DDL RISPARMIO: TRE ANNI DI GIOCO DELLE TRE CARTE !

in Comunicati stampa
DDL RISPARMIO: TRE ANNI DI GIOCO DELLE TRE CARTE ! SONO UNA VERGOGNA LE BURLE CONTINUE DEL GOVERNO SULLA PELLE DI 1 MILIONE DI RISPARMIATORI, MENTRE IL GOVERNATORE FAZIO, ANCORA SALDAMENTE AL SUO POSTO NONOSTANTE SFRATTO E SFIDUCIA ANNUNCIATI DA BERLUSCONI,PUO’ SERENAMENTE BRINDARE,CONTINUANDO DAL SUO SCRANNO A PONTIFICARE. SE IL GOVERNO VOLESSE FARE UN BUON SERVIZIO AI RISPARMIATORI, AVREBBE L’OBBLIGO DI RECUPERARE IL TESTO APPROVATO IN COMMISSIONE ALLA CAMERA CON CONTESTUALE APPROVAZIONE DELLA LEGGE SULLA CLASS ACTION BLOCCATA AL SENATO DALLE CONSUETE LOBBY POLITICO-ECONOMICHE. L’indecorosa pantomima,una sorta di gioco delle tre carte, che sta facendo il Governo sulla legge di riforma del risparmio,assieme alle mancate dimissioni di un Governatore il quale,nonostante sia stato sfiduciato dal premier Berlusconi, può continuare dal suo scranno a pontificare, elargendo costose regalie è l’ennesima vergogna,l’ultima presa in giro della CDL sulla pelle di 1 milione di famiglie,che assommano a 3 milioni di cittadini coinvolti dal fenomeno del “risparmio tradito”. Le dichiarazioni mattutine del premier che ha affermato di convocare un vertice per: “verificare se tutti i partiti della Cdl sono d’accordo su alcune modifiche che riguardano la Banca d’Italia e le pene. Non quelle sul reato di danno su cui c’é l’accordo, ma quelle sul reato di pericolo", rappresentano- a 3 anni dai crack finanziari-, una presa in giro per 3 milioni di italiani,che continuano ad attendere una seria legge di tutela del risparmio,non quella che fa più comodo a Fazio ed al presidente del Consiglio. Se il Governo volesse fare un buon servizio ai risparmiatori,avrebbe il dovere di cancellare la legge “salvafazio” recuperando il testo approvato dalle commissioni congiunte della Camera nel gennaio scorso, che sottrae alla Banca d’Italia le funzioni Antitrust sulle banche per conferirle all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con contestuale approvazione della legge sulla “class action”,già approvata alla Camera ma bloccata al Senato da potenti lobby, che in parte coincidono con quegli stessi interessi economici,anche del premier, che sono riusciti a rinviare alle calende greche (2008) l’entrata in vigore della riforma del TFR. Il Presidente Elio Lannutti Roma,28.11.2005

28/11/2005

Documento n.5318

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