CRACK MADOFF: NON BASTANO LE RASSICURAZIONI CIRCA LA LIMITATA ESPOSIZIONE DEI FONDI E DELLE BANCHE ITALIANE !

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COMUNICATO STAMPA CRACK MADOFF: NON BASTANO LE RASSICURAZIONI CIRCA LA LIMITATA ESPOSIZIONE DEI FONDI E DELLE BANCHE ITALIANE ! FEDERCONSUMATORI ED ADUSBEF CHIEDONO DI CONOSCERE QUANTI SIANO I RISPARMIATORTI COINVOLTI INVECE DI PROSEGUIRE BUFALA DI“PATTI CHIARI”,ABI SI ADOPERI PER I RIMBORSI. Il crack Madoff- come ha scritto Antonella Olivieri per il Sole 24 Ore- è potuto avvenire perché la Sec, la famigerata Autorità di Vigilanza sui mercati americana, aveva girato la testa dall’altra parte. Non è una buona consolazione per i risparmiatori, denunciare il fallimento e l’omessa vigilanza della Sec, come in Italia, quella della Consob,che ha generato il fenomeno del risparmio tradito che ha coinvolto 1 milione di risparmiatori per un controvalore di 50 miliardi di euro. “Già nel '92 – scrive la Olivieri-, secondo quanto rivelato dal New York Times, la Sec aveva avuto sentore di un'attività di gestione patrimoniale "clandestina" che prometteva lauti ritorni. «Abbiamo aperto il dossier pensando di trovarci di fronte a una potenziale catastrofe», aveva dichiarato al Wall Street Journal un funzionario della Sec nel dicembre del '92. Invece il "caso" – un primo tassello di quello che sarebbe diventato un gigantesco castello di carta – fu chiuso senza conseguenze con la restituzione di 440 milioni di dollari a due investitori della Florida che li avevano affidati alla Bernard Madoff Investment Securities. “L'ultimo filing alla Sec- prosegue la giornalista- è di gennaio e segnalava che Bernard Madoff gestiva 17 miliardi di dollari per conto di 23 clienti. Solo un miliardo, secondo altre comunicazioni, era investito in azioni, ma chi chiedeva spiegazioni si sentiva rispondere che era politica della casa mantenersi liquidi alla fine di ogni trimestre. Col senno di poi, solo un assaggio delle tante bugie che hanno permesso di raccontare per anni la bella favola del mago di Wall Street che, nella buona e nella cattiva sorte, riusciva a far guadagnare sempre e comunque i suoi clienti. Ma probabilmente la truffa da 50 miliardi di dollari non sarebbe stata neppure scoperta se lo stesso Madoff, pressato dai riscatti, non avesse deciso di consegnarsi alla polizia”. Invece di proseguire nella “bufala” di “Patti Chiari”, un Consorzio promosso dalle banche per orientare i risparmiatori ad investire in titoli truffaldini come Lehman ed affini,l’Abi avrebbe il dovere di adoperarsi per venire incontro alla clientela incappata nei cattivi consigli delle associate, lavorando per i doverosi risarcimenti. E mentre il Banco Popolare ha ammesso di essere esposta nel fondo americano Madoff,sia attraverso la sua controllata Aletti Gestielle Alternative, che su quella dei fondi distribuiti alla clientela istituzionale e private,con un ammontare di circa 60 milioni di euro, la solita Unicredit ha affermato ieri che l’esposizione propria per circa 75 milioni di euro, non avrebbe alcuna ricaduta verso i clienti italiani: peccato che i risparmiatori che hanno investito nel fondo Pioneer di Unicredit, hanno denunciato il contrario. Adusbef e Federconsumatori, chiedono quindi ad Unicredit di risarcire d’ufficio i malcapitati clienti che hanno investito in Pioneer,quindi indirettamente nello schema piramidale Madoff. Adusbef e Federconsumatori chiedono ancora una volta alle distratte autorità vigilanti, di valutare dettagliatamente l’impatto dell’ennesima truffa finanziaria (lo “schema Ponzi” utilizzato nelle piramidi finanziarie, ideato da Carlo Ponzi, bancarottiere e truffatore che negli anni venti bruciò il risparmio di 40.000 vittime dopo aver raccolto 15 milioni di dollari,una cifra enorme per quei tempi), sui risparmiatori ed investitori,perché sembra difficile che nel mercato globale, solo due banche italiane abbiano ammesso le loro responsabilità. Elio Lannutti (Adusbef) - Rosario Trefiletti (Federconsumatori) Roma,16.12.2008

16/12/2008

Documento n.7656

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