MUTUI SUB PRIME: BANCHE DI AFFARI,FONDO MONETARIO E BANCHE CENTRALI,HANNO COSTRUITO LA CORDA PER IMPICCARE I CONSUMATORI ALL'ALBERO DEI DERIVATI.
COMUNICATO STAMPA CRISI SUB PRIME: SONO BANCHE DI AFFARI,FMI E AUTORITA’ MONETARIE, AD AVER COSTRUITO LE CORDE CHE STANNO STRANGOLANDO LE ECONOMIE ED IMPICCANDO I CONSUMATORI ALL’ALBERO DEI PRODOTTI DERIVATI,UNA PIRAMIDE FINANZIARIA CREATA SULLA SABBIA PER GENERARE,CON LA MASSA MONETARIA, ENORMI PROFITTI BANCARI ED INDEBITARE ULTERIORMENTE LE NAZIONI ! NON BASTANO PIU’ I PALLIATIVI DELLE QUOTIDIANE INEZIONI DI LIQUIDITA’ DELLE COLLUSE BANCHE CENTRALI A GARANTIRE I MERCATI, OCCORRE UNA RIFORMA SERIA DEL SISTEMA MONETARIO,PER CIRCOSCRIVERE I DANNI DELLA FINANZA CREATIVA ED IMPEDIRNE L’ULTERIORE CRESCITA. La crisi dei mutui sub prime americani, prodotti già all’origine avariati, ma impacchettati e resi commerciabili dagli affidavit facili elargiti dalle tre sorelle del rating,Moody’s, Standard e Poor’s, Fitch, che hanno le grandi banche di affari tra le loro azioniste privilegiate in rapporti incestuosi,frena la crescita mondiale dell’economia, nonostante alcun Paesi tutt’altro che capitalistici, come Cina, India e Russia, garantiscono crescite del Pil, rispettivamente dell’11,5%, 9% ed 8%. Sono le banche di affari,il Fondo Monetario Internazionale e le colluse autorità monetarie,ad aver costruito le corde che stanno strangolando le economie dei Paesi occidentali (specie USA ed Europa) ed impiccando, i consumatori,le imprese e gli enti locali, all’albero dei prodotti derivati,una piramide finanziaria creata sulle sabbie mobili per generare,con una abnorme massa monetaria che sfugge a qualsiasi monitoraggio perfino delle centrali rischi delle banche centrali, enormi profitti nell’ordine di 30 miliardi di dollari l’anno di sole commissioni ed indebitare ulteriormente le nazioni,minandone la ricchezza misurata con l’economia reale ed il PIL. Secondo i dati ufficiali della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) di Basilea, il mercato dei derivati finanziari Otc (Over the Counter), cioè quelli che sono trattati fuori dai mercati regolari, a giugno 2004 aveva raggiunto un valore nozionale totale di 220.000 miliardi di dollari. Gli ultimi dati forniti dalla BRI di fine dicembre 2006 hanno portato il valore totale di derivati Otc a oltre 415.000 miliardi di dollari,che stime prudenti hanno visto ulteriori lievitazioni fino a 430.000 miliardi di dollari a giugno 2007. In due anni e mezzo la speculazione in derivati è quasi raddoppiata ! Il quadro è devastante se si osservano le grandi banche americane. I dati del Comptroller of the Currency americano di giugno 2004 evidenziavano come solamente tre banche, JP Morgan Chase, Citigroup e Bank of America, fossero responsabili della quasi totalità dei derivati finanziari in America con operazioni rispettivamente di 43.000, 17.000 e 16.000 miliardi di dollari,per un totale di 76 miliardi di dollari. La stessa fonte riporta ora che a fine marzo 2007,quelle tre banche vantavano totali in derivati finanziari rispettivamente per 72.000, 35.000 e 29.000 miliardi di dollari,per un valore di 136 miliardi di dollari, letteralmente raddoppiati in meno di tre anni ! Ed anche il sistema Italia si è lanciato in queste speculazioni “moderne” , sulla scia dei battistrada americani e inglesi, che non tiene conto della nostra sempre difficile situazione finanziaria, con mutui a tasso variabile erogati al 91% dei richiedenti,perché le banche non offrivano, mutui a tasso fisso quando le condizioni di mercato,come i più bassi tassi mai raggiunti, propendevano di evitare di contrarre debiti di lungo periodo a tassi indicizzati. Le operazioni in derivati finanziari sono delle mine vaganti contro la stabilità economica e il benessere sociale.Vi sono oltre 50.000 piccoli e medi imprenditori, soprattutto del nordest, che sono stati indotti dalle banche, a sottoscrivere contratti di derivati finanziari, spacciati come assicurazioni su possibili variazioni sui tassi di interesse e di cambio, e che hanno perso tra i 5 ed i 7 miliardi di euro ! La situazione più grave verrà alla luce quando si conteranno le perdite sui derivati sottoscritti dagli enti locali, in primis regioni, province e comuni. Secondo le stime della Corte dei Conti, alla fine del 2006 questi enti contavano oltre 108 miliardi di euro di debiti, in particolare sotto forma di bond, spesso piazzati da finanziarie internazionali in modo non dissimile alla triste esperienza della Parmalat. La questione drammatica riguarda il fatto che un fetta robusta di questi debiti sono stati poi “swappati”, cioè gli enti locali sono stati convinti ad accendere dei contratti derivati, sempre per “assicurasi” contro possibili