FONDI DORMIENTI: IL TESORO DIMENTICATO,TRA 10 E 15 MILIARDI DI EURO ESPROPRIATI DALLE BANCHE AI CLIENTI, FINALMENTE VEDE OGGI LA LUCE.

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COMUNICATO STAMPA FONDI DORMIENTI: IL TESORO DIMENTICATO,TRA 10 E 15 MILIARDI DI EURO ESPROPRIATI DALLE BANCHE AI CLIENTI, FINALMENTE VEDE OGGI LA LUCE. MA BANCHE E ALTRI INTERMEDIARI DEVONO DARE DEBITO CONTO A UTENTI. Finalmente e con oltre 2 mesi di ritardo rispetto all’obbligo della legge finanziaria,il Consiglio dei ministri ha approvato oggi il provvedimento per “scongelare” da un ritardo secolare,i cosiddetti “fondi dormienti”,un tesoro dimenticato tra i 10 (stime Bankitalia) ed i 15 miliardi di euro (stime Adusbef),espropriati ed incamerati dalle banche ai legittimi titolari e riportati ad utili delle banche. La decennale battaglia dell’Adusbef per utilizzare i fondi “perenti”,espropriati dagli istituti di credito,Sim ,assicurazioni ed altri intermediari,in base ad interpretazioni illecite del codice civile secondo le quali i risparmi depositati sarebbero prescritti dopo 10 anni, arriva oggi a conclusione. Ma le banche,che in passato hanno dato una interpretazione illegale sui depositi bancari,libretti di deposito di risparmio bancari e postali, titoli a custodia, pegni, cassette di sicurezza custoditi in banche,Sim,Poste,Fiduciarie,SGR, che sarebbero stati “prescritti” quindi incamerati se non movimentati da 10 anni, quindi disinvoltamente incamerati, secondo alcune banche,che alla richiesta di riscuotere e/o riattivare depositi a risparmio,hanno risposto testualmente che: “a mente dell’articolo 2946 del codice civile,il diritto del depositante alla restituzione delle somme depositate nel libretto di risparmio si prescrive in dieci anni”, devono restituire il maltolto,perché non sono prescrivibili sia secondo la Costituzione che tutela il risparmio,che secondo i pareri del ministero della Giustizia e del Consiglio di Stato,riportati a margine del provvedimento del CDM.. Adusbef,che dal 1991 (dopo il decreto-legge 3 maggio 1991, n. 143, convertito, con modificazioni, dalla legge 5 luglio 1991, n. 197, recante provvedimenti urgenti per limitare l'uso del contante e dei titoli al portatore nelle transazioni e prevenire l'utilizzazione del sistema finanziario a scopo di riciclaggio) ha effettuato le prime stime sui cosiddetti “conti dormienti,“silenti”, o dei “morti”,come quelli utilizzati da Fiorani durante la scalata ad Antonveneta, ossia depositi di denaro, cassette di sicurezza, libretti di risparmio, assegni circolari smarriti e mai rimborsati, titoli azionari o obbligazionari appartenenti a persone decedute o scomparse, che non risultano più movimentati da decenni, a fronte di tale interpretazione di talune banche,che ritengono prescritto il diritto del depositante alla restituzione delle somme nei dieci anni e che configura il reato di appropriazione indebita, aveva chiesto, tramite una diffida inviata al Governatore della Banca d’Italia ed al ministro dell’Economia, in qualità di presidente del CICR,di inviare una urgente ispezione su un campione di banche, per verificare se gli istituti di credito si siano già appropriati nel tempo, del denaro dei depositanti versato dal 1948 ad oggi. Con contestuali esposti- denunce,inviate a 10 Procure della Repubblica (Milano,Roma,Torino, Genova,Firenze, Siena, Napoli,Palermo, Catania,Bari), Adusbef aveva chiesto di verificare se alcune banche e gruppi bancari,abbiano per caso incamerato, nei libri contabili ed iscritti in apposite voci di bilancio,i fondi dormienti non reclamati dagli aventi titoli, negli ultimi 58 anni. Adusbef è lieta che finalmente il Governo abbia sbloccato il “tesoro” dei clienti confiscato dalle banche,ma continuerà la sua battaglia contro quelle sonnacchiose autorità vigilanti (Bankitalia in primis),che avevano quantomeno il dovere di quantificare nella Matrice dei Conti, i quantitativi esatti dei fondi dormienti, sottratti alle banche, che nel silenzio assenso avevano effettuato una indebita appropriazione, per essere utilizzati sia per risarcire le vittime dei crack finanziari, che per finalità sociali, interessi collettivi e/o di pubblica utilità. Elio Lannutti (Presidente Adusbef) Roma,5.6.2007

05/06/2007

Documento n.6609

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