Crisi finanziaria. I banchieri che l'anno causata non devono avere più voce in capitolo

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA BANCHE: PER FRENARE IL CROLLO DEI MERCATI,URGONO DIMISSIONI URGENTI DEI PRINCIPALI BANCHIERI, DIRETTI RESPONSABILI DELLA CRISI ED UN RITORNO AL MODELLO ORIGINARIO DI FARE BANCA. IL SINGOLARE ATTACCAMENTO ALLE POLTRONE (FINORA NESSUN BANCHIERE SI E’ DIMESSO, NE’ HA RESTITUITO RICCHE PREBENDE, BONUS E STOCK OPTION) NUOCE GRAVEMENTE AI MERCATI. IL GOVERNO AVREBBE IL DOVERE DI COMMISSARIARE LE BANCHE. Mentre i mercati precipitano ed il Mib crolla ai minimi storici, senza dare alcun credito alle favole dei prestigiatori di casa nostra, piazzisti delle illusioni,secondo i quali le banche italiane sono più solide con la Borsa che affonda con titoli bancari che hanno perso solo negli ultimi 2 mesi dal 60 all’80% del valore azionario, i banchieri che dovrebbero basare la loro mission sull’onore (oltre che sul business), restano attaccati come sanguisughe alle loro dorate poltrone senza offrire quel segnale di discontinuità che potrebbe attenuare un disastro da loro provocato, pagato come al solito da consumatori, famiglie,piccole e medie imprese. Anche oggi,in attesa che il ministro dell'Interno Roberto Maroni dia disposizione ai prefetti per attivare l'ennesimo carrozzone denominato “osservatorio sul credito alle imprese” sapientemente strangolate dalle banche, che si vantano perfino di non concedere mutui a tasso fisso perché non convenienti per gli Istituti di credito, si registrano gli ulteriori crolli per il comparto bancario, con Banco Popolare che cede il 9,62%, seguito da Banca popolare di Milano che perde oltre 5 punti e Intesa San Paolo che arretra del 4,89%, Unicredit che perde oltre il 4%,Ubi Banca che perde il 4,12%. «Noi non vogliamo dare soldi alle banche, ma all’economia – aveva detto il ministro Tremonti in un’audizione al Senato lo scorso mese di novembre -, così come con il decreto di ottobre non abbiamo voluto salvare i banchieri, ma il risparmio. Se la banca fallisce i banchieri vanno a casa, o in galera». Se le modalità previste dal decreto Tremonti non garantiscono l'accesso al credito per le piccole e medie imprese strozzate da banche aduse a non rispettare le leggi,come è provato dalla violazione continuata ed aggravata del decreto Bersani su portabilità,surroga e simmetria dei tassi, figurarsi della vigilanza prefettizia, il Governo deve dare l’esempio cominciando a commissariare le banche più renitenti che continuano a farsi beffe dei diritti dei cittadini e dei consumatori,negando i mutui a tasso fisso,revocando gli affidamenti con un preavviso di 24 ore per imporre condizioni capestro più onerose, esigendo il “pizzo” sullla Commissione di massimo scoperto. Il grado di fiducia dei cittadini verso gli istituti di credito ha registrato una caduta verticale mai vista prima,con il 96% che non ha alcuna fiducia verso le banche rappresentate dall’Abi,che continuano a rifilare patacche ammantate da complicità prezzolate, come il restyling di Patti Chiari, un sito che sconsigliava ai risparmiatori di acquistare i buoni del tesoro (BTP) perché rischiosi, per promuovere Lehman Brothers ed altri prodotti tossici, sponsorizzati fino al giorno del fallimento,senza che alcun responsabile dell’Abi abbia finora pagato o (parafrasando il ministro Tremonti per i banchieri che sbagliano) sia (finora) andato in galera. Elio Lannutti (Adusbef)) Roma,9.3.2009

09/03/2009

Documento n.7795

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