CREDITO COOPERATIVO FIORENTINO: COME MAI GLI ISPETTORI DI BANKITALIA ARRIVANO SEMPRE DOPO LA MAGISTRATURA ?
COMUNICATO STAMPA CREDITO COOPERATIVO FIORENTINO: COME MAI GLI ISPETTORI DI BANKITALIA ARRIVANO SEMPRE DOPO LA MAGISTRATURA ? Come mai gli ispettori della Banca d’Italia, che stamane hanno svolto una riunione negli uffici della procura della Repubblica di Firenze con uno dei pm impegnati nell’inchiesta sugli appalti dei grandi eventi, in merito agli accertamenti in corso sulla banca di cui è presidente il coordinatore nazionale del Pdl, onorevole Denis Verdini, ossia il Credito cooperativo fiorentino con sede a Campi Bisenzio (Firenze), arrivano sempre dopo le inchieste aperte dai magistrati e non riescono mai a prevenire eventuali abusi nella gestione del credito e del risparmio ? Anche stavolta i documenti oggeto dell’indagine sono stati sequestrati nel Credito Cooperativo Fiorentino durante una perquisizione del Ros dei carabinieri,che indagavano sugli appalti e che vede indagato lo stesso on. Verdini nell’ambito dell’inchiesta in merito ai rapporti tenuti dall’istituto di credito con il costruttore Riccardo Fusi e con società a lui riconducibili, in primis l’impresa di costruzioni Baldassini Tognozzi Pontello (Btp). Come sono stati erogati i finanziamenti, si dice milioni di euro, e con quali garanzie all'ex patron della Baldassini- Tognozzi-Pontello dal Credito cooperativo fiorentino dove l’on. Verdini siede sulla poltrona di presidente ? Si tratterebbe di milioni di euro finanziati in maniera poco chiara all'imprenditore che adesso è travolto da uno tsunami finanziario e giudiziario. Fusi è sotto pressione a causa di un'esposizione che supera i 500 milioni di euro verso istituti di credito, e fra questi anche il Credito Cooperativo di Firenze. Poiché i pm hanno iscritto sul registro degli indagati per appropriazione indebita anche il vertice della banca, perché secondo gli inquirenti le ragioni di credito presentate dal gruppo di Fusi al Credito cooperativo potrebbero essere state basate su documenti non veritieri riguardo la capacità della società a restituire il finanziamento, la Banca d’Italia non può continuare ad offrire le sue coperture a banche protette dalla politica. Lo scandalo degli omessi controlli di Bankitalia,che con oltre 7.000 dipendenti potrebbe rivoltare le banche come un calzino per prevenire frodi, omesse segnalazioni di operazioni sospette ai fini del riciclaggio, incauti affidamenti e gestione allegra del credito e del risparmio, deve finire.05/03/2010
Documento n.8515