E’ l’Argentina a dover pagare i suoi debiti.

in Comunicati stampa
BOND ARGENTINI: IL GOVERNO DI BUENOS AIRES LAMENTA L’ASSENZA DI DIALOGO CON L’ITALIA,MA IN TUTTI GLI INCONTRI AVUTI FINORA E’ STATA L’ARGENTINA A FARE ORECCHIE DA MERCANTE, SENZA CONSIDERARE LE PROPOSTE DEI 450.000 RISPARMIATORI ITALIANI, CHE NON SI ACCONTENTANO DELLE CHIACCHIERE DEI MINISTRI LAVAGNA E BIELSA,MA CHIEDONO I FATTI,OSSIA LA RESTITUZIONE INTEGRALE DEL CAPITALE INVESTITO. E’ LO STATO ARGENTINO,NON LE BANCHE,CHE DEVE RESTITUIRE IL DEBITO SOVRANO AI RISPARMIATORI DI MEZZO MONDO: CHI MISTIFICA TALE ASSIOMA,SI PRESTA ALLE STRUMENTALIZZAZIONI ED ALLE PRESE IN GIRO DEL GOVERNO KIRCHNER, CHE CERCA DI FAR DIGERIRE UNA PROPOSTA DI SWAP CAPESTRO CHE NON SARA’ MAI AVALLATA DALLA MAGGIORANZA QUALIFICATA DEI RISPARMIATORI TRUFFATI PER ANDARE IN PORTO. SE LE BANCHE HANNO SBAGLIATO,SARANNO I TRIBUNALI ITALIANI A GIUDICARLE. Le lamentele del ministro dell’Economia Roberto Lavagna e del Ministro degli Esteri Rafael Bielsa sull’assenza di un dialogo politico con l’Italia, unico Paese fra quelli creditori che si trova in questa situazione,esternata a tre deputati italiani (i diessini Giorgio Benvenuto e Luigi Olivieri e il leghista Giovanni Didoné) in visita in Argentina,sono smentite dalla realtà dei fatti: è il Governo argentino,che non ha mai voluto ascoltare,nei 5 incontri ufficiali, le richieste dei risparmiatori a veder restituiti in tempi accettabili, il capitale investito in uno Stato sovrano. Se le banche italiane hanno venduto,come Adusbef ha sempre sospettato, titoli argentini ai risparmiatori italiani,riducendo il valore dei bond argentini detenuti nel portafoglio delle banche tra il 1999 e il 2003,da 460 milioni di euro nel 1999 a 419 milioni di euro nel 2000, per scendere drasticamente a 173 milioni di euro nel 2001, a 135 milioni di euro nel 2002 e, infine, a poco più di 60 milioni di euro nel 2003,trasferendo la rischiosità dell’investimento dal loro portafogli titoli a quello della clientela specie dopo il 2000 (e la reticenza della Consob a tenere secretati i tabulati di carico dei titoli argentini da parte degli istituti di credito,non aiuta), saranno giudicate,sia civilmente che penalmente (molte denunce hanno portato all’apertura di indagini per truffa,dalla Procura di Firenze a Sanremo,ecc.) dai tribunali della Repubblica. Ma mistificare questa realtà del debitore principale,che è lo stato Argentino,che vuole insistere in un’offerta di scambio capestro,che prevede di far restituire a 450.000 risparmiatori italiani per lo più ultrasessantenni,tra 20 e 40 anni il 27 per cento del capitale investito,è una falsificazione evidente,una trappola alla quale ci auguriamo non possano cadere coloro che si ergono a paladini dei consumatori. Se un dialogo ci deve essere,non può essere tra un governo prepotente di uno Stato sovrano,come quello argentino, con risorse immense in grado di pagare non una, ma 10 volte i debiti contratti e che tenta di addossare al popolo dei risparmiatori,soprattutto povera gente, il proprio dissesto economico, che dopo il danno inferto, manda in scena la farsa di un’offerta di scambio blindata approvata dal parlamento, ed uno stato di diritto,qual è l’Italia che deve far esigere il rispetto delle regole del diritto internazionale. Adusbef è certa che l’offerta pubblica di scambio lanciata sui bond in default (sul cui prospetto informativo approvato da Consob si dovrà pronunciare il Tar del Llazio),non avrà mai le adesioni di una maggioranza qualificata di risparmiatori,che come dichiarato dal FMI,per essere valida,non potrà essere inferiore all’80 per cento dell’intero debito,interessi esclusi. Elio Lannutti-presidente Adusbef- Intesaconsumatori Roma,16.2.2005

16/02/2005

Documento n.4459

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