BANKITALIA: RIVALUTAZIONE QUOTE,PARTITA DI RAGGIRO DA PARTE DI “SAGGI” MANIPOLATORI (PAPADEMOS) PER RAFFORZARE PATRIMONIO BANCHE ? VALORE MAX 1,5 MLD
COMUNICATO STAMPA
BANKITALIA: RIVALUTAZIONE QUOTE, PARTITA DI RAGGIRO DA PARTE DI “SAGGI” MANIPOLATORI (PAPADEMOS) PER RAFFORZARE PATRIMONIO BANCHE ? ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI PRONTE AD IMPUGNARE EVENTUALE VALORE GONFIATO QUOTE RIVALUTATE ECCEDENTE 1,5 MLD EURO.
Nonostante la legge 262 del 2005, preveda che le quote di Bankitalia, (300 milioni di lire versate dalle banche come capitale dell’Istituto, per adempiere alla legge bancaria del 1936 emanata dopo l'uscita dell'Italia dal Gold Standard), debbano tornare in mano pubblica, con l’estromissione di banche private dalla proprietà per riportarla nella legalità, il governo si appresta a confezionare un ulteriore “pacco” che contiene l’ennesima regalia agli amici banchieri, un danno conseguente ai cittadini contribuenti. La Banca d’Italia, come riconosciuto tardivamente perfino dai suoi massimi esponenti, secondo i quali i proventi del signoraggio, la produzione di moneta, sono di natura così peculiare e indipendente che non possono costituire la base del capitale, ed almeno su questo gli azionisti - ha affermato il direttore Generale Salvatore Rossi- "non possono avere pretese", detiene quale mandatario un patrimonio della Nazione (il signoraggio delle Banche Centrali dello Stato sovrano) ed un proprio patrimonio frutto della sua attività di gestione societaria. Se la rivalutazione delle quote delle banche socie non dovesse tenere conto del patrimonio della Nazione, l’effetto sui bilanci aziendali sarebbe limitato, mentre al contrario ogni distrazione nella difesa di tale patrimonio e del reddito da signoraggio, riuscirebbe a trasferire i proventi pubblici sul patrimonio privato delle banche, che hanno sparato quotazioni stellari da spartirsi tra i “partecipanti”, come ha fatto Banca Carige iscrivendo a bilancio un valore di 1 miliardo di euro per la sua partecipazione, facendo lievitare così a 22,1 miliardi di euro il valore totale delle quote. La rivalutazione di 300 milioni di vecchie lire delle quote dei partecipanti conferiti nel patrimonio di Bankitalia, calcolando l'inflazione cumulata da allora e traslata su quel capitale ai prezzi attuali, potrebbe arrivare ad un valore oscillante tra 1 ed 1,5 miliardi di euro, una frazione del patrimonio netto della banca (23,5 miliardi), che include il capitale e le riserve frutto dell'attività di base di una banca centrale, il cosiddetto reddito da "signoraggio", ossia il potere di creare moneta e immetterla in circolazione prestandola agli istituti di credito contro garanzie e in cambio di un interesse. In un’audizione al Senato, il vice direttore di Bankitalia Lugi Signorini, ha oggi affermato che il dossier delle quote di Bankitalia, consegnata dai tre “saggi”, il rettore della Bocconi Andrea Sironi, l'ex vicepresidente della Bce Lucas Papademos e Franco Gallo, ex presidente della Corte costituzionale e specialista di diritto tributario, è stato trasmesso al Tesoro, nelle mani dell’ex direttore Generale di Bankitalia ed attuale ministro dell’Economia. Adusbef e Federconsumatori, presteranno molta attenzione al valore che i tre saggi (tra i quali figura un greco che ha truccato i bilanci della Grecia ed ha conseguito l’eccellente titolo referenziale in Goldman Sachs) hanno periziato sulla rivalutazione delle quote in Bankitalia, auspicando che il Governo possa evitare di prostrarsi alle banche, in una miserabile condizione che mina la credibilità delle istituzioni e danneggia i consumatori-utenti, lasciati nelle grinfie dei banchieri ed in balia dell'avidità delle oligarchie private.
29/10/2013
Documento n.9525