CLASS ACTION:I COMPORTAMENTI SCORRETTI E FRAUDOLENTI DELLE BANCHE,CHE HANNO TRUFFATO MILIONI DI RISPARMIATORI FACENDOLA FRANCA,ALLA RESA DEI CONTI
COMUNICATO STAMPA CLASS ACTION: I COMPORTAMENTI SCORRETTI E FRAUDOLENTI DI POTENTATI E BANCHE,CHE HANNO TRUFFATO MILIONI DI RISPARMIATORI FACENDOLA SEMPRE FRANCA, FINALMENTE ALLA RESA DEI CONTI ! ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI CHE NON AZIONERANNO LITI TEMERARIE,HANNO AFFIDATO A PRINCIPI DEL FORO (RUFFOLO E GALASSO) VALUTAZIONI E LE PIU’ PRUDENTI ISTRUZIONI PER L’USO. Si avvicina la resa dei conti giudiziaria per assicurazioni,potentati e banche, che confidando con i tempi lunghi della giustizia, ponevano in atto truffe seriali a danno di milioni di consumatori,utenti e risparmiatori,con la consapevole certezza dell’impunità. Come si evince chiaramente dall’ultima transazione di San Paolo Intesa, che per evitare il giudizio ha risarcito 310 milioni di euro, le banche sapevano bene che Parmalat,al collasso,era tenuta in piedi dai prestiti che il sistema bancario continuava ad erogare,a condizioni capestro in una sorta di catena di S.Antonio,al lattaio di Collecchio, ma che ciononostante hanno continuato a vendere bond bidone a decine di migliaia di risparmiatori. Adusbef e Federconsumatori,hanno intentato centinaia di azioni giudiziarie,quasi tutte vittoriose contro le banche per la truffa Parmalat, ma senza un’azione collettiva, i banchieri continueranno a non pagare per i danni causati dal risparmio tradito,che ha visto coinvolto 1 milione di risparmiatori,da Cirio ai bond argentini,da My Way e For You a Bipop Carire, per un controvalore di 50 miliardi di euro. Con l’approvazione della class action, inserita in finanziaria dai senatori Bordon e Manzione,che assieme ad esponenti dell’Adusbef avevano fondato l’Unione Democratica,pesantemente osteggiata con grida manzoniane da banche,assicurazioni, potentati e Confindustria che hanno subito una cocente sconfitta, inizierà il riscatto del vessato popolo dei consumatori,che hanno promulgato per il 21 dicembre di ogni anno,la giornata dei diritti. Inizia quindi dal 1 gennaio 2008 la stagione della class action, ossia la possibilità di un risarcimento collettivo rispetto a danni subiti,con i primi casi all’esame del principi del foro,per evitare false partenze. Adusbef e Federconsumatori che sono pronte all'azione, con sette ipotesi già sul tavolo che riguardano banche, assicurazioni, servizi telefonici, trasporti,hanno già sottoposto i casi più eclatanti di risparmio tradito ad un pool di esperti (tra gli altri gli avvocati Ugo Ruffolo e Alfredo Galasso) per valutare la materia. Su queste cose non si può sbagliare,perchè la class action dev'essere sempre l'ultima istanza,sempre preceduta da stui approfonditi a da una possibile conciliazione: se ci sarà anche solo un dubbio non se ne farà niente. Perché la class action funziona anche come semplice deterrente, migliorando la competizione tra le imprese e i servizi ai cittadini. Che poi la class action si aun formidabile deterrente è dimostrato dall’accordo con le FS: sarà solo una coincidenza,ma due ore dopo varata la Finanziaria, le Ferrovie hanno siglato l'accordo che riconosce un risarcimento di 800 euro ai 450 passeggeri bloccati sull'Eurostar per 12 ore. In precedenza le ferrovie a fronte di disastri procurati,neppure risarcivano il prezzo dei biglietti. Queste le ipotesi al vaglio dei legali: 1) Anatocismo: è stata la prima grande vittoria dell’Adusbef contro le banche. Il termine anatocismo (dal greco anà - di nuovo, e tokòs - interesse) si intende la capitalizzazione degli interessi su un capitale, affinché essi siano a loro volta produttivi di altri interessi (in pratica è il calcolo degli interessi sugli interessi). Nonostante fosse vietato dal codice civile,è stato praticato dal sistema bancario per oltre mezzo secolo, fino al 1999 quando la Corte di Cassazione, ha più volte affermato la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale, sostanzialmente argomentando nel senso della inesistenza di un uso normativo idoneo a derogare all'art. 1283 c.c. Per evitare scompensi tra il lavoro dei giudici e la prassi, il legislatore ha ritenuto opportuno, con il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 342, modificare l'art. 120 del decreto legislativo 1 settembre 1993, n. 385 (Testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia): tale intervento ha introdotto in materia il principio della eguale cadenza di capitalizzazione dei saldi attivi e passivi, nel contempo stabilendo – con norma transitoria – una sanatoria per il pregresso, facendo salve le clausole di capitalizzazione trimestrale contenute nei contratti conclusi prima dell'entrata in vigore della nuova disciplina. La norma transitoria è stata però dichiarata illegittima, per eccesso di delega e conseguente violazione dell'articolo 77 Costituzione, dalla Corte Costituzionale (sentenza 17 ottobre 2000, n. 425).Venuta meno la norma transitoria, finalizzata ad assicurare validità ed efficacia alle clausole di capitalizzazione degli interessi inserite nei contratti bancari stipulati anteriormente alla entrata in vigore della nuova disciplina, paritetica, della materia, la Corte di Cassazione ha continuato, con una ulteriore serie di sentenze (tra le altre, si veda la sentenza 13 dicembre 2002, n. 17813), a ribadire il suo approccio più recente, peraltro estendendo i principi enunciati inizialmente con riferimento al conto corrente bancario anche ai contratti di mutuo. Infine, con sentenza n. 21095/2004 (Cass. Civ., SS.UU., 4 Novembre 2004, n. 21095), la suprema Corte ha confermato in modo netto il revirement del 1999, così consolidando il nuovo trend giurisprudenziale. Non c’è tribunale che non condanni le banche,ma l’azione di classe sull’anatocismo potrà interessare almeno 3 milioni di cittadini, costretti dalla protervia delle banche ad una usura legalizzata. 