CARTE DI CREDITO DORMIENTI: ULTERIORE SINTOMO SFIDUCIA VERSO BANCHE
COMUNICATO STAMPA CARTE DI CREDITO DORMIENTI: ULTERIORE SINTOMO SFIDUCIA VERSO BANCHE. Un ulteriore sintomo di sfiducia dei cittadini verso le banche,che hanno rovinato milioni di famiglie rifilando loro bond fraudolenti, aduse a revocare fidi senza plausibili giustificazioni con un preavviso di 24 ore con credito concesso con il contagocce alle PMI, erogando al contrario miliardi di crediti allegri ad amici e compari come Zunino e Zaleski iscritti poi in sofferenza, è rappresentato dalle carte di credito dormienti. L'analisi fatta dalla filiale italiana di Cpp rileva che, a fronte di una crescita del 122% delle carte di credito in circolazione tra il 2000 e il 2008, si è avuto un progressivo aumento delle carte dormienti, il cui peso percentuale è salito dal 45% al 57%. Nel 2000 le carte in circolazione erano quasi 17 milioni, con un numero di 'dormienti', pari a 7,6 milioni. Una crescita media del 10,5% annuo, ha portato nel 2008 il numero delle carte a toccare quota 37,6 milioni nel 2008, di cui però solo 16,1 milioni attive Se ogni anno vengono sfornate 1,8 milioni di carte destinate a rimanere sepolte nei portafogli degli italiani e secondo una recente ricerca di Cpp, multinazionale inglese specializzata in protezione di carte di pagamento, l'emissione di una carta di credito ha un costo per le banche di 10 euro nel primo anno di vita, le richieste dei rettangolini di plastica non sono determinate da uno status sociale, né dal fatto che gli italiani amano il denaro contante, ma semplicemente dalla scarsa fiducia verso banche e società emittenti ed anche dalle elevatissime commissioni, che scaricandosi sui prezzi vengono pagate dai consumatori. Ma come al solito la ricerca analizza i costi sostenuti dal sistema bancario per carte che non danno ritorni, pari a circa 140 milioni di euro,che possono arrivare fino a 250 milioni se, come sostiene Cpp, si considera che nel secondo e terzo anno di vista una carta inattiva costa 3-4 euro all'anno all'emittente, omettendo di calcolare i costi di gestioni delle carte per gli utenti ed i rinnovi,che arrivano a superare anche i 30 euro l’anno. Per recuperare la fiducia perduta non basta commissionare ricerche posticce e chiaramente schierate, ma occorrono quei fatti concreti che soprattutto in Italia mancano nella cultura di banchieri protetti da apparati istituzionali di ogni ordine e grado,adusi ad andare a braccetto con le autorità vigilanti colluse ed a condizionarne le scelte, a non pagare mai per i danni procurati al mercato ed ai risparmiatori, abituati come sono a dettare l’agenda dei loro interessi a Governi sottomessi che eseguono supinamente i loro desiderata. Roma,14.8.200914/08/2009
Documento n.8122