Da L’Opinione (23-2-06) Assicurazioni a caccia di banche
Assicurazioni a caccia di banche, la più agguerrita è sempre Unipol Via Stalingrado volge lo sguardo ai paesi dell’Europa orientale di Roberto Casalena Dopo l’avvio del risiko bancario, che ha visto prede Bnl e Antonveneta, rispettivamente da parte dei francesi di Bnp Paribas e degli olandesi di Abn Amro, semaforo verde anche allo shopping assicurativo. E questa volta gli scalatori non sono stranieri, ma italiani, primarie compagnie di assicurazione piene di liquidità da investire, anche se sembra di capire che di prede, nel settore, ve ne siano ben poche. In questi ultimi anni, soprattutto per la ripresa del ramo danni, ma anche per i continui aumenti della Rc auto, le assicurazioni hanno messo da parte una liquidità consistente. Prima fra tutte l’Unipol, che tra ricapitalizzazione e plusvalenze destinate alla fallita scalata su Bnl, ha liquidità da spendere per 4 miliardi di euro. Ma non è la sola, dato che almeno altre tre compagnie hanno soldi da investire, dalle Generali che possono contare su almeno 1,8 miliardi, ad Eurizon (San Paolo Imi) che conta di ottenere liquidità per circa 2 miliardi dal collocamento in Borsa, previsto per metà anno, per finire a Fondiaria-Sai, che dopo essere uscita da una complessa ristrutturazione, ora può contare su 800 milioni da investire. Il problema, però, è che sul mercato italiano non ci sono prede. E forse, l’unica appetibile potrebbe essere La Toro (gruppo De Agostini), che peraltro ha già smentito di volerla cedere. E allora, piaccia o non piaccia, le compagnie assicurative dovranno cercare all’estero, per poter spendere gli 8,5 miliardi di liquidità che possiedono. Alcuni rumors farebbero capire, però, che le Generali potrebbero far gola alla francese Axa o alla tedesca Allianz, anche se sembra alquanto difficile dato il suo valore (circa 38 miliardi), che rende le cose alquanto difficili. Anzi, Generali sembra voler continuare a blindarsi, tant’è che Roman Zaleski, il finanziere franco-polacco che gode di una forte liquidità, ha ufficializzato l’ingresso nel capitale del Leone di Trieste con il 2,2%, con un investimento di circa 800 milioni. Una manovra che secondo alcuni osservatori va vista nell’ottica di un’ulteriore blindatura delle Generali. La mossa è destinata a rinvigorire il risiko bancario assicurativo che ruota attorno a Banca Intesa, Capitalia, Mediobanca e alle stesse Generali. Zaleski, d’altronde, è in ottima sintonia con Banca Intesa, fin dal 2001, quando nel rastrellamento delle azioni Montedison fu finanziato dalla stessa banca guidata da Bazoli. E se si somma l’attivismo di Bazoli, di questi giorni sul fronte del risiko bancario, alle sollecitazioni da parte del socio francese Credit Agricole, che vorrebbe vedere Banca Intesa muovere alla conquista di una grossa banca italiana, ne scaturisce, anche stando ai rumors dei bene informati, che la preda potrebbe essere Capitalia, un’operazione che permetterebbe di blindare Mediobanca-Generali, salvando, naturalmente, le poltrone di tutti i contendenti. E probabilmente è in quest’ottica che bisogna interpretare l’ingresso di Zaleski in Generali. Si apprende, intanto, che al presidente del consiglio di amministrazione di Capitalia, Cesare Geronzi, è stata notificata una ordinanza di misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese, da parte del Tribunale di Parma, ufficio del giudice per le indagini preliminari. Il provvedimento è stato assunto nell’ambito del procedimento relativo alle vicende Parmatour e Ciappazzi, risalente al 2002, nel quale Geronzi è indagato. In una nota, Geronzi afferma: “Ho dato mandato ai miei legali di impugnare il predetto provvedimento. Ho appreso con stupore ed indignazione della misura interdittiva disposta nei miei confronti, intervenuta quando le indagini, da tempo avviate, si erano già concluse e relativa a contestazioni prive di fondamento, tutte già respinte e che fermamente respingo ancora una volta”. E torniamo alle compagnie assicurative. Unipol potrebbe pensare di investire nel sistema bancario anche per creare maggiori sinergie con la rete di distribuzione dei prodotti assicurativi. Certo è che tutta la liquidità traboccante è destinata a trovare un collocamento in tempi brevi. Comunque, data l’alta concentrazione delle compagnie assicurative in Italia, necessariamente si dovrà guardare all’estero, soprattutto in Europa e in particolar modo ai Paesi dell’Est, dove già hanno fatto da apripista alcune banche come Unicredit e Banca Intesa. Oltre che in alcuni Paesi dell’Estremo Oriente, a cominciare da India e Cina, anche se Generali è già internazionalizzata, avendo messo i piedi da tempo nell’Europa dell’Est, finanche in Cina, dove ha una joint-venture con la Cnpc. Probabilmente ad aprire le danze dello shopping ci penserà Unipol e bisognerà vedere se indirizzerà i suoi 4 miliardi verso una compagnia estera o su di una banca del Belpaese. Intanto, il presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini, intervistato da Radio 24 lancia l’allarme sulla fuga delle polizze auto, sostenendo che “c’è un aggravarsi della tendenza a sfuggire all’assicurazione Rc auto per il costo delle polizze” e ciò a causa del caro-tariffe anche - se ha aggiunto - il costo dei sinistri è molto cresciuto, passando dai 2.960 euro del 1999 ai 3.883 attuali. Ma non si conosce il dato relativo al numero degli incidenti, se siano aumentati o diminuiti. Mentre il dato sulla liquidità accumulata dalle compagnie di assicurazioni la dice lunga su come stiano le cose, perché se le assicurazioni perdessero o stessero in pareggio non avrebbero così tanta liquidità disponibile. Dunque, al risiko bancario già in atto, è destinato a sovrapporsi presto anche quello assicurativo.24/02/2006
Documento n.5744