2) Bond Argentini: le banche hanno appioppato bond argentini a 470 mila risparmiatori per un controvalore di 14,5 miliardi di dollari, pur consapevoli (come sancite dalle sentenze dei Tribunali) che lo stato argentino andava verso il default, dichiarato già nel 1999 dalle principali agenzie di rating. Le banche quindi,hanno piazzato quei titoli a pensionati,casalinghe,ecc.,addirittura in “contropartita diretta” ossia prelevando i bond dal loro portafoglio titoli mandando in fumo i risparmi ed i sacrifici di intere vite di lavoro,equiparando quei titoli ai Bot italiani ed affermando che l’Argentina non sarebbe mai fallita. Almeno 270.000 risparmiatori che non hanno aderito al con cambio e che hanno già interrotto i termini prescrizionali,hanno una buona possibilità di rivalersi con un’azione collettiva contro i comportamenti fraudolenti degli istituti di credito. 3) Bond Parmalat: Parmalat è stata la madre di tutte le frodi a danno di risparmiatori ed azionisti,per un controvalore di 15 miliardi di euro,con precise responsabilità delle banche. Come si evince chiaramente dall’ultima transazione di San Paolo Intesa, che per evitare il giudizio ha risarcito 310 milioni di euro, le banche sapevano bene che Parmalat,al collasso,era tenuta in piedi dai prestiti che il sistema bancario continuava ad erogare,a condizioni capestro in una sorta di catena di S.Antonio,al lattaio di Collecchio, ma che ciononostante hanno continuato a vendere bond bidone a decine di migliaia di risparmiatori. Sono 145.000 i cittadini truffati (95.000 obbligazonisti,40.000 azionisti) che a prescindere dai due filoni di inchiesta (Parma e Milano) potranno rivalersi direttamente contro le banche che sapevano la gravità di una impresa,tenuta in piedi con l’ossigeno del rinnovo dei finanziamenti a costi sempre più onerosi. 4) Bollette e servizi telefonici: Sotto la lente sono finiti i costi per l'invio delle bollette, messi a carico degli utenti,che secondo le associazioni l'invio dovrebbe essere pagato dalle aziende telefoniche. Le quali finiscono sotto accusa anche perché spesso richiedono il pagamento di servizi non richiesti dai consumatori. Nuove voci finiscono di soppiatto in bolletta e scalzarle diventa difficilissimo. Si calcola che ogni anno,almeno 1 milione di utenti, sono costretti a subire servizi non richiesti ed addebiti per telefonate fantasma mai effettuate. Sono truffe seriali di poche centinaia di euro che i gestori telefonici continuano indisturbati perché certi dell’impunità (affrontare una contenzioso legale costa 4-5 volte l’importo della frode subita). Dal 1 gennaio 2008,tali frodi saranno meno facili da eseguire. 5) Derivati e swap: Le banche hanno ideato la madre di tutte le Parmalat ed Enron messe insieme ideando il meccanismo delle emissioni di prodotti derivati,appioppati alle imprese,per garantirle contro il rischio dei tassi o dei cambi,che non offriva poi alcuna copertura,o agli enti locali, con contratti capestro. Anche su questo delicato aspetto,Adusbef e Federconsumatori stanno studiando l’ipotesi di una class action contro le banche. 6) Ferrovie Il caso riguarderebbe in particolar modo i pendolari e i servizi a cui hanno diritto acquistando il biglietto. In primo luogo puntualità e pulizia dei treni. L'ipotesi di class action potrebbe spingere le Regioni a sottoscrivere contratti di servizio più vincolanti. 7) Mutui indicizzati.. Le banche hanno appioppato a 3,2 milioni di mutuatari su 3,5 milioni (91%) mutui a tassi indicizzati quando già tutti gli indicatori economici segnavano un aumento imminente Tali cattivi consigli delle banche,hanno prodotto un reale rischio d insolevnza per 1,9 milioni di mutuatari che rischiano di perdere la casa. Le valutazioni di un’azione di classe contro le banche,perché non hanno affatto informato sulla rischiosità di un imminente aumento di tassi sulle rate. 8) RC Auto: Si punta ad ottenere almeno in parte il rimborso dei danni prodotti dal cartello delle compagnie, che produsse una multa da 700 miliardi di vecchie lire, comminata dall'Antirust, per danni pari a 4,2 miliardi di euro Finora le società si sono salvate grazie al decreto truffa "salva-compagnie" varato dall’ex ministro Antonio Marzano e dal governo Berlusconi..Ma le associazioni, forti u di una grande campagna che mobilitò milioni di cittadini,non escludono di poter avviare un’azione di classe per far rimborsare 516 euro ad ognuno dei 18 milioni di automobilisti danneggiati.30/12/2007
Documento n.7039