BOND BIDONE: MENTRE LA TASK FORCE ARGENTINA MENA IL CAN PER L’AIA.....
BOND BIDONE: MENTRE LA TASK FORCE ARGENTINA,CHE DIFENDE GLI ESCLUSIVI INTERESSI DI ABI E BANCHE, MENA IL CAN PER L’AIA CON IMPROBABILI, VESSATORI RICORSI, ADUSBEF CONTINUA AD OTTENERE RISARCITORIE SENTENZE ESEMPLARI. UNICREDIT CONDANNATA DA TRIBUANLE DI TREVISO A RESTITUIRE 1 MILIONE DI EURO DI BOND ARGENTINI, ACQUISTATI NEL 2000,OLTRE INTERESSI LEGALI E SPESE. CENTINAIA LE CAUSE VINTE NEI TRIBUNALI ITALIANI,MA SENZA LA LEGGE SULLA CLASS ACTION,CHE DOVRA’ ESSERE APPROVATA DAL GOVERNO CHE VERRA’, 1 MILIONE DI RISPARMIATORI VULNERATI NEI LORO DIRITTI,IN BALIA BANCHE. Mentre la Task Force Argentina,che difende gli esclusivi interessi di banche ed Abi,continua a prendersi gioco dei risparmiatori bidonati,proponendo improbabili, quanto vessatori,lunghi e farraginosi ricorsi all’Icsid (l’organismo della banca mondiale a cui intende appellarsi per tentare di far pagare Buenos Aires il dovuto agli investitori italiani),ma che punta a far trascorrere i tempi di prescrizione, Adusbef continua ad ottenere esemplari sentenze risarcitorie e di nullità dei contratti, consolidando un orientamento della giurisprudenza, meno favorevole del passato, alle banche. Il Tribunale di Treviso presieduto dal giudice Francesco Pedoja (Umberto Donà e Franca Bigi a latere), ha infatti accolto le ragioni dell’investitore di Conegliano Veneto,difeso dall’avv. Paolo Polato dell’Adusbef: poiché Unicredit non ha fornito informazioni sui rischi dell’investimento, ha annullato il contratto e condannato la banca a restituire 1 milione di euro di bond argentina,con una delle condanne risarcitorie tra le più elevate in assoluto. Il risparmiatore che ha vinto la causa contro Unicredit, è un imprenditore coneglianese che nel 2000 ha investito la somma di 996.667 euro in titoli Argentina, scadenti nel 2003, 2004 e 2008. L’aquisto era stato fatto presso la sede lussemburghese di Rolo Banca, istituto successivamente assorbito da Unicredit e poi conferito da questa in ramo d’azienda a Unicredito. Le banche avevano venduto titoli argentini a 450.000 risparmiatori per un controvalore di 14,5 miliardi di dollari, spesso in contropartita diretta,ossia prelevandoli direttamente dal loro portafogli titoli,spacciandoli per sicuri e garantiti, come i titoli di Stato italiani. L’avvocato Paolo Polato,rappresentante Adusbef (Associazione difesa utenti servizi bancari, finanziari, assicurativi e postali) del Veneto, aveva citato la banca in Tribunale chiedendo la restituzione della somma investita o, in alternativa, il risarcimento danno pari all’importo,sostenendo che “la banca non aveva fornito il prospetto sui rischi generali, né le informazioni sulle operazioni relative a titoli Argentina, acquisendo comunque informazioni dalla stampa e non dal mercato e dalle agenzie specializzate; inoltre non avrebbe segnalato l’inadeguatezza delle operazioni rispetto alla propria propensione al basso rischio comunicata all’istituto bancario”. Unicredit aveva replicato contestando l’incompetenza del tribunale di Treviso a decidere sulla questione (visto che l’acquisto dei titoli era avvenuto in Lussemburgo dove gli obblighi per le banche sono minori) e sottolineando come, all’epoca del contratto, la banca non era a conoscenza della situazione di crisi dell’Argentina: tale stato si era manifestato soltanto successivamente. Il tribunale, accogliendo le tesi di Adusbef,ha risposto sostenendo la competenza di Treviso in base ai regolamenti comunitari e rilevando l’obbligo, per l’istituto di credito, di fornire informazioni sui rischi delle operazioni relative ai titoli Argentina,rischi che le banche ben conoscevano a partire almeno dal 1998. Da qui l’ennesima sentenza ottenuta da Adusbef, a consolidare un orientamento della magistratura favorevole alle ragioni dei risparmiatori, che ha stabilito la nullità degli ordini di investimento e la conseguente condanna di Unicredito Italiano al pagamento dei 995 mila 667 euro investiti, maggiorata di interessi legali e delle spese legali (oltre 1 milione di euro),immediatamente esecutiva anche qualora la banca dovesse fare ricorso in appello. Centinaia le cause vinte da Adusbef nei Tribunali su Cirio,Parmalat,bond argentini delle migliaia impiantate, ma senza la legge sulla class action,che dovrà essere la priorità del prossimo Governo, i risparmiatori restano in balia delle banche,vulnerati nei loro diritti ed interessi,da usi ed abusi bancari a danno dei consumatori,che dovranno sparire dal futuro ordinamento. Il Presidente Elio Lannutti Roma,31.3.200631/03/2006
Documento n.5866