ITALEASE: SE LA BANCA NON ERA AUTORIZZATA AD APPIOPPARE DERIVATI, DOVE ERANO CONSOB E BANKITALIA... ?
COMUNICATO STAMPA ITALEASE: SE LA BANCA NON ERA AUTORIZZATA AD APPIOPPARE DERIVATI, I CUI STOCK ERANO RIFERIBILI DAI BILANCI, DOVE ERANO CONSOB E BANKITALIA ? COME MAI, ANCHE DOPO GLI SCANDALI CIRIO,PARMALAT,BOND ARGENTINI, LE AUTORITA’ VIGILANTI NON HANNO ADOTTATO SERIE MISURE PREVENTIVE ? ADUSBEF CHE VEDRA’ ACCOGLIERE LE PROPRIE TESI IN PROCURA IN MERITO AD UNA BEN CONGEGNATA TRUFFA CONTRATTUALE,CHIEDE AI MAGISTRATI INQUIRENTI, DI SPOGLIARSI DI QUEL TIMORE REVERENZIALE VERSO CONSOB E BANKITALIA, MA DI CHIAMARLE SUL BANCO DEGLI IMPUTATI CON ANALOGHE MOTIVAZIONI. Consob e Bankitalia,anche a fronte di prove provate di omessa vigilanza, come dimostra lo scandalo Bipop-Carire, hanno sempre goduto di una sorta di franchigia da parte dei magistrati (unica eccezione le scalate estive Bnl-Antonveneta),che non hanno mai avuto il coraggio di mettere sul banco degli imputati i dirigenti delle due Autorità, anche quando c’erano prove schiaccianti e convergenti di mancata vigilanza,se non di vera e propria collusione, con gli artefici delle truffe a danno dei risparmiatori. Dopo l’ennesimo scandalo di Banca Italease, che ha piazzato prodotti derivati truffa, senza neppure le previste autorizzazioni della Banca d’Italia per un controvalore minimo di 730 milioni di euro, denunciato da Adusbef alla Procura della Repubblica di Milano,è arrivato il tempo di cominciare ad indagare ed a mettere sul banco degli imputati, non solo i dirigenti della banca da interdire dai pubblici ufficio per un quinquennio, ma anche Bankitalia e Consob, le cui responsabilità sono altrettanto evidenti se non più gravi, per non aver adottato doverosi meccanismi di vigilanza tali da prevenire la frode a danno degli utenti. Dopo anni che denunciamo la pericolosità di swap e derivati alle autorità vigilanti,con singoli episodi (Dolce & Gabbana il più famoso) che risalgono al 1993, con prodotti confezionati con una ingegneria finanziaria mefistofelica e con una leva finanziaria insopportabile, in alcuni casi per la stessa comprensione delle banche collocatrici, ci appare tardiva se non autoassolutoria,la ricognizione generale su tutto il sistema bancario di prodotti spesso nocivi,che hanno superato per il sistema bancario la soglia nozionale nel dicembre 2006, dei 6.000 (seimila) miliardi di euro (4 volte l’intero debito pubblico italiano !). Adusbef,ben conoscendo la famiglia dei derivati,al cui interno ci sono pericolosissimi junke bonds e prodotti meno pericolosi, certamente non generalizza demonizzandoli, ma ritiene che sia davvero arrivato il tempo della chiarezza e della massima trasparenza,per la stessa onorabilità di Bankitalia e Consob, che ancora una volta hanno dimostrato di non avere alcuna capacità nella prevenzione delle frodi e delle truffe a danno della clientela. La Procura di Milano che ha aperto un'indagine su precise denunce di Adusbef dove sono agevolmente dimostrabili i reati come la "truffa contrattuale", l'"insider trading" e l'"aggiotaggio", anche da parte dei broker ed agenzie di rating che continuavano a consigliare di comprare il titolo Italease, nonostante fosse ormai nota la sua esposizione sui derivati,farà ancora una volta un grande servizio al Paese se metterà alla sbarra,la lampante omessa vigilanza di Bankitalia e Consob. La posizione delle due autorità ha perfino l’aggravante dalle dichiarazioni di Draghi,che ha affrontato l'argomento derivati in più occasioni, in ultimo all'Abi,quando, dopo aver ricordato i benefici dei derivati, ha detto che: "Essi possono tuttavia divenire fonte di instabilità se utilizzati dagli intermediari non per coprire il rischio esistente, bensì per accrescere la quantità dei rischi da assumere. I derivati di credito possono modificare, inoltre, il modus operandi delle banche che se ne servono: se chi eroga il prestito ne cede in parte il rischio ad altri, l'incentivo a vagliare la qualità dei debitori può ridursi" e di Cardia, che in occasione dell'incontro annuale con il mercato finanziario, ha spiegato che "il ricorso agli strumenti derivati rappresenta un fenomeno di crescente diffusione ed è oggetto di attenzione da parte delle autorità di vigilanza per gli effetti sul livello complessivo di rischio per il sistema e la distribuzione tra i singoli utilizzatori". Oltre all’attenzione,Bankitalia e Consob,che devono pubblicare i risultati delle ispezioni, devono cominciare a pagare, almeno per il reato di concorso in truffa di Banca Italease. Elio Lannutti Roma,27.7.200727/07/2007
Documento n.6731