BANCAROTTA FRAUDOLENTA: GLI AUTORI DEI CRACK FINANZIARI, GRATI AL GOVERNO PER LA RIDUZIONE DELLA PENA DA 10 A 6 ANNI
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO ADUSBEF-FEDERCONSUMATORI BANCAROTTA FRAUDOLENTA: GLI AUTORI DEI CRACK FINANZIARI, GRATI AL GOVERNO PER LA RIDUZIONE DELLA PENA DA 10 A 6 ANNI, MOLTO MENO I RISPARMIATORI TRADITI, CHE AGGIUNGONO ALLA LORO INDIGNAZIONE, L’ENNESIMO TASSELLO DI UNA RAFFICA DI LEGGI VERGOGNA, CONFEZIONATE AD USO E CONSUMO DEL PREMIER BERLUSCONI E DEI LORO STRETTI SODALI. ADUSBEF E FEDERCONSUMATORI PREOCCUPATE PER L’ENNESIMA NORMA “SALVAPOTENTI”, CHE METTE A RICHIO PROCESSI E CERTEZZA DELLE PENE. La riduzione da 10 a 6 anni per il reato di bancarotta fraudolenta, inserita nel decreto sulla competitività,assieme ad una leggina, che permette anche ai pensionati di “cedere” il quinto della loro magra pensione per continuare ad indebitarsi,basata sull’assunto che la ripresa dell’economia deve poggiare sul debito,spingendo famiglie,già di per sé super-indebitate per sopravvivere ad un ulteriore impegno finanziario per rilanciare i consumi,è l’ennesima dimostrazione di arroganza e disprezzo di un Governo, che sarà travolto dall’indignazione dei cittadini. Dopo le leggi vergogna approvate a tambur battente perché confezionate ad uso e consumo del Governo e dei suoi sodali,mentre la legge di “controriforma del risparmio” e sulla class action langue al Senato perché bloccata da interessi inconfessabili; dopo la depenalizzazione del reato di falso in bilancio,che fa dormire sonni tranquilli agli autori di crack finanziari che hanno ridotto sul lastrico 1 milione di risparmiatori,la riduzione di pena per il reato di bancarotta,che prevede, nell’ambito della delega al Governo per la riforma dei reati fallimentari, la riduzione della pena massima edittale per la bancarotta fraudolenta impropria da dieci a quattro anni, ha effetti gravissimi sui processi penali in corso e sull’efficacia preventiva del sistema penale e della certezza della pena. Equiparare nei limiti di pena la bancarotta fraudolenta al falso in bilancio in una società quotata,anche nell’ipotesi in cui questo, pur avendo causato un danno, non sia connesso ad una situazione di dissesto, e la punisce meno gravemente ad esempio di un furto in azienda o di un reato tributario,avrà effetti devastanti sul trattamento sanzionatorio e comporterà (salvi gli effetti delle circostanze aggravanti speciali e l’ulteriore diminuzione nell’ipotesi di approvazione della riforma della disciplina della prescrizione) una riduzione dei termini massimi di prescrizione da quindici a cinque anni, con aumento a sette anni e mezzo nel caso di atti interruttivi. Con questi termini è certo che la quasi totalità dei processi penali attualmente pendenti, anche per fatti di bancarotta di estrema gravità, si concluderà con la dichiarazione di prescrizione e che ciò accadrà anche in futuro, tenuto conto della notevole complessità delle indagini e degli accertamenti dibattimentali che normalmente richiede questo tipo di reati e dei tempi comunque occorrenti per lo svolgimento di tre gradi di giudizio: difficilmente potrà dunque essere evitata la prescrizione con conseguente vanificazione dell’effettività della previsione della sanzione penale. Adusbef e Federconsumatori sempre più sconcertate ed indignate da tali comportamenti assurdi ed irriguardosi del Governo verso i diritti dei risparmiatori,continueranno nella loro opera di denuncia e di sit-in,davanti al Senato,per informare l’opinione pubblica dei danni irreversibili inflitti ai cittadini ed allo stesso Stato di diritto,devastata da un premier che antepone i suoi interessi particolari a quelli più generali del Paese. Adusbef (Elio Lannutti) Federconsumatori (Rosario Trefiletti) Roma,3.5.200503/05/2005
Documento n.4626