IL SINDACO LEGHISTA DI VERONA TOSI È L’UNICA VOCE FUORI DAL CORO DEGLI ELOGI A DRAGHI. DOPO I CONSUMATORI
IL SINDACO LEGHISTA DI VERONA È L’UNICA VOCE FUORI DAL CORO DEGLI ELOGI A DRAGHI - FLAVIO TOSI INTERPRETA LE PAROLE DEL GOVERNATORE COME UN ATTACCO ALLA LEGA DI E RIBATTE CON CANNONATE DEGNE DEI SUOI INIZI DI MILITANTE DURO: "LA POLITICA (CIOÈ, LA LEGA) FUORI DALLE FONDAZIONI BANCARIE? PENSI AL SUO STIPENDIO D’ORO E CI DICA DOV’ERA LA BANCA D’ITALIA QUANDO SONO SCOPPIATI CERTI SCANDALI. E COS’HA FATTO LA VIGILANZA PER EVITARE CHE ALCUNI PERSONAGGI SACCHEGGIASSERO IL DENARO DEI RISPARMIATORI? SI VERGOGNINO I BANCHIERI CHE GLI FANNO IL CORETTO" - Claudio Trabona per il "Corriere del Veneto" Mario Draghi lancia all'assemblea della Banca d'Italia un richiamo su banche, politica e fondazioni. E riceve una prevedibile raffica di reazioni favorevoli: tutti d'accordissimo, tranne uno. Flavio Tosi interpreta le parole del governatore come un attacco alla Lega e risponde con cannonate degne dei suoi inizi di militante duro. Più che bacchettare la politica, dice il sindaco di Verona, «Draghi pensi al suo stipendio d'oro. E ci dica dov'era la Banca d'Italia quando sono scoppiati certi scandali». Tutto parte dalla consueta relazione annuale, davanti al gotha della finanza e delle istituzioni riunito a Palazzo Koch. In un passaggio aggiunto a braccio al testo delle considerazioni finali, Draghi si rivolge alla platea: «Io non credo sia interesse di nessuno, nemmeno delle fondazioni, tornare agli anni 70-80 quando la maggioranza di turno nominava gli amministratori delle banche e suggeriva anche i clienti privilegiati». Il ruolo delle fondazioni come azionisti degli istituti «non può che essere quello stabilito dalla legge: investitori il cui unico obiettivo sta nel valore economico dell'investimento. Saranno le fondazioni, nella loro autonomia, le prime a tutelare l'indipendenza del management». Draghi ovviamente non ha fatto riferimenti espliciti, ma il pensiero di tutti è corso alle vicende che hanno dominato le cronache finanziarie negli ultimi tempi: l'interventismo del sindaco (Pd) di Torino Sergio Chiamparino sulle nomine per Intesa Sanpaolo e l'attivismo leghista sulla partita Unicredit, soprattutto in terra veneta. Una escalation che va dalle famose dichiarazioni del leader Bossi («Ci prenderemo le banche del Nord») a quelle del governatore Luca Zaia e dello stesso Tosi in occasione del progetto di banca unica Unicredit e sul futuro del suo primo azionista italiano, la Fondazione Cariverona. Il sindaco non ha fatto mistero di voler lavorare per un nuovo presidente a lui (e alla Lega) gradito. Che potrebbe non essere più Paolo Biasi, timoniere da un ventennio. Tosi legge le agenzie che riportano il discorso di Draghi e reagisce male: «In passato - è il suo esordio - abbiamo visto che molti clienti privilegiati sono stati scelti non dalla politica ma dagli stessi banchieri che si facevano gli affaracci loro. Alle fondazioni, che sono nate perché ci fosse una separazione tra azionisti e banche, è stata attribuita la missione di dare risposte al territorio. Altrimenti che cosa ci stanno a fare gli enti locali dentro i loro organi elettivi? Forse il governatore non conosce queste regole? Draghi o ci è o ci fa. E siccome non ci è, perché è tutto fuorché stupido, allora ci fa». Tanto per non essere equivocato, il leghista insiste: «Penso che certe affermazioni siano in malafede. Il governatore dovrebbe piuttosto dirci: dov'era la Banca d'Italia quando sono scoppiati gli scandali finanziari recenti, cos'ha fatto la Vigilanza per evitare che alcuni personaggi saccheggiassero il denaro dei risparmiatori?» Tosi ce l'ha ancora di più con chi ha applaudito convinto il governatore: «Si vergognino i banchieri che gli fanno il coretto. Questi vogliono scippare le fondazioni al territorio». Quanto al rapporto tra partiti e istituti di credito, «ho sempre la stessa posizione: a me non interessano le nomine, non mi interessa chi sia il banchiere ma cosa faccia al servizio delle città e delle imprese. Perché io, a queste realtà, devo rispondere».01/06/2010
Documento n.8624