BANCHE: DOPO AVER CONTRIBUITO A SACCHEGGIARLI, UNA BANKITALIA ANCORA RETICENTE SCOPRE I CONSUMATORI. FUORI I NOMI DELLE BANCHE SANZIONATE.
COMUNICATO STAMPA Dopo aver contribuito a saccheggiare i correntisti, chiudendo tutte e due gli occhi su usi,abusi e soprusi bancari quotidinamente praticati su tassi antocistici,condizioni capestro,commissioni fantasiose introdotte per aumentare gli utili, raddoppio degli spread sui mutui a tasso variabile,pizzo di 3 euro introdotto per prelevare contante allo sportello o per cambiare assegno presso gli sportelli della stessa banca, ora una Banca d’Italia ancora reticente perché troppo impegnata a difendere la stabilità a danno di correttezza e trasparenza,scopre i diritti dei consumatori e dei correntisti. Meglio tardi che mai le dichiarazioni del vice direttore generale della Banca d'Italia Anna Maria Tarantola nel suo intervento al convegno Abi 'Dimensione cliente 2010', dove ha spiegato che l'attenzione per la clientela debba essere vista non come un costo ma come un vantaggio competitivo, prendendo atto che la trasparenza delle banche con i clienti è ancora da migliorare e l'applicazione delle norme emanate dalla Banca d'Italia è realizzata, in molti casi in modo formale. Citando i dati dei controlli effettuati dall'Autorità di vigilanza,dove sono emersi significativi casi di non piena osservanza della disciplina in quali hanno determinato l'irrogazione di sanzioni pecuniarie, l'invio di lettere di richiamo, la sospensione di alcune operazioni e anche la richiesta di restituire somme impropriamente percepite,il vice direttore generale ha quindi spiegato come negli ultimi tre anni gli accertamenti della Banca d'Italia sono stati oltre 2600 e sono stati effettuati anche controlli sui siti internet bancari mentre sono pervenuti circa 7500 esposti dai clienti. La Tarantola ha quindi citato in particolare come esempio, rilevando però che si tratta "di una prassi diffusa", la mancata piena osservanza alla normativa sulla trasparenza: "i documenti per i clienti, nelle parti non standard, sono ancora lunghi e troppo tecnici e non in linea con i canoni di semplicità, leggibilità e snellezza richiesti dalla normativa". Poichè in passato la reputazione di una banca era un requisito fondamentale che contraddistingue la serietà per poter operare, la dott.ssa Tarantola, ha riconosciuto come il cambiamento delle relazioni tra banche e clienti è "fondamentale per ridurre i rischi e migliorare la competitività e servire gli interessi dei consumatori in modo migliore per la banca per costruirsi un solido futuro", ha l’obbligo di rendere noti i nomi delle banche sanzionate ed il numero di reclami per la loro tipologia, per offrire ai consumatori la possibilità di scegliere l’istituto più serio e trasparente e stare alla larga da quegli sportelli bancari che hanno il vizietto di frodare la clientela cambiando a loro vantaggio perfino le norme contrattuali. Se la Banca d’Italia non adempie ad una normale prassi di correttezza e trasparenza verso i clienti, che possono esercitare la loro libertà per scegliere la banca che ha meno reclami e la migliore reputazione nel rispetto delle regole e dei contratti, quindi le minori sanzioni, oltre ad essere complice delle malefatte bancarie, non offre un buon servizio ad una clientela sfiduciata,non più disponibile a credere alle favole dei banchieri, tantomeno a quelle dei distratti vigilanti.25/03/2010
Documento n.8533