MUTUI SUB PRIME E DERIVATI: LA RICETTA DRAGHI PER STABILIZZARE I MERCATI E’ ACQUA FRESCA

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA MUTUI SUB PRIME E DERIVATI: IL PIANO ANTICRISI PER 100 MILIARDI DI DOLLARI DI BANCA D’INGHILTERRA,DOPO I SALVATAGGI DELLA FEDERAL RESERVE E BCE, CONFIGURA AIUTI DI STATO MASCHERATI, INCOMPATIBILI CON TUTTE LE NORME COMUNITARIE E DI ECONOMIA LIBERALE. LA RICETTA DRAGHI PER STABILIZZARE I MERCATI DOPO AVERLI DISSESTATI CON OMESSA VIGILANZA E’ACQUA FRESCA, SENZA UNA RIFORMA DELL’ORDINE MONETARIO, UNA NUOVA BRETTON WOODS, CHE ADUSBEF AUSPICA VENGA MESSA ALL’ORDINE DEL GIORNO PROSSIMO G8. Secondo i dati ufficiali della Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea, i soli derivati finanziari Over the Counter (OTC), cioè gestiti dalle banche fuori mercato e fuori bilancio, hanno raggiunto un valore nozionale totale di oltre 600.000 miliardi di dollari, 12 volte il Pil mondiale con un tasso di crescita annuale del 20-25%. Per arginare l’esposizione inarrestabile della “tecno-finanza”, anche Banca d'Inghilterra, dopo la nazionalizzazione di Northen Rock (quarta banca inglese), è stata costretta a mettere a punto un piano sul mercato del credito, che consente alle banche di scambiare prestiti immobiliari con obbligazioni dello Stato,per un valore totale di 50 miliardi di sterline (pari a circa 100 miliardi di dollari). La “mano invisibile” che avrebbe regolato il mercato ha subito una secca sconfitta, con i fautori del liberismo,ai quali è stata lasciata briglia sciolta dalle autorità monetarie e dalle banche centrali, come banche e finanziarie in crisi di bancarotta che bussano alla porta delle istituzioni dello Stato per chiedere miliardi di euro di sostegno. Il governo britannico ha salvato la Northern Rock, quello francese la Societé Générale, quello americano la Bear Stearns e la Banca Centrale Europea solamente in poche settimane tra novembre e dicembre 2007 ha immesso 527 miliardi di euro di liquidità a sostegno di mercati e di banche in crisi: soldi che provengono dai bilanci pubblici dove contribuiscono i cittadini con le loro tasse e le loro attività produttive. La ricetta messa a punto dal presidente della stabilità dei mercati globali Mario Draghi, che non muove nessuna autocritica alle pesanti responsabilità delle banche centrali (ossia di loro stessi,che hanno lasciato crescere la finanza speculativa per alimentare i profitti delle grandi banche di affari ,delle agenzie di rating e dell’oligarchia finanziaria che ruota attorno) è acqua fresca senza una riforma dell’Ordine Monetario,una nuova Bretton Woods, affinché capi di Stato e di Governo possano sedere attorno ad un tavolo per definire l’architettura di un nuova sistema economico, commerciale, monetario e finanziario mondiale,con regole e controlli condivisi. Per non ballare più sul Titanic che affonda e porta negli abissi la sovranità degli Stati ed affoga il risparmio e la produzione reale dell’economia, bisogna trovare un accordo su come neutralizzare ed eliminare la bomba atomica della finanza speculativa e in particolare dei derivati finanziari, trovando il coraggio di azzerarli per ripartire di nuovo. La Nuova Bretton Woods, un accordo tra i governi e gli Stati del mondo per definire un ordine economico globale di sviluppo e cooperazione equa, come avvenne nella conferenza del 1944 tenutasi nel paesino di Bretton Woods nel New Hampshire per ricostruire un’economia distrutta dalla seconda guerra mondiale, presuppone una disponibilità al dialogo e allo sviluppo reciproco,da parte dei partecipanti del G8. Adusbef chiede al Governo italiano, che ospiterà alla Maddalena (in Sardegna) il prossimo vertice, di fissare nell’agenda un’apposita sessione per discutere di riforma dell’ordine monetario, perché non potranno essere gli oligarchi delle banche centrali,che hanno portato a picco l’economia degli Stati sovrani, anche per aver tollerato l’emissione di piramidi finanziarie costruite sulle sabbia, a poter proporre ricette credibili per uscire da una crisi più grave ancora di quella della grande depressione del 1929, ma la politica a riappropriarsi del suo ruolo. Elio Lannutti (Adusbef) Roma,21.04.2008

21/04/2008

Documento n.7264

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