INTERCETTAZIONI: LA DIFESA D’UFFICIO DEL SINDACO VELTRONI, DIMOSTRA LA GRAVE COMMISTIONE TRA POLITICA ED AFFARI
COMUNICATO STAMPA INTERCETTAZIONI: LA DIFESA D’UFFICIO DEL SINDACO VELTRONI, DIMOSTRA LA GRAVE COMMISTIONE TRA POLITICA ED AFFARI, CHE UCCIDE LA DEMOCRAZIA. IL GRANDE INCIUCIO TRA MAGGIORANZA ED OPPOSIZIONE PER IMBAVAGLIARE LA LIBERTA’ DI STAMPA,EVIDENZIA LIMITI CLASSE POLITICA ARRIVATA CAPOLINEA. ADUSBEF INVITA A RILEGGERE OGGI IL LIBRO: “I FURBETTI DEL QUARTIERINO” ! La “casta” di destra e di sinistra che ha avuto un ruolo trasversale nelle scalate estive del 2005 (siamo stupefatti dallo stupore delle anime candide, che aveva un interesse diretto ad assecondare la scalata ad RCS ed a disegnare i nuovi assetti bancari,come abbiamo puntigliosamente documentato nel libro “I Furbetti del Quartierino”,Editori Riuniti,che si invita a rileggere), vorrebbe approvare l’ennesima legge vergogna per assolvere gli autori di gravissime malefatte a danno dei risparmiatori e mettere in galera i giornalisti che pubblicano le notizie. Anche la difesa d’ufficio del sindaco Veltroni,che si preoccupa oggi dell’onorabilità dei protagonisti economici romani delle scalate estive,dopo aver celebrato in pompa magna il matrimonio tra Anna Falchi e Stefano Ricucci, vorrebbe mettere sotto accusa quella libera stampa, che cerca di informare a fatica l’opinione pubblica sulla gravità di un “golpe bianco”, che voleva disegnare i nuovi assetti del potere economico-finanziario-industriale, sventato soltanto grazie al lavoro della magistratura. Ha perfettamente ragione il ministro Di Pietro: “Il collateralismo trasversale che si sta realizzando intorno alla questione delle intercettazioni da parte di maggioranza e opposizioni mi preoccupa e non lo condivido. Stiamo parlando di verbali di dichiarazioni rese l'anno scorso e se oggi sono rese pubbliche e perché sono stati depositati gli atti a disposizione delle pari". "Credo, quindi - ha concluso Di Pietro - che il lavoro dei magistrati sia stato legittimo perché mirava e mira ad accertare eventuali responsabilità di insider trading e di altri reati commessi nel sistema della finanza. Se il sistema della finanza osava fare bla bla al telefono o nelle segrete stanze del potere con quelli della politica, la responsabilità é di chi commette questi fatti, non di chi li denuncia o li accerta, come fanno i magistrati". Adusbef,che aveva effettuato decine di denunce alla magistratura segnalando la commistione tra politica-economia-finanza-affari-autorità di vigilanza, scontrandosi contro il muro di gomma di Bankitalia e dei suoi protettorati,pubblica una delle recensioni del libro: “I Furbetti del quartierino” dedicato alla magistratura ed ai giornalisti con la schiena dritta,che oggi la classe politica vorrebbe ridurre al silenzio. “Michele Gambino, giornalista specializzato in inchieste sulla corruzione politica, già autore di diversi saggi d’attualità, ed Elio Lannutti, paladino storico dei consumatori nelle cause contro il mondo bancario, scelgono di intitolare il loro libro prendendo a prestito la frase passata all’uso comune dopo le celebri intercettazioni telefoniche della Procura di Milano e dopo le recenti vicende giudiziarie che hanno coinvolto e coinvolgono personaggi di spicco dell’alta finanza italiana. Ne I furbetti del quartierino i tentativi di scalata ad Antonveneta e a Bnl da parte di coloro che “hanno cantato una sola estate” vengono ricostruiti analiticamente, prendendone in esame i legami con il mondo della finanza e della politica nazionali, ma soprattutto con il neo-dimissionario governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio. Come abbiamo visto, il dibattito politico sull’estate degli scalatori – colpevolmente ma non sorprendentemente – ha fatto poca strada. Di strada ne ha fatta piuttosto la magistratura, che prima accerta le norme che devono regolare il mercato azionario, poi fa luce sulle ombre che ricoprono gli arricchimenti illeciti dei furbetti, dei quali è probabile che non tutto ancora sia stato scoperto. I due autori scelgono di approdare al caso Antonveneta partendo dai grandi crack finanziari – in ordine cronologico Bipop-Carire, Cirio e Parmalat – che negli ultimi anni hanno sconvolto l'Italia. Soprattutto hanno sconvolto i piccoli risparmiatori, che in quegli istituti avevano riposto la propria fiducia e le proprie risorse. Purtroppo, le vicende della banca padovana costituiscono solo una parte della storia. Il merito di Lannutti e Gambino è allora quello di svelare i più ampi meccanismi di quel “grande gioco” che ha contraddistinto una delle stagioni più complicate della storia del nostro paese”. Adusbef (La segreteria) Roma,18.6.200719/06/2007
Documento n.6629