Energia – gas e petrolio- il paese ha bisogno di risposte concrete
Energia – gas e petrolio- il paese ha bisogno di risposte concrete non astratte come il nucleare o pauperistiche come il razionamento Siamo in piena emergenza energetica sia sul versante degli approvvigionamenti sia su quello dei costi. Di fronte a ciò, le uniche soluzioni di cui si discute, sono o il razionamento energetico o il ritorno al nucleare. Circa quest’ultima questione si perde solo del tempo, non solo perché una ipotesi sul nucleare porterebbe risultati tra almeno dieci anni, ma l’ipotesi è destinata a rimanere tale dopo il referendum che ha visto prevalere la volontà contraria dei cittadini italiani. Si tratta allora di dotarsi, come sistema-paese, di un serio e concreto piano energetico basato sulla politica del risparmio che preveda investimenti in innovazioni tecnologiche e l’intraprendere, con grande determinazione, la via delle energie alternative. Moltissimo, in questo campo si può fare, a partire dalle bio-masse, al solare, al fotovoltaico, ed a tutte le altre tipologie energetiche che si possono mettere in campo. Tale strada deve passare attraverso ingenti investimenti alla ricerca, da anni ormai, dimenticata. Non possiamo, su questo terreno, farci surclassare da paesi come quelli scandinavi o la Germania che possono godere del sole solo raramente. Un piano energetico serio, deve anche prevedere un’importante diversificazione degli approvvigionamento di petrolio e gas. Per aumentare la quantità di questa seconda fonte è necessario accelerare, l’importazione di gas metano liquefatto e costruire nuovi impianti di rigassificazione al fine di ampliare la nostra importazione dai paesi nord africani. Sono da modernizzare, al fine di ottenere importanti risparmi energetici per aumentare l’efficienza del sistema, sia la rete di distribuzione elettrica sia la possibilità di distribuzione carburanti attraverso i grandi centri commerciali. Solo con quest’ultimo sistema, si potrebbero risparmiare sette centesimi al litro di carburante. La terza questione è la rivisitazione del sistema di tassazione dei prodotti petroliferi. Questa deve instaurare un meccanismo automatico che funzioni da ammortizzatore tra le variazioni del prezzo energetico ( petrolio e gas) e la sua immediata ricaduta sulle tasse affinché l’erario non speculi su questo fenomeno, oppure modificare la tassazione con un’imposta fissa. Di queste cose, e non di altre, il Paese ha bisogno, proprio in relazione all’esigenza che gli alti costi dell’energia, di cui deteniamo infelici primati europei, non ricadano né sulle tasche dei cittadini, né sui costi di produzione delle imprese così da minarne la competitività. E’ priorità massima quest’ultima, affinché possiamo sentirci parte integrante della globalizzazione.21/01/2006
Documento n.5585