitto di interesse (la banca non ha venduto bond presenti nel suo portafoglio,ma li ha acquistati sul mercato n.d.r.),determinanti per la decisione sono la diligenza e correttezza della banca nello svolgimento del servizio all’investitore,quale che sia la propensione al rischio manifestata,ha diritto ad una informazione completa e veritiera sulla specifica operazione. La sentenza si colloca nel filone di una giurisprudenza consolidata, secondo cui la violazione di disposizioni imperative del TUF determina la nullità di contratti a tutela di un interesse pubblico di ordine generale e di rango costituzionale a tutela del risparmio. Adusbef, che con l’ultima vittoria di Treviso,annovera un centinaio di sentenze di condanna contro le banche per le obbligazioni bidone,mentre attende che maturino le altre centinaia di cause pendenti nei Tribunali contro tutti gli istituti di credito,aspetta ancora le promesse da marinaio del governo Berlusconi sulla “class action”,approvata alla Camera ma ferma al Senato per i veti dei poteri forti (banche,assicurazioni,monopoli,oligopoli,ecc.),che non vogliono una giustizia celere, equa, ed efficiente,ma che speculano anche sui ritardi e sulla lentezza della giustizia confidando sulla stanchezza degli utenti e sulle prescrizioni. Le 12 pagine della sentenza sono pubblicate sul sito: www.adusbef.it. Il Presidente Elio Lannutti Roma,14.11.2005

14/11/2005

Documento n.5257

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