BANCHE: I BANCHIERI NON SI AZZARDINO AD ADDOSSARE SULLE SPALLE DEI DEPOSITANTI IL SALVATAGGIO DI RISANAMENTO
COMUNICATO STAMPA BANCHE: I BANCHIERI NON ADDOSSINO SULLE SPALLE DEI DEPOSITANTI IL SALVATAGGIO DI RISANAMENTO. SE UNA PICCOLA IMPRESA SBAGLIA,VA INCONTRO AL FALLIMENTO,COME MAI I BANCHIERI NON PAGANO MAI IL CONTO ? Se una piccola e/o media impresa, sempre più strozzata dalle banche specie in questi periodi di crisi, compie errori di valutazioni sulle prospettive di sviluppo, va incontro alla revoca del fido i cui effetti a catena la portano all’immediato fallimento; se i banchieri “sbagliano” volutamente ad erogare linee di credito ad amici e sodali come Zalesky o Zunino, fanno scattare subito il piano di salvataggio per i loro “compari”, sempre a spese dei depositanti. Mentre negli USA la banca texana Guaranty Bank viene chiusa dalla Federal Deposit Insurance Corp (Fdic), andando così ad allungare la lista delle banche americane fallite nel 2009 che sale così ad 81, rappresentando l'undicesimo maggiore fallimento di una banca nella storia americana, in Italia la rete di protezione (anche di ordine istituzionale) e delle autorità vigilanti eretta sul sistema bancario, impedisce che i banchieri che hanno erogato crediti ai loro sodali,possano pagare il conto. Adusbef e Federconsumatori vigileranno per evitare che il salvataggio di Risanamento, da parte degli stessi banchieri che come minimo dovrebbero essere licenziati per non aver effettuato una prudente valutazione della meritorietà del credito allegramente elargito al signor Zunino, possano avere ricadute sui depositanti, magari procedendo ad aumentare spese e commissioni da parte delle banche più esposte quali Intesa, Unicredit, Banco Popolare, Bpm e Mps. In un paese normale le autorità preposte ai controlli avrebbero il dovere di vigilare sulle strategie delineate dalle banche, che al termine dell'aumento di capitale da complessivi 150 milioni diverranno azioniste di Risanamento con una quota pari al 54,8% (gruppo Zunino al 33%), con Intesa SanPaolo con una quota pari al 24%, Banco Popolare 11%, UniCredit 9,5%, Bpm 8% ed Mps 2,3%), impedire che vi sia speculazione sul titolo,venerdì scorso in forte tensione con un rialzo del 24,06% a 0,37 euro, accertare che il piano di salvataggio non ricada sui depositanti, verificare che non vi siano comportamenti discriminatori verso altre imprese affidate bisognose di credito. Dopo la scandalosa operazione pilotata dalle banche per salvare un loro “sodale” dalla bancarotta, diventerà arduo e difficile per i signori banchieri negare ad altri imprenditori affidati che hanno necessità di salvare le proprie aziende dalla crisi, il credito necessario, e la Banca d’Italia ha il dovere di verificare ed intervenire su eventuali discriminazioni nell’accesso al credito.23/08/2009
Documento n.8136