BANCHE: CON LA SENTENZA DI CASSAZIONE 724/2010 SUI CREDITI ILLECITI,ANCHE I DIRETTORI DI BANCA RISPONDONO DELLA BONTA’ DEI FIDI

in Comunicati stampa
COMUNICATO STAMPA BANCHE: CON LA SENTENZA DI CASSAZIONE 724/2010 SUI CREDITI ILLECITI,ANCHE I DIRETTORI DI BANCA RISPONDONO DELLA BONTA’ DEI FIDI,SENZA NASCONDERSI DIETRO LE DELIBERE DEL COMITATO FIDI E DEI CONSIGLI DI AMMINISTRAZIONE. La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 724 dell'11 gennaio 2010, ha stabilito un importante principio sulla responsabilità dei direttori di banca i quali,spesso nascondendosi dietro il paravento dei comitati fidi e dei consigli d amministrazione, fanno il bello ed il cattivo tempo con le richieste di credito verso le quali,non avendo alcun obbligo, si trinceravano nell’assecondare o negare gli affidamenti avanzati senza rispondere in solido degli incauti affidamenti. La Suprema ha stabilito infatti che,qualora la banca eroga un credito in violazione di legge, non è responsabile il consiglio di amministrazione o i sindaci che hanno votato la delibera ma chi materialmente ha assunto l'obbligazione creditizia come il direttore o l'amministratore della banca stessa. La pronunciati è arrivata in merito alla condanna della Corte d'appello di Palermo nei confronti di alcuni sindaci e amministratori di una banca di credito cooperativo che avevano adottato, o espresso parere favorevole, due delibere di affidamento di alcune somme di denaro a vantaggio di società nelle quali il direttore di banca aveva interessi diretti . La Suprema corte ha fatto luce sul reato previsto dall'articolo 35 del decreto legislativo 385 del 1993 che regola le obbligazioni degli esponenti bancari. E' estraneo al perimetro di applicazione della norma penale - scrivono i giudici - il comportamento di amministratori e sindaci che hanno partecipato alla delibera mancante dei requisiti, commette reato chi assume l'obbligazione. Con questa sentenza - hanno commentato Elio Lannutti,presidente di Adusbef e Rosario Trefiletti presidente di Federconsumatori - direttori di banca che erogavano crediti spensierati e senza la doverosa istruttoria per favorire amici,sodali o società compartecipate, a volte nascondendo la situazione reale dei richiedenti gestendo in maniera allegra i soldi dei depositanti che venivano girati in sofferenza, devono stare più attenti, perché oltre a rischiare lettere di richiamo o nei casi più gravi il licenziamento,rischiano anche sanzioni penali oltre che di rivalsa civile.

30/01/2010

Documento n.8455

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