BUONI PASTO: MEGLIO METTERLI IN BUSTA PAGA

BUONI PASTO: SE VALGONO SEMPRE MENO (IN 4 ANNI HANNO PERSO IL 44 % DEL LORO VALORE) E NON SONO BEN ACCETTATI, NON SAREBBE MEGLIO MONETIZZARLI E METTERLI IN BUSTA PAGA ? Per stroncare la vera e propria speculazione sui buoni pasto,come le elevatissime commissioni che superano il 10 per cento,i ritardi dei pagamenti,le aste al ribasso con l’intento sparagnino delle pubbliche amministrazioni, che finiscono sempre per gravare sui consumatori, doppiamente penalizzati anche dalla serrata dei commercianti, il governo proponga di inserire il corrispettivo netto in busta paga di questi ticket restaurant,pari in media a 5 euro,che consentivano 4 anni fa di consumare un pasto abbondante al bar o in pizzeria,ma che a quattro anni dall’euro, hanno subito una svalutazione enorme dell’11 per cento annuo,ossia del 44 per cento. Se con 10.000 vecchie lire si poteva consumare 4 anni fa un “pasto” abbondante in un bar (1 panino o tramezzino o 1 primo piatto,1 secondo, con bevanda e caffè), oppure in una pizzeria (margherita, bevanda,caffè,con 2-3 mila lire di resto),oggi con 5 euro non si acquista neppure la pizza a taglio o al massimo un panino,bevanda e caffè,con una svalutazione galoppante commisurata agli allegri rincari subiti dai consumatori. Poiché l’intervento del governo è stato evocato anche dai commercianti e dagli altri soggetti che distribuiscono i buoni pasto,il ministro del Lavoro può intervenire presentando una proposta di legge di due righe: “il corrispettivo economico netto dei ticket restaurant e dei buoni pasto,viene inserito in busta paga,senza l’aggiunta di ulteriori oneri od aggravi fiscali”. Ne guadagnerebbero anche i consumi ! Adusbef-Federconsumatori Roma,22.6.2005

22/06/2005

Documento n.4785