MUTUI,CRISI BORSE,EURO FORTE: FACCE STESSA MEDAGLIA CAUSATI DA NOTI OLIGARCHI
COMUNICATO STAMPA MUTUI,CRISI BORSE,EURO FORTE: FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA, CAUSATI DA OLIGARCHIA MONETARIA IRRESPONSABILE, ADUSA A NON PAGARE MAI, ANCHE SE NE E’ STATA LA CAUSA. Le autocelebrazioni del Governatore di Bankitalia Draghi fatte oggi a Francoforte, in merito alla situazione dei mercati finanziari internazionali, dove "tutte le banche centrali in questa congiuntura, anche se iniettano liquidità, ciascuna per ragion diverse secondo le rispettive cornici istituzionali, vogliono assicurarsi di essere percepite in modo tale che le loro politiche monetarie non subiscano gli effetti della situazione attuale”, dimostrano l’irresponsabilità di oligarchi che non pagano mai, anche se sono stati i principali artefici della crisi. La Fed infatti, che ha abbassato il costo del denaro per venire incontro alla crisi delle borse ed ha iniettato consistente liquidità senza risolvere la questione del credito facile e dei prodotti finanziari ad alto rischio, ha cercato di agevolare la richiesta del denaro per invertire la tendenza della restrizione creditizia e dei tassi più alti,ma sono stati proprio i soldi a buon mercato,scesi all’1%, a favorire la crescita della bolla finanziaria,gli strumenti derivati fuori controllo, la creazione del denaro che si moltiplica mediante la leva finanziaria ,con economia di carta che droga quella reale. Se gli investimenti finanziari sono stati i responsabili della turbolenza sui mercati, non bisognava facilitare il compito agli speculatori,mettendoli in condizione di avere ancora più soldi facili da investire nei loro azzardi,con masse enormi di liquidità inserite nel sistema non per favorire la crescita economica, il lavoro delle aziende, i consumi delle famiglie, far impiegare i soldi per produrre manufatti e servizi, ma per condonare i comportamenti delle grandi banche di affari, dei grandi speculatori che hanno scommesso sull’azzardo di strumenti finanziari cartolarizzati e/o derivati, la cui pericolosità è direttamente proporzionale alla loro rischiosità. L’intervenendo odierno al convegno organizzato dalla Bundesbank sulla politica monetaria europea per celebrare i 50 anni della Banca centrale tedesca di Draghi, dove sottolinea che: "stiamo celebrando il successo di una brillante strategia politica che ha voluto porre il concetto" della stabilità dei prezzi nella Bundesbank "al centro dell'euro". La Banca centrale tedesca, ha proseguito il governatore di Bankitalia, "ha dato il modello di stabilità dei prezzi a tutte le banche centrali che formano la Bce (Banca centrale europea)", non ha fatto cenno ad alcuna autocritica, neppure per contrastare la forza dell’euro che rappresenta un danno per l’economia italiana. La forza dell’euro infatti,che ha superato il tasso di cambio di 1,41 sul dollaro porta vantaggi e svantaggi specie in Italia,un paese che ha vissuto le svalutazioni competitive ai tempi della lira e proprio per questo sembra essere maggiormente colpito dall'apprezzamento dell’euro sul dollaro. L'euro forte evidenzia problemi di scarsa competitività di un sistema italiano dominato da cartelli e da monopoli, che lo rendono più fragile rispetto agli partner europei. L'apprezzamento dell'euro deve porre l'attenzione sul tema della competitività sui mercati stranieri, specie per l’Italia la cui crescita economica è sempre dipesa da un contributo positivo dei rapporti commerciali con l’estero. Un euro troppo forte, rende più difficile le esportazioni di beni prodotti in Italia: per questo il Presidente di Confindustria ha lanciato un grido di allarme, richiamando l’attenzione della BCE a vigilare su un euro troppo forte. Ma il dollaro ad 1,41 sull'euro, fa intascare i vantaggi della forza della moneta unica ai petrolieri ed agli oligopolisti che producono al riparo dei mercati, mentre gli svantaggi vengono spalmati sulla maggior parte del popolo dei consumatori,ai quali poco importa di poter andare negli USA ed acquistare prodotti o servizi a prezzi più contenuti. C’è una grande differenza tra l’operato della BCE e quello della FED: la prima ha per statuto l’obbligo di difendere la moneta unica e di renderla più forte; la seconda, oltre a tutelare il dollaro,ha anche l’obbligo di difendere l’occupazione. C’è una colossale mistificazione sulla forza dell’euro,una propaganda che non aiuta a comprendere i problemi. Affermare che la vacanza costa meno nei paesi dell’area dollaro, comprare prodotti cinesi a minor prezzo, pagare la benzina meno cara, sono solo una faccia della medaglia, perché la spesa quotidiana in Italia viene acquistata in euro,non in dollari. Con l’euro così forte si vende meno all'estero e l'unico rimedio per le aziende è chiudere, oppure andare a produrre dove il lavoro si paga in dollari, rafforzando la tendenza a delocalizzare e ad aprire sempre più fabbriche in paesi a basso costo di manodopera,specie se dell'estremo oriente legati al dollaro. Roma,21.9.200721/09/2007
Documento n.6827