CRISI:NEGLI USA BANCHIERI ALLA BERNANKE ARTEFICI DEI CRACK, VENGONO CACCIATI,IN ITALIA GLI STESSI COME DRAGHI VENGONO OSANNATI
COMUNICATO STAMPA CRISI:NEGLI USA BANCHIERI ALLA BERNANKE ARTEFICI DEI CRACK, NON VENGONO RINNOVATI ,IN ITALIA E IN EUROPA GLI STESSI COME DRAGHI VENGONO OSANNATI.. PER CAMBIARE REGISTRO ED IMPEDIRE NUOVE BOLLE SPECULATIVE NON SI PUO’ PREMIARE MA CACCIARE OLIGARCHIA FINANZIARIA CHE HA PRODOTTO LA CRISI. Negli Stati Uniti d’America,dove i banchieri vanno in galera, i governatori come Bernanke artefici e corresponsabili dei crack finanziari ed immobiliari che hanno contagiato le economie e falcidiato milioni di posti di lavoro,rischiano di non vedere rinnovato il mandato, a differenza dell’Europa e dell’Italia dove gli stessi governatori come Draghi, collusi con le banche azioniste dei giornali,vengono osannati ed addirittura proposti,da direttori di gruppi editoriali appartenenti alle stesse combriccole di potere, ai vertici della Banca Centrale Europea. Non è convincente,per i consumatori ed i risparmiatori truffati dalle banche con il concorso del controllore, la proposta avanzata oggi nell’editoriale del Corriere della Sera dal direttore Ferruccio De Bortoli,che esorta l'Italia a non restare con le mani in mano in vista della scadenza, l'anno prossimo, del mandato del francese Trichet alla poltrona della Bce. . I giochi si fanno ora, ricorda il direttore del Corriere. "Il sostegno a Draghi è l'occasione, specialmente dopo il fallimento delle candidature di Mauro al vertice del parlamento di Strasburgo e di D'Alema al 'ministero degli Esteri' europeo, per dimostrare agli altri e a noi stessi che l'Italia, Paese fondatore dell'Unione, non è né distratto né assente. E soprattutto non esprime nei contatti internazionali una sconveniente doppiezza", scrive De Bortoli. "I rappresentanti di altri Paesi, quando si tratta di promuovere per una carica internazionale persone che hanno il loro stesso passaporto, dimenticano rivalità e differenze. Noi no, noi spesso godiamo, a destra come a sinistra, della bocciatura europea del nostro acerrimo avversario". Quindi la domanda diventa: "Riusciremo a ritrovare orgoglio e spirito nel sostenere la candidatura di Draghi?". E per ora la risposta del Corriere è: "Si può anche perdere, anzi è probabile che ciò accada. Ma perdendo uniti si ha il rispetto degli altri e si accumulano crediti per il futuro; perdendo divisi si suscita solo compassione e si scivola nell'irrilevanza". Pur non essendo anti-italiani,siamo spiacenti di non poter condividere la proposta del direttore De Bortoli sulla candidatura di Draghi alla presidenza della BCE, non essendo il più idoneo a ricoprire una carica che richiederebbe indipendenza ed equidistanza dal sistema bancario. Non soltanto per i suoi trascorsi nella Goldman Sachs,la madre di tutte le banche speculatrici, ma anche perché il Governatore Draghi,in qualità del presidente del Financial Stability Forum, non ha fatto nulla per evitare la crisi,arrivando addirittura a negarne gli effetti quando nell’agosto del 2007 stava scoppiando con la bolla dei sub-prime,e solo per tutelare gli interessi delle banche. Draghi,al di là delle chiacchiere,non ha messo in piedi alcun credibile strumento di vigilanza per impedire che le banche controllate azioniste di Bankitalia Spa,continuassero a taglieggiare correntisti, famiglie e piccole imprese con marchingegni illegali,dalla commissione massimo scoperto alle costosissime assicurazioni obbligatorie sui mutui, dai tassi più elevati della media europea ai costi dei conti correnti più onerosi del mondo, in nome di un malinteso senso della stabilità. L’Italia ha tutti i titoli per rivendicare la successione di Trichet alla presidenza della Bce, mettendo sul piatto della bilancia anche lo squilibrio dei nuovi strumenti di vigilanza europea dei mercati finanziari, creditizi e assicurativi contro i rischi sistemici, le cui sedi sono ubicate a Londra,Parigi e Francoforte, tagliando fuori non solo l’Italia,principale fondatore dell’UE, ma anche i paesi del mediterraneo,a patto di non avanzare una candidatura poco idonea a ricoprire tale alta carica. Con tutto il rispetto per Mario Draghi, attuale governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial Stability Board, ci opporremo alla sua candidatura alla guida della Bce, avanzando a tempo debito rose di nominativi di alto prestigio non legati alle banche e ad una oligarchia finanziaria che cerca di perpetuare un potere sordo e cieco a danno dei risparmiatori,consumatori ed interessi più generali del Paese.24/01/2010
Documento n.8438