IRRICEVIBILE LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE BURLANDO DI AUMENTARE DEI PEDAGGI SULLE AUTOSTRADE LIGURI

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA TARIFFE. LA RICHIESTA DEL PRESIDENTE BURLANDO DI AUMENTARE DEI PEDAGGI SULLE AUTOSTRADE LIGURI, OLTRE AD ESSERE IRRICEVIBILE, RAPPRESENTA UNA BEFFA PER GLI UTENTI COSTRETTI A SUBIRE CONTINUI DISAGI SUL TRATTO A 10. GLI AUTOMOBILISTI SONO GIA’ ABBONDANTEMENTE SPREMUTI CON UNA SERIE INFINITA DI BALZELLI (DAL BOLLO AUTO AI PEDAGGI, DALLE ACCISE ALL’IVA, PER UN COSTO DI 4.000 EURO ANNUI: BASTA CHIEDERE LORO ULTERIORI RISORSE. La richiesta del presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, di una norma per poter aumentare di 10 o 20 centesimi i pedaggi dei 93 milioni di transiti annui sulle autostrade liguri e ricavare così risorse per migliorare le strade statali, come il raddoppio della vecchia Aurelia, non può gravare sugli utenti che percorrono la A 10, spesso in condizioni disagiate, a volte proibitive ed in situazioni di pericolo, anche a causa dei mancati dovuti investimenti della società concessionaria. Tale richiesta non può essere approvata, anche perché si creerebbe un pericoloso precedente per altre Regioni, che si sentirebbero autorizzate a spremere ulteriormente gli automobilisti, come se già non fossero gravati da infiniti balzelli: dal bollo auto, all’Iva, alle accise sulle benzine, per un controvalore complessivo di 4.000 euro l’anno pro-capite. Secondo uno studio aggiornato ai valori attuali, le imposte che gravano sugli utenti dei trasporti privati, sia automobilisti che centauri, ammontano ad oltre 65 miliardi di euro . Le voci più consistenti sono rappresentate dall’Iva, dalle accise e dalle imposte di fabbricazione dei carburanti, per le quali annualmente, in base alle stime Adusbef, la spesa complessiva ammonta a circa 36,9 miliardi di euro alla quale si deve aggiungere l’Iva sull’acquisto dei veicoli e degli accessori, per un importo pari a 8,8 miliardi di euro. Per quanto riguarda il capitolo tasse, quelle applicate su auto e moto (vale a dire la tassa di proprietà o l’ex bollo) pesano sulle tasche degli italiani per 5,9 miliardi di euro. Ma se le imposte rappresentano le maggiori voci di uscita, sostanziose appaiono anche le cifre relative alla manutenzione ordinaria: si deve calcolare che ogni anno gli automobilisti spendono 5,1 miliardi di euro per l’Iva sulla manutenzione dei mezzi e degli pneumatici. Come se non bastasse l’impennata del prezzo della benzina a scoraggiare le famiglie all’uso dell’auto, ci pensano le tasse ad assottigliare i portafogli. E i dati parlano chiaro: le tasse che gravano su auto e moto obbligano gli italiani a spendere ogni anno il 5,6 % delle proprie entrate per il mantenimento dell’automobile, tanto che il 75% delle famiglie, il cui reddito annuo non supera i 20.000 euro, è costretto a indebitarsi per sopravvivere. Inoltre, gli italiani devono mettere in conto, nei costi di gestione di un’automobile, anche la polizza Rc auto (pari in media a 850 euro l’anno). Nella tabella sono elencate le voci di spesa di un automobilista, secondo le stime Adusbef: Tasse (in Miliardi di euro) Iva e imposte fabbricazione carburanti ___ 36,9 Iva su acquisto veicoli e accessori ___ 8,8 tasse automobilistiche e moto (bollo) ___ 5,9 Iva su manutenzione e gomme ___ 5,1 Tasse varie su rc auto ___ 4,7 Tasse e iva sui parcheggi ___ 1,1 Iva sui pedaggi autostradali ___ 0,9 Altri oneri ___ 1,5 Tasse annue totali ___ 64,9 Premi annui rc auto 2005 ___ 19,6 Totale ___ 84.5 Spesa annua per famiglia ___ 4.023 euro Elaborazioni Adusbef su dati ufficiali Roma,9.10.2006

10/10/2006

Documento n.6362

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