Da Adusbef-Piemonte. UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA

in Comunicati stampa
L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it L’ADUSBEF DENUNCIA UN GRAVE COMPORTAMENTO DA PARTE DELLA BANCA POPOLARE COMMERCIO E INDUSTRIA DI CASALE MONFERRATO (Alessandria). UN RISPARMIATORE COMPLETAMENTE ANALFABETA PERDE 40.000 EURO IN BOND ARGENTINI. LA BANCA DICHIARAVA: “SONO ASSOLUTAMENTE SICURI”. NON INFORMAVA IL CLIENTE DEL DEFAULT ARGENTINO E GLI FACEVA FIRMARE DOCUMENTI CON FALSE DICHIARAZIONI Il signor G. P., di anni 52, residente a Casale Monferrato (Alessandria), nel 1999 è costretto a vendere un piccolo immobile. L’acquirente paga la soma di euro 40.000 grazie a un mutuo erogato dalla Banca Popolare Commercio e Industria di Casale Monferrato. L’impiegato della banca contatta il signor G. P. e gli consiglia – alla fine del 1999- di non lasciare giacere sul conto quella cifra di denaro, ma di impiegarla più proficuamente, prospettando a G. P. e consorte, UN INVESTIMENTO ASSOLUTAMENTE SICURO. Il signor G. P e consorte sono persone assolutamente prive di qualsiasi conoscenza o esperienza in materia di strumenti finanziari. NON SOLO: il signor G. P. è COMPLETAMENTE ANALFABETA, non ha mai IMPARATO A LEGGERE E A SCRIVERE. La consorte ha un livello di scolarizzazione che non supera la SCUOLA ELEMENTARE. Dopo una ripetuta serie di RASSICURAZIONI E DI INSISTENZE da parte dell’impiegato della banca, il signor G. P. acconsente ad acquistare in data 12.01.2000 BOND ARGENTINA tipo Eur Argentina 2003 per una cifra intorno ai 41.000 euro. NESSUN DOCUMENTO SUI RISCHI GENERALI DEGLI INVESTIMENTI FINANZIARI, né qualsiasi ALTRO DOCUMENTO CONTENENTE UNA QUALSIVOGLIA INDICAZIONE CIRCA I RISCHI DI TALE OPERAZIONE viene consegnato al signor G. P. Alla fine del 2002, il signor G. P., DEL TUTTO IGNARO DELLA SORTE DEL SUO INVESTIMENTO, si reca in banca per svincolare parte delle somme investite. E’ il 26 novembre 2002. In quell’occasione il signor G. P. non solo NON VIENE AVVERTITO del DEFAULT dei BOND ARGENTINA, ma gli viene aperto un FIDO DI CASSA, facendogli credere che i contanti da lui prelevati fossero quelli provenienti dalla vendita dei titoli argentini. In data 21 febbraio 2003, la banca fa firmare al signor G. P. e consorte un documento in cui questi dichiarano di avere una esperienza ALTA in strumenti finanziari, nonché un’alta propensione al rischio. Successivamente il signor G. P. apprende che l’Argentina non era più in grado di RIMBORSARE I PRESTITI OBBLIGAZIONARI. Il signor G. P. si rivolge all’Adusbef del Piemonte. Assistito dall’avvocato Cecilia Ruggeri, responsabile dell’ufficio legale dell’Adusbef, chiede immediatamente alla banca il rimborso delle somme investite.La banca avanza una proposta transattiva di circa 12.000 euro, rifiutata dal signor G. P. a causa dell’esiguità rispetto all’investimento iniziale. Di conseguenza il signor G. P., assistito dall’Adusbef, cita in giudizio la Banca Popolare Commercio e Industria per una nutrita serie di GRAVI VIOLAZIONI previste dal TUF e dal relativo regolamento CONSOB. Inoltre si ravvisano anche PROFILI di ILLEGITTIMITA’ PENALE. Tutti questi fatti comportano la responsabilità della banca per la perdita patrimoniale subita dal signor G. P. a causa dell’investimento. “La vicenda che ha coinvolto il risparmiatore di Casale Monferrato-dichiara Alessandro Di Benedetto, presidente dell’Adusbef del Piemonte-dimostra la falsità delle posizioni dell’Abi quando sostiene che “non corrisponde alla realtà che le banche avessero titoli argentini in portafoglio da molto tempo e abbiano deciso di venderli solo al peggioramento dello scenario”. Sono 450.000 in Italia i risparmiatori truffati dai bond Argentina. E abbiamo seri motivi per ritenere che anche in questo caso le banche abbiano rifilato ai risparmiatori i titoli-spazzatura emessi per rientrare dai crediti. Come Adusbef abbiamo invitato i risparmiatori a rifiutare la scandalosa offerta di scambio del Governo Argentino, ma abbiamo anche denunciato l’inerzia del Governo Berlusconi che nulla fa per tutelare i risparmiatori. Invece di far approvare una seria legge sul risparmio, Berlusconi ha nominato Rainer Masera, già presidente del San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it San Paolo Imi, indagato per bancarotta e truffa nell’ambito dell’inchiesta avviata della Procura di Roma sul crac Cirio, capo della delegazione italiana nell’ambito della commissione intergovernativa italo-francese per la realizzazione dell’alta velocità Torino-Lione”. ALESSANDRO DI BENEDETTO Pres. Regionale ADUSBEF SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it SEDE ADUSBEF del PIEMONTE Via Stupinigi, 10 – 10042 Nichelino (Torino) Tel. 011/62.79.720 – Fax 011/62.77.392, e-mail: aledibenedetto@libero.it Ufficio Stampa: Emanuele Rebuffini 38/3542780 rebuffini.e@libero.it

04/03/2005

Documento n.4497

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