MUTUI SUB-PRIME: PUNIRE AGENZIE CHE HANNO FRODATO MERCATO
COMUNICATO STAMPA MUTUI SUBPRIME: PER RIDARE SERENITA’ A BORSE E MERCATI, NON BASTANO I PROVVEDIMENTI TAMPONE,VERI E PROPRI PALLIATIVI DELLE BANCHE CENTRALI, TENDENTI A GARANTIRE L’IMPUNITA’ A SPECULATORI ED AGENZIE RATING, CON LE QUALI SPESSO TUTTI VANNO A BRACCETTO IN RAPPORTI BANCARI INCESTUOSI, CI VOGLIONO, AL CONTRARIO, MISURE DRASTICHE,PER RIMETTERE AL CENTRO L’ECONOMIA REALE, PENALIZZATA DA CRESCITA ABNORME FINANZA DERIVATA. Per ridare serenità alle borse ed ai mercati, non bastano le dichiarazioni di economisti, che vestono gli scomodi panni di pompieri, gettando a casaccio acqua sul fuoco senza aver prima individuato i veri focolai di incendio,né provvedimenti tampone,veri e propri palliativi delle banche centrali, tendenti a garantire l’impunità a speculatori ed agenzie di rating, che dovrebbero essere incriminati per frode al mercato, con le quali tutti vanno a braccetto in rapporti bancari incestuosi : ci vogliono al contrario, misure drastiche volte a ridimensionare l’abnorme esposizione della finanza derivata, decantata come scoperta salvifica regolatrice dei “moderni mercati”,che sfuggendo a qualsiasi controllo, è diventata la principale arma in mano agli speculatori,dopo aver preso il sopravvento sull’economia reale. Se banche centrali ed autorità monetarie non prendono il toro per le corna, ponendo regole chiare ed un limite alla crescita esponenziale della finanza derivata,che sfuggendo ad ogni controllo per la capacità di moltiplicare all’ennesima potenza la leva finanziaria, riusciranno anche se con fatica a spegnere l’incendio, ma come nel 1999 quando le autorità monetarie decisero di salvare il fondo LTCM (dei ricchi investitori,premi nobel e banche centrali,compreso l’Ufficio Italiano Cambi), mandando invece a picco la repubblica Argentina ed i sudati risparmi di milioni di piccoli investitori (470.000 solo in Italia), i corsi ciclici delle crisi non saranno attenuate. Adusbef,che non si è stancata di denunciare il conflitto di interesse delle grandi agenzie di rating, un vero e proprio monopolio di Moody's (che controlla il 39% del mercato con ricavi pari a 2 miliardi di dollari), Standard & Poor's (che con 2,1 miliardi di ricavi nel 2006 controllava il 40% del mercato globale), Fitch (che con 823 milioni “valeva” il 16 per cento del mercato), con rapporti, studi,segnalazioni (ultimo nel novembre 2006), stigmatizza le dichiarazioni odierne di Moody’s, che ha emesso migliaia di certificati di affidabilità da tripla “A” a prodotti avariati infarciti di sub-prime, forse riflesso di un umorismo involontario,quando giudica esagerata la crisi che sta squassando i mercati, nonostante il puntellamento continuo,con ingenti iniezioni di liquidità, delle banche centrali di mezzo mondo. Adusbef, che in passato aveva già ridicolizzato i report,spesso truffaldini e sballati al 90% di agenzie di rating,che avevano valutato da “tripla A” prodotti bidone infarciti di sub-prime e di mutui cartolarizzati, per spalmare sul mercato e ripartire i rischi, più attendibili di Stati sovrani come l’Italia, declassata a semplice “A” e per la quale dovrebbe chiedere pubbliche scuse,nel ritenere imminente l’apertura dell’indagine sull’esposto denuncia presentato nei giorni scorsi alle procure di Milano e Roma, sul conflitto di interessi delle “tre sorelle americane” che hanno certamente frodato i mercati e gli investitori, chiede che venga fatta luce sulle gravissime responsabilità delle “signore del rating”. Moody's infatti, l'organizzazione globale che, con 3.350 dipendenti, controlla e giudica le prospettive finanziarie di 100 Paesi, 12mila emittenti di corporate bond, altri 29mila emittenti di prodotti finanziari e 96mila titoli di finanza strutturata, i cui rating,nel 2006, secondo una presentazione della stessa Moody's agli analisti effettuata a marzo, hanno generato l'80% dei ricavi dell'agenzia: il 44% dai prodotti di finanza strutturata e, più in dettaglio, il 23% da quelle su derivati di credito e mutui commerciali. Il 10% del giro d'affari 2006 è venuto dai rating sui derivati Usa: di questi, un quarto era su mutui subprime. Un altro 8% è venuto dalle cartolarizzazioni di mutui residenziali Usa (Rmbs) e la metà erano subprime. Dalle ipoteche Usa a rischio, quindi, nel 2006 Moody's ha tratto il 6,5% dei suoi ricavi (per 132 milioni di dollari) grazie a collateralized debit. Moody's che inonda gli analisti di dati sui ricavi non indica i settori da cui trae il suo margine operativo da 1,1 miliardi, pari al 54% del fatturato. Ma per crescere l'agenzia afferma di puntare sulla finanza strutturata e sulle opportunità di prodotti e servizi "di supporto" ai clienti. Proprio il nodo sul quale Adusbef, ha inoltrato le denunce alle Procure. Roma,21.8.200721/08/2007
Documento n.6770