MALAGIUSTIZIA:INTERROGAZIONE SUL"SUICIDIO"IN CARCERE DEL SINDACO DI ROCCARASO CAMILLO VALENTINI E SUL TENTATIVO DI COINVOLGERE CARLO RIENZI (CODACONS)

in Comunicati stampa
Atto Senato Interpellanza 2-00238 presentata da ELIO LANNUTTI martedì 29 giugno 2010, seduta n.399 LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e della giustizia - Premesso che: a seguito di numerosi esposti pervenuti da più parti sulla ingiusta morte e sulle ingiuste accuse mosse nei confronti del Sindaco di Roccaraso ingegner Camillo Valentini, il Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Campobasso iniziò le indagini nei confronti dell'Ispettor Massimiliano Mancini, principale autore delle Relazioni investigative a carico del Sindaco Valentini, e nei confronti del pubblico ministero Maria Teresa Leacche che, dando seguito a queste Relazioni accusatorie, ne aveva richiesto la custodia cautelare in carcere, e nei confronti del giudice per le indagini preliminari (GIP) Luigi D'Orazio che aveva emanato il provvedimento restrittivo domandato dal pubblico ministero (proc. n. 316/04 r.g.n.r. Tribunale di Sulmona); il Procuratore della Repubblica, al completamento delle indagini, formulò avviso ai sensi dell'art. 415 -bis del codice di procedura penale in data 4 luglio 2006 dando contezza agli indagati dei reati ipotizzabili a loro carico; in data 2 febbraio 2007 lo stesso Procuratore della Repubblica chiese allUfficio per le indagini preliminari il rinvio a giudizio dell'Ispettor Mancini (proc. n.2942/04 r.g.n.r.); in data 3 dicembre 2009, all'esito dell'udienza preliminare, il giudice dell'udienza preliminare di Campobasso ha rinviato l'Ispettor Mancini a giudizio innanzi al Tribunale Collegiale per il reato di abuso d'ufficio a lui ascritto; il dibattimento si è aperto il giorno 10 febbraio 2010 e l'Ispettor Mancini tuttora siede pubblicamente sul banco degli imputati; considerato che: secondo quanto riportato in un comunicato stampa del CODACONS (...) del 4 dicembre 2009 (rinvenibile nel sito Internet della stessa associazione), il capo d'imputazione contestato all'Ispettor Mancini reca, tra l'altro, quanto appresso: "in riferimento al proc. nr. 316/04 Trib. Sulmona … esso Mancini, nella sua qualità di Ispettore di P.S. addetto alla Squadra Mobile, espletava attività investigative connotate da un notevole grado di iniziativa, indirizzandole in malafede in odio al sindaco di Roccaraso, rivelando un anomalo intendimento di "persecuzione" inquisitoria ed assoluta mancanza di serenità e imparzialità in quanto era mosso da risentimenti personali e da spirito di rivalsa .....; così esso Mancini abusava della sue funzioni, operando in violazione di norme di legge, omettendo di astenersi dallo espletamento delle indagini, omettendo, fra l'altro, di espletare indagini anche a favore degli inquisiti (artt. 326 e 358 c.p.p.), così cooperando al fine di arrecare al sindaco Valentini un danno ingiusto, consistente nell'intento di acquisire risultanze probatorie a senso unico, articolate in una visione ricostruttiva persecutoria e unilaterale, che induceva, infine, il P.M. Leacche a richiedere il 15 luglio 2004 e ad ottenere il 13 agosto 2004 ordinanza di custodia cautelare che esso Mancini si precipitava nella stessa notte a personalmente eseguire catturando il Sindaco Valentini, che il 16 agosto 2004 si suicidava in carcere". A quanto risulta all'interpellante, nella sentenza si afferma inoltre che la condotta del Mancini sarebbe consistita, in particolare, nel riferire, contrariamente al vero nell'informativa dallo stesso redatta, in data 16 novembre 2001, funzionale anche all'ottenimento di autorizzazione ad intercettazioni di comunicazioni, che sussistevano indizi di reità con riferimento alla partecipazione a progetti delittuosi e ad un sodalizio criminale anche a carico di soggetti legati al Valentini da vincoli di parentela o frequentazione; in Roccaraso sussisteva un clima di omertà ed il fondato timore di gravi ritorsioni che avrebbe impedito agli abitanti di Roccaraso di denunciare gli abusi commessi dal Valentini; a quanto consta all'interpellante, nella relazione del 16 novembre 2001 contestata al Mancini come corpo di reato, vengono brutalmente coinvolti anche l'Associazione CODACONS e il suo presidente