variazioni nei tassi di interesse o in altri parametri. Sempre la Corte dei Conti ha ammonito che solamente le Regioni nel 2006 hanno aumentato le emissioni di bond del 33,4% raggiungendo un debito totale in bond di circa 25 miliardi di euro, di cui almeno 5,4 miliardi “coperti” da operazioni in derivati. Sanno le nostre autorità economiche se ancora oggi, persino dopo la crisi dei mutui-spazzatura, gli enti locali accendono crediti di vario tipo a tassi di interessi variabili e poi sottoscrivono dei derivati finanziari, swap, di “copertura”? Sarebbe opportuno non perdere altro tempo. I costi finanziari e le perdite degli enti locali sono soldi dei cittadini sottratti agli investimenti sociali e spesi allegramente per avventure finanziarie “esotiche”,che saranno ripianati con l’introduzione di nuove tasse o con debiti postergate nel tempo sempre a carico dei cittadini. Nel novembre scorso quelle che noi avevamo chiamato le “tre sorellastre”, cioè le agenzie internazionali di rating Standard & Poors, Moody’s e Ficht, , erano intervenute con toni minacciosi e ricattatori esigendo dal governo italiano l’abbandono di ogni politica di benché minimo sostegno sociale alle fasce di popolazione più debole e più povera in nome della sacra riduzione del debito pubblico. Adusbef denunciò il forte del controllo sulle tre agenzie esercitato dalla grandi banche e dalla finanza speculativa in derivati finanziari. Le responsabilità delle 3 sorelle del rating nella crisi della bolla dei mutui casa, sono state affrontate il 27 settembre scorso in un'audizione della sottocommissione Mercati dei capitali della Commissione Servizi Finanziari della Camera dei Rappresentanti il cui presidente, il democratico Paul Kanjorski ha dichiarato che “ci sono stati errori sistemici senza precedenti, commessi dalle agenzie di rating, che interessano prodotti finanziari d'ogni tipo; ciò che ora mi preoccupa sono i rischi di fallimenti sistemici nel sistema finanziario internazionale”. Shaun Mathis della banca d'investimento Miller Mathis ha testimoniato che “i mercati finanziari corrono i rischi maggiori dall'epoca della Grande Depressione. Non c'è nulla di piccolo o circoscritto in questo problema. Vi saranno collassi” di banche e finanziarie. La repubblicana Deborah Pryce dell'Ohio ha criticato le agenzie di rating perché ancora si rifiutano di decidere la retrocessione di intere categorie di titoli emessi sui mutui, limitandosi ad abbassare il rating solo sui titoli già crollati. Gary Ackerman, democratico di New York, le ha accusate di truffa e di manipolazione dei mercati dei titoli sottolineando che “la truffa è un reato punito dal codice penale federale”. Chi può intervenire per mettere le cose a posto dopo che tutte le regole di un’economia sana e razionale sono state accantonate per far posto a un fantomatico mercato finanziario capace di autoregolarsi? Le banche centrali hanno saputo solo immettere liquidità e allentare i tassi di interesse, decisioni che non affrontano né risolvono la crisi ma rischiano solo di rilanciarla ad un livello più grande. Solamente l’autorità dei governi e dei parlamenti a livello internazionale, come fece nel 1933 Franklin Delano Roosevelt con il suo New Deal per uscire dalla Grande Depressione americana, può essere capace di invertire la rotta e riportare l’economia reale sulla via della stabilità e della ripresa. E’ urgente che i Governi del G7 riprendano la discussione per attivarsi nelle competenti sedi internazionali per costruire una nuova architettura finanziaria finalizzata ad evitare futuri crack finanziari ed il ripetersi di bolle speculative, orientata al precipuo obiettivo di sostenere l’economia reale per intraprendere le iniziative necessarie per arrivare al più presto, insieme ad altre nazioni, alla convocazione di una conferenza internazionale a livello di Capi di Stato e di Governo, per definire globalmente un nuovo e più giusto sistema monetario e finanziario,che sottragga il governo dei prodotti derivati dall’avidità delle banche di affari e del Fondo Monetario. Le famiglie italiane,che pagano il prezzo della crisi alla rapacità delle banche di affari ed agli omessi controlli delle autorità vigilanti e del FMI e che in alcuni casi,non riuscendo più a far fronte a pagare le rate del mutuo per eccessiva onerosità,denunciano anche con atti drammatici (il suicidio d’onore di un operaio che si è ucciso in fabbrica ieri a Macerata è solo l’ultimo esempio !) il muro di gomma di un sistema bancario prepotente ed arrogante, che si sente sopra la legge,perciò non rispetta il decreto Bersani sulla simmetria dei tassi e la portabilità dei mutui a titolo non oneroso, meritano maggior rispetto ed attenzione.18/10/2007
Documento n.6885