PRENDI I SOLDI E SCPPA: LE STORIE DEI TRADER CHE HANNO AFFONDATO LE BORSE
PRENDI I SOLDI E SCAPPA – LE STORIE DEI “TRADER” CHE HANNO AFFONDATO BANCHE E FINANZIARIE: ALCUNI SONO FINITI IN GALERA, UNO HA SIMULATO IL SUICIDIO, ALTRI TENGONO CONFERENZE O SCRIVONO BEST SELLER… Fabio Pozzo per “La Stampa” Jerome Kerviel La lista degli speculatori truffaldini si allunga. Proprio nella settimana in cui gli agenti dell’Fbi stanno soffiando sulla tela di «Mutuo maligno», l’operazione che ha portato sott’accusa oltre 400 persone e in carcere più di 300, tra le quali anche gli ex top manager di Bear Stearns Ralph Cioffi e Matthew Tannin, la polizia di New York è sulle tracce di Samuel Israel, un trader che è accusato di aver sottratto 450 milioni di dollari a decine di investitori attraverso il suo fondo Bayou Grop. Israel - abituato a vivere alla grande, tanto da risiedere in una delle ville che furono di Donald Trump, pagando un affitto di 30 mila dollari al mese - ha tentato l’ultima truffa anche ai danni dei detective della Grande Mela. Il 9 giugno scorso doveva presentarsi in un penitenziario del Massachussets, dove avrebbe dovuto scontare la pena di 20 anni di carcere (ne rischiava 30, ma ha avuto lo sconto perché ha collaborato con le autorità). Ma ha preferito inscenare il suicidio: la polizia ha trovato il suo Suv vicino ad un ponte e un biglietto con scritto «il suicidio è indolore». Il suo corpo non è stato trovato, gli agenti non se la sono «bevuta» e lo hanno dichiarato latitante. Certo, 450 milioni sono poca cosa, volendo, rispetto alla frode da 7,2 miliardi di dollari, 4,9 miliardi di euro contestata a Jérome Kerviel, il trader della seconda banca francese Société Générale, ormai passato alla storia e alla celebrità. Già, Kerviel. Che ne sarà ora del suo futuro? E che cosa ne sarà di quello di tanti altri speculatori che sono in odore di sbarre? Qualche indicazione potrebbe venire dalla storia personale di altri traders che, prima di loro, sono finiti sotto i riflettori per aver messo sotto i piedi codici deontologici e penali. Un club piuttosto ampio, quanto ad iscritti d’ufficio. Qualcuno, la buona parte, è finito in prigione; altri hanno cambiato decisamente vita; altri ancora, hanno firmato una cambiale con la dea fortuna. Nick Leeson, per esempio. E’stato uno dei primi trader inglesi a negoziare contratti futures ed altri derivati, le cui azioni provocarono il fallimento della Barings Bank, la più vecchia e una delle più prestigiose banche d’investimento del Regno Unito. Leeson operava (senza l’autorizzazione dei suoi superiori) soprattutto sul mercato monetario di Singapore: cominciò nel 1992 e in principio gli andò bene; quando arrivarono le prime perdite, le registrò segretamente sull’account error 88888 (8 è considerato uno dei numeri fortunati dai cinesi) e le nascose. Il tracollo seguì nel 1995, quando Nick scommise sul rialzo del mercato asiatico, andato in collasso. Non la indovinò e fuggì, lasciandosi dietro le spalle una perdita di 827 milioni di sterline (1,3 miliardi di dollari) e una nota ai suoi superiori. «I’m sorry», mi dispiace. Arrestato, è stato condannato a sei anni e mezzo di prigione e quindi rimesso in libertà, dopo la diagnosi di un cancro. Ma è stato fortunato: ha vinto la malattia e oggi vive a Galway, sulla costa Ovest dell’Irlanda. E’ general manager della squadra di calcio locale, ha scritto due libri sulla sua avventura, il primo dei quali ha ispirato il film «Rouge Trader», con la star Ewan McGregor. Tiene un regolare circuito di conferenze in giro per il mondo, in cui parla dello stress e dei rischi ai quali sono sottoposti i manager. La tariffa? 12 mila dollari per mezz’ora. E poi scrive articoli per giornali e magazine (mille sterline a pezzo), e ha un Web site attraverso il quale vende i suoi libri, Dvd e servizi. Servizi? racconta alle banche come difendersi da quelli come lui. Ultimamente, in occasione dello scandalo Kerviel, è riuscito anche a piazzare due interviste esclusive a due media inglesi. La Bbc ha ammesso di averlo pagato. Altri trader sono ancora dietro le sbarre. Come John Rusnak, di Baltimora, che s’è beccato 7 anni e mezzo per il buco di 691 milioni di dollari arrecato alla Allied Irish Banks. O Chen Jiulin, che ha lasciato una perdita di 550 milioni di dollari nella «schiena» della China Aviation Oil Corp. di Singapore. Qualcuno, invece, ha scelto l’oblìo: è il caso di Yasuo Hamanaka, detto Mister Copper, che negoziò contratti infedeli sul rame per 2,6 miliardi di dollari a danno della Sumitomo Corp. e che ora, dopo aver trascorso otto anni in galera, vive anonimamente in un suburbo di Tokio. E poi ci sono quelli che hanno svoltato. Toshihide Iguchi, ad esempio, che tra gli Anni ‘80 e ‘90 ha causato una perdita di 1,1 miliardi di dollari alla divisione americana della Daiwa Bank. Quattro anni di carcere, in cui ha conosciuto il mafioso Greg Scarpa Junior, il terrorista Ramzi Yousef (World Trade Center, 1993) e George Harp, il fondatore dell’Aryan Brotherhood, una gang che conta molto dietro le sbarre, che lo ha difeso dai Latin Kings e distolto dai brutti pensieri. Con quest’ultimo è nata un’amicizia: Iguchi gli parlava di futures e bond, Harp di rapine in banca. «Qualcosa di molto simile al trading», ha commentato di recente al Wall Street Journal il trader pentito. In prigione, Iguchi ha scritto anche un libro, che è diventato un best-seller in Giappone, dove oggi - è un nipponico naturalizzato in Usa - è ritornato. Ha aperto una scuola d’inglese, vicino a Kobe, grazie a un prestito della madre. Il libro era andato bene, ma i diritti gli sono serviti per pagare la multa di 2,6 milioni di dollari inflittagli dal tribunale.24/06/2008
Documento n.7370