avvocato professor Carlo Rienzi, con affermazioni di incredibile foga accusatoria. In particolare, nella stessa si afferma che il fine della vessatoria azione del Valentini e dei personaggi a lui vicini, giungerebbe dalla preziosa testimonianza dell'Avvocato Stefano Rossi che ha fornito agli investigatori un'ampia testimonianza circa il presunto tentativo operato da Carlo Rienzi in rappresentanza del Valentini, di estorcere alla Immobiliare D'Aurora la somma di 500.000.000; inoltre, in tale relazione si sostiene che la richiesta dell'avvocato Rienzi ambirebbe ad essere l'epilogo di una serie di fatti reato, posti in essere dal gruppo riconducibile al Valentini, e volti a perseguire un unico fine. Non si spiega, si legge nella relazione, altrimenti la pressione esercitata da questi, che abusando della propria carica ed utilizzando fraudolentemente i mezzi di cui era a disposizione, avrebbe tentato di sottomettere Federico Tironese alla sua volontà, avanzando richieste assolutamente non congrue ovvero il pagamento di 500.000.000 più la realizzazione di opere pubbliche in favore del Comune di Roccaraso, a carico della Immobiliare D'Aurora; nella Relazione del 23 giugno 2004 sottoscritta dal Mancini, a quanto risulta all'interpellante, si giunge addirittura a chiedere al P.M. destinatario l'incarcerazione cautelare dell'avvocato Carlo Rienzi (insieme al Sindaco Valentini), asserendo che: la prosecuzione dell'attività investigativa avrebbe quindi permesso di accertare in maniera definitiva la consumazione della concussione in danno dell'amministratore della Immobiliare D'Aurora indotto a piegarsi alle richieste avanzate da Valentini; la pericolosità criminale degli indagati che occupando posti di vertice dell'amministrazione pubblica, ovvero il Comune di Roccaraso, e di una delle più note associazioni di tutela dei consumatori, il CODACONS, avrebbero provocato l'emissione di atti amministrativi fraudolentemente formati, al chiaro fine di sottrarre il fabbricato di via Vallone S. Rocco - bene di consistente valore patrimoniale - alla disponibilità della Immobiliare D'Aurora; considerato inoltre che: l'avvocato Rienzi è stato prosciolto dall'accusa di concussione consumata, in concorso con Valentini (non giudicabile per sopravvenuta morte dello stesso) dal Gup di Sulmona con sentenza di non luogo a procedere in data 26 marzo 2008; l'avvocato Rienzi è stato prosciolto anche dall'accusa di concussione tentata, in concorso con Valentini (la inesistente richiesta di 500 milioni tanto conclamata dal Mancini), dal Gip di Roma addirittura con decreto di archiviazione in data 4 febbraio 2009; inoltre, contrariamente a quanto affermato dall'Ispettore Mancini negli atti d'ufficio, il signor Federico Tironese Amministratore unico della Immobiliare D'Aurora, ben lungi dall'essere vittima di vessazioni concussive - risulta oggi incriminato per corruzione nei confronti del Sindaco Valentini e in data 7 aprile 2010 è stato rinviato a giudizio innanzi al Tribunale di Sulmona; infine, in data 11 giugno 2010, la Corte d'appello di L'Aquila ha assolto con le formule più ampie (il fatto non sussiste e i fatti non costituiscono reato) gli imputati Gisella Valentini e Mario Papili originariamente incriminati in concorso con il sindaco Valentini per i reati, in danno di tale Maria Marra e del M.llo Alfredo Di Gioia, di concussione, calunnia e violazione del segreto d'ufficio; pertanto, tutta la ricostruzione accusatoria effettuata nelle Relazioni sottoscritte dal Mancini, che portò in carcere il Sindaco Valentini e lo indusse a togliersi la vita, si è rivelata tanto falsa e menzognera quanto aggressiva e persecutoria, in aperta violazione non solo dei doveri istituzionali più inderogabili di un pubblico ufficiale, ma anche delle più elementari regole di convivenza civile e dei più fondamentali valori umani, si chiede di sapere se il Governo, eventualmente anche attraverso la Questura de L'Aquila abbia adottato provvedimenti disciplinari e/o cautelari nei confronti dell'Ispettore Massimiliano Mancini appartenente alla Squadra Mobile - Sezione Criminalità Organizzata (AQ), in relazione ai citati fatti ed in ragione della loro gravità. (2-00238) .

21/11/2010

Documento n.8767

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