BANKITALIA: ADUSBEF TORNA A CHIEDERE VENDITA ORO E RISERVE,PER RIDURRE IL DEBITO PUBBLICO,ARRIVATO A 1.661 MLD EURO,28.637 EURO SU OGNI ITALIANO !

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA BANKITALIA: PER RIDURRE IL RECORD DEL DEBITO PUBBLICO,CHE AD APRILE E’ ATTESTATO A 1.661 MLD DI EURO, UN FARDELLO DI 28.637 EURO CHE GRAVA SU OGNI ITALIANO, ADUSBEF TORNA A CHIEDERE PIANO DISMISSIONI ORO E RISERVE, PARI 67.203 MILD EURO A MAGGIO E VENDITA INGENTE PATRIMONIO DEMANIALE. A fine giugno le riserve ufficiali della Banca d'Italia ammontavano a 67,203 mld di euro, contro i 65,8 mld di fine maggio maggio, mentre a fine aprile è stato registrato il record del debito pubblico italiano pari a 1.661,486 miliardi di euro, un fardello di 28.637 euro che grava su ogni italiano, superando il record precedente toccato a marzo di 1.646.811 milioni di euro,che cresce al ritmo di 10-15 miliardi di euro al mese ed è destinato a crescere ancora con l’aumento del costo del denaro. Sui titoli del debito pubblico, paghiamo interessi per oltre 75 miliardi di euro l’anno. Fino ad una quindicina di anni fa il 90 per cento di questa somma integrava le finanze di famiglie ed aziende italiane (detentrici della quasi totalità dei titoli del debito pubblico italiano). Oggi, circa 39 miliardi di euro di interessi emigrano e remunerano detentori stranieri, possessori del 52 per cento del monte titoli. Per inciso, sugli interessi esportati gli stranieri non pagano alcuna imposta. Perché i nostri titoli di Stato continuino ad essere sottoscritti anche da investitori esteri, devono garantire tassi di interessi appetibili: oggi sono di oltre 50 punti base superiori rispetto ai tassi applicati dalla Germania ai titoli di stato tedeschi. Questo differenziale, funzione del «rischio» paese, si è aggravato per la caduta di immagine dell’Italia («causa monnezza» ma anche a causa dell’ incapacità della politica di dare il giusto peso al problema). Adusbef considera ineludibile una convinta ed efficace politica di contenimento del debito pubblico e individua nella vendita di quote di riserve auree, una componente per alleggerire il macigno che grava in particolare sulle future generazioni,con un gravame di 28.637 euro su ogni italiano che a fine anno,o nei primi mesi del 2009,potrà toccare i 30.000 euro a testa,compresi i neonati. Poiché anche il Fondo Monetario Internazionale ha impostato vendite di lingotti per 13 miliardi di dollari (pari al 12% del totale), non si comprende questa difesa ad oltranza dell’oligarchia finanziaria volta a difendere oro e riserve che giacciono infruttiferi nei forzieri di Bankitalia. Adusbef,a prescindere dal colore dei Governi,torna a chiedere un piano quinquennale per la vendita di oro e riserve che non servono più a garantire da tempo la circolazione monetaria,da destinare integralmente alla diminuzione del debito,alla stessa stregua di altri Paesi europei come Francia, Spagna e Germania, ed un piano di dismissioni per mettere sul mercato l’ingente patrimonio demaniale, il cui ricavato dovrà essere girato per la riduzione del debito stesso.

11/07/2008

Documento n.7411

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