De Mattia. Bankitalia tratta allo stesso modo banche italiane o estere.

in Comunicati stampa
BANCHE: CI VUOLE LA SFRONTATEZZA DI DE MATTIA PER AFFERMARE CHE LA BANCA D’ITALIA HA RISERVATO LO STESSO TRATTAMENTO ALLE BANCHE ITALIANE ED A QUELLE ESTERE NELLO SCANDALO OGGETTO DI INDAGINE DELLA PROCURA. L’EX DIRIGENTE DELLA FISAC-CGIL, SI LEGGA LE DICHIARAZIONI DI NICOLETTA ROCCHI E DI DOMENICO MOCCIA, DIRIGENTI DELLA FISAC E CGIL ! "Non è vero in Italia che le banche straniere sono trattate diversamente da quelle italiane". E’ quanto afferma Angelo De Mattia, responsabile della segreteria particolare del Governatore della Banca d’Italia, in una lettera al Financial Times in risposta a un articolo pubblicato lo scorso 2 maggio dal quotidiano finanziario. "Il controllo - spiega De Mattia - viene esercitato in entrambi i casi (banche italiane o straniere, ndr) in modo completamente indifferenziato, in linea con le legislazioni italiana ed europea”. Ci vuole la sfrontatezza di De Mattia per affermare che la Banca d’Italia,nella scandalosa vicenda della Offerta Pubblica di Acquisto lanciata da banche estere sulle banche italiane,oggetto di un indagine della Procura di Milano e del sicuro deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea, abbia riservato lo stesso trattamento alle banche italiane ( Fiorani & Soci) ed a quelle estere. Ma le note accuse di parzialità e di due pesi e due misure rivolte alla Banca d’Italia e a Fazio, stavolta non sono state mosse dall’Adusbef,ma da due altissimi dirigenti di una organizzazione sindacale,la Fisac-CGIL nella quale ha militato lo stesso Di Mattia,nella carica di segretario Generale aggiunto,prima di entrare a far parte della segreteria particolare del Governatore. "Troppe cose non quadrano" nella vicenda Antonveneta: "non quadrano i due pesi e le due misure messe in atto dalla Banca d’Italia, non quadra il prezzo in Borsa pagato dalla Lodi, non quadra la sfrontatezza con cui si concertano le azioni fra Fiorani ed i suoi alleati". Lo affermano, in una nota congiunta, la segretaria confederale della Cgil, Nicoletta Rocchi, ed il segretario generale della Fisac Cgil, Domenico Moccia. "L’Italia non riesce ad affrancarsi dai suoi vizi antichi. Questa è purtroppo la morale vera della campagna di conquista dell’Antonveneta da parte della Banca Popolare di Lodi affermano Rocchi e Moccia - . Il nostro capitalismo sta per arricchirsi di un nuovo capitano coraggioso, sceso in campo a difesa dei colori nazionali, contro l’opa dell’Abn Amro Fiorani ci mette il suo entusiasmo di giovane manager emergente e le solide amicizie che può vantare. I soldi li mettono gli altri. "Troppe cose non quadrano in questa vicenda: non quadrano i due pesi e le due misure messe in atto dalla Banca d’Italia, solerte nelle autorizzazioni con gli uni, in perenne ritardo con gli altri. Non quadra il prezzo di borsa pagato dalla Lodi, inferiore a quello offerto dagli olandesi. Non quadra la sfrontatezza con cui si concertano le azioni tra Fiorani e i suoi alleati, nel più totale dispregio delle regole del mercato e della legislazione in materia. Non quadra il silenzio dei controllori né l’assoluta impunità di cui fanno mostra i controllati". "Possibile che non ci sia modo di opporsi a tanto scempio? Che il mercato valga solo per sbatterlo in faccia al sindacato e ai lavoratori? Che gli affari si facciano solo tra amici? Che la trasparenza nelle vicende economiche debba sempre risolverla la magistratura? Si abbia per lo meno il pudore di non abbindolare l’opinione pubblica con i richiami all’interesse nazionale . L’Italia, per rimettersi in piedi, di tutto ha bisogno tranne che di queste disgraziate avventure che ci precipitano nella marginalità e nel discredito….”. Dichiarazioni riportate dall’Agenzia ANSA del 3.5.2005. L’attuale segretaria confederale della CGIL,Nicoletta Rocchi,era segretaria generale della Fisac-CGIL (Sindacato Bancari) quando il segretario particolare del Governatore era segretario aggiunto. Ci vorrebbe più pudore,senso morale e delle istituzioni, nel difendere l’indifendibile operato di un capo-cordata qual’è Fazio,che invece di fare l’arbitro, ha fatto strame di ogni regola di mercato e di ordinaria prudenza,non esitando a trascinare nel fango una gloriosa e credibile istituzione,con l’unica finalità di favorire una “combriccola di amici”, già in passato oggetto di indagini della magistratura ed addirittura condannati per il reato di “insider trading”. Il Presidente Elio Lannutti Roma,4.5.2005

04/07/2005

Documento n.4833

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