MPS- ANTONVENETA: SI RIDUCANO I COSTI DEI CARISSIMI SERVIZI BANCARI

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA MPS- ANTONVENETA: E’ BUONA NOTIZIA,PURCHE’ VENGANO RIDOTTI ELEVATI COSTI DEI CONTI CORRENTI,MUTUI,BONIFICI E SERVIZI BANCARI I PIU’ CARI D’EUROPA. L’acquisizione di Banca Antonveneta da parte del Monte dei Paschi di Siena– a prescindere dall’italianità- è una buona notizia per i consumatori ed utenti dei servizi bancari, purchè non si continui a perseguire, per l’assoluta carenza di controllo delle Autorità Vigilanti,il sistematico saccheggio di correntisti e risparmiatori da parte di banche, che dopo le varie fusioni, invece di ridurre con le economie di scala i costi elevatissimi dei conti correnti,dei bonifici e dei servizi in generale,oltre che dei tassi maggiorati di oltre 1 punto su mutui e prestiti, hanno apportato ulteriori rincari restringendo anche il perimetro alla corretta concorrenza. Adusbef e Federconsumatori,nel valutare quindi positivamente questa buona operazione di mercato tra Mps ed Antonveneta, banca già oggetto delle brame del rag. Fiorani e della Banca Popolare di Lodi con l’avallo dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fazio, aspettano al varco la nuova banca per verificare,come con le altre grandi fusioni, una consistente riduzione di costi e di commissioni dei carissimi servizi bancari. E’ inammissibile infatti, che tutte le fusioni bancarie finora realizzate,ultima Unicredit-Capitalia sulla quale è ancora presto per dare un giudizio, invece di contribuire ad offrire efficienza ed economie di scala da ripartire anche sui correntisti,abbiano portato esclusivi vantaggi ai manager ed agli azionisti,mentre i danni derivanti dalle inevitabili disfunzioni che comportano le aggregazioni, sono stati pagati dagli utenti dei servizi bancari. Non ci sono infatti solo i mutui ed i prestiti più salati di oltre 1 punto sulla media europea,che producono maggiori esborsi di ben 22.000 euro per ogni 100.000 euro di prestito da restituire alla fine,ma anche le commissioni di borsa,i costi dei depositi titoli ed altri gravami,come i bonifici sono molto più cari rispetto all’Europa. Se un tedesco utente del Gruppo Unicredit HVB,volesse infatti fare un bonifico ai clienti del gruppo sparsi in Europa, non paga nulla, zero commissioni, se al contrario un utente italiano di Unicredit Banca d’Impresa vuole trasferire somme di denaro mediante un bonifico agli utenti Unicredit,paga da 1,5 euro (tramite internet) a 6 euro se la richiesta è effettuata per cassa allo sportello. Idem con Banca Intesa- San Paolo,che richiede 3,50 euro su ogni singolo bonifico, 2,50 euro se la banca beneficiaria è del suo gruppo bancario,ma anche 7,50 euro per cassa dai non clienti. Anche i ricavi medi per operazione da parte di gruppi bancari europei,secondo un rapporto di Cap Gemini,sono i più elevati ed ingiustificabili, con le banche italiane attestate ad 1,47 euro a transazione, contro 0,85 euro della Spagna,0,41 dell’Olanda, 0,32 euro di Francia e Germania, con l’Italia vero e proprio paese di Bengodi per le banche estere, che nei loro paesi praticano costi inferiori del 50% rispetto a quelli praticati nel Belpaese. Se ci fosse un’Autorità di vigilanza forte e credibile,non già una dipendenza delle banche,e non soltanto nella loro compagine azionaria di controllo, gli istituti di credito sarebbero indotti a praticare una corretta concorrenza e ad applicare la legge Bersani sulla portabilità dei mutui e la simmetria dei tassi, che resta una lettera morta, sistematicamente e reiteratamente violata a danno di milioni di risparmiatori,utenti e mutuatari traditi.

08/11/2007

Documento n.6